Ci spiano a fin di bene?

Le foto digitali contengono un sacco di dati, quasi tutti di carattere tecnico. Il formato utilizzato dalle fotocamere digitali, infatti, va sotto il nome di Exif (Exchangeable image file format). La specifica utilizza i formati esistenti JPEG, TIFF Rev. 6.0, e RIFF, con l’aggiunta di specifiche etichette (tag) di metadati.

Questi metadati, in genere, sono utili perché permettono, anche a distanza di tempo, di visualizzare i valori di tempo, diaframma, risoluzione, data e ora, nonché tutte le impostazioni con cui è stata scattata la foto.

Per vederli, aprite questa pagina e caricate una foto oppure scaricate l’ottimo ExifTool.

Fra questi dati, però, almeno uno può essere utile o dannoso in base alle intenzioni. È il numero di serie della fotocamera, che è unico e quindi, in qualche modo, permette di risalire all’acquirente. Quindi ricordate di eliminare i metadati se, per es., mettete una immagine in internet e non volete essere identificati.

D’altra parte, proprio il serial number può avere un altro utilizzo, più interessante. Supponete che vi rubino la fotocamera e che, alla fine, vada in mano a qualcuno che fa qualche foto e la mette in internet.

Ebbene guardando il serial number di quelle immagini, voi potete dimostrare che sono state scattate con la vostra fotocamera (peraltro il numero dovrebbe essere anche riportato sulla garanzia).

È proprio quello che fa il sito stolencamerafinder che ha raccolto un database di più di un milione di fotocamere. Vi basta avere una immagine non modificata scattata con la vostra fotocamera ormai perduta e il sito può aiutarvi a identificare altre immagini scattate con la stessa, a patto che siano state imprudentemente messe in rete.

Se, poi, per curiosità, volete vedere i dati Exif contenuti in una immagine, cliccate qui sotto.

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Come al solito ci spiano

In questi giorni sta facendo un certo rumore la scoperta che la nuova generazione di cellulari ci spia sistematicamente. Non mi riferisco al fatto, ormai noto a tutti, che i nostri spostamenti e contatti vengono tracciati dalle compagnie telefoniche grazie alle celle che il nostro cellulare aggancia, ma al fatto che i nostri movimenti vengono salvati in un file conservato all’interno del telefono e a volte anche sul computer a cui il telefono viene connesso.

Tutto ciò appare grave perché, se alle registrazioni conservate dalle aziende si può accedere solo dietro richiesta di un magistrato, questo file può essere consultato da chiunque sappia come arrivarci. E non è difficile, soprattutto per Apple.

La cosa vale sia per l’iOS di Apple che per Android. con qualche piccola distinzione che vado a riferirvi:

mappa realizzata a partire dai dati conservati su iPhoneiOS Apple (iPhone e iPad 3G)

Cory Doctorow riporta qui la scoperta di alcuni ricercatori che si occupano di sicurezza presentata alla conferenza Where 2.0. È stato scoperto un file nascosto (invisibile all’utente) che contiene tutti gli spostamenti del telefono desunti dalle celle, dagli access point wi-fi e dal GPS, ognuno accompagnato dal relativo time-stamp (data e ora). Il file viene anche scaricato sul computer a cui il telefono si connette.

A quanto pare, la registrazione di tali dati è iniziata con l’upgrade a iOS 4 datata Maggio 2010. Di conseguenza,  in alcuni telefoni, si può trovare quasi un anno di spostamenti completi di coordinate, data e ora. Il file non è criptato e la lettura è possibile anche a non geek utilizzando l’apposita applicazione, iPhone Tracker, che si scarica qui.

Finora Apple non ha spiegato perché questi dati vengono raccolti, né fornito un modo per bloccarli. L’utente viene tracciato, che lo voglia o no. In pratica, Apple ha reso possibile ottenere informazioni dettagliate sui vostri spostamenti a chiunque abbia accesso al vostro iPhone (un partner geloso, un detective privato, i genitori, etc.).

La cosa divertente è che Apple ha il diritto di raccogliere tali dati. Fra le 15200 parole che formano i terms and conditions for its iTunes program, un paragrafo di 86 parole dice

Apple and our partners and licensees may collect, use, and share precise location data, including the real-time geographic location of your Apple computer or device. This location data is collected anonymously in a form that does not personally identify you and is used by Apple and our partners and licensees to provide and improve location-based products and services. For example, we may share geographic location with application providers when you opt in to their location services.

La notizia è finita anche sul Guardian con dovizia di particolari.

Android

Gli utenti Android sono relativamente più fortunati. Quello di Android, infatti, non è un file, ma una cache. Ne consegue che è più difficile accedervi (serve un informatico dotato di una certa perizia, vedere qui), ma soprattutto vengono conservate solo le ultime 50 celle e gli ultimi 200 wi-fi access point. La profondità dei dati, quindi, è più limitata rispetto a iOS.

In entrambi i casi, non si sa se i dati vengano inviati rispettivamente a Apple e a Google. Vari rappresentanti di entrambe le aziende si stanno affrettando a negare qualsiasi utilizzo fraudolento.

La foto del giorno

Considerato quello che sta accadendo al là del mare e vista la mia “affezione” nei confronti della rete, questa per me è l’immagine del giorno. (click per ingrandire)

È stata scattata da Paula Nelson e pubblicata sul Boston Globe insieme ad altre 39 foto. Mostra alcuni bloggers egiziani anti-governativi che lavorano con laptop e cellulari in un angolo di Piazza Tahrir, dopo essersi procurati la corrente e aver collegato una catena di ciabatte.

Non so se afferrate la forza di questa immagine. Questi tizi, nel mezzo del casino, fanno quello che sentono di dover fare e bloggano, sia pure con grande difficoltà. Ricordiamo che, in quel famoso 27 Gennaio, il governo ha imposto alle telco il blocco delle linee adsl e wireless, cellulari compresi. Ciò nonostante, dopo qualche giorno, internet ha ripreso funzionare a singhiozzo grazie ai radioamatori e ai vecchi modem su linea telefonica fissa collegati a French Data Network che ha fornito connessioni gratuite sulle linee analogiche internazionali.

Il 2 Febbraio i collegamenti sono stati, almeno parzialmente, ripristinati (qui i dati del RIPE).

In Egitto l’età media è 24 anni e più dei 2/3 della popolazione ha meno di 30 anni. È impossibile dire adesso che cosa succederà in questo paese e nel resto del Medio Oriente, ma questo è un bel segnale che fa piazza pulita degli stereotipi culturali sulle masse arabe e delle teorie del “portare la democrazia”. La democrazia non si porta; se ce la fa, arriva (e poi non è detto che resti).

Il video che segue è Sout Al Horeya صوت الحريه “The sound of freedom” (con sottotitoli in inglese), accreditata a Moustafa Fahmy, Mohamed Khalifa, and Mohamed Shaker (ma altre fonti citano altri nomi), una delle tante canzoni nate in questi giorni e messe in rete.

Segnalato da Nicola.

Sito non raggiungibile

La delibera Agcom 668/2010 pone in consultazione un testo che mira ad introdurre un meccanismo che le consentirà di inibire completamente l’accessibilità ai siti posti fuori dal territorio italiano e di rimuovere contenuti sospettati di violare il diritto d’autore in modo automatico e prescindendo da qualsiasi requisito di colpevolezza accertato dell’Autorità giudiziaria.

In base alla delibera intitolata Lineamenti di provvedimento concernente l’esercizio delle competenze dell’autorità nell’attività di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica si instaurerebbe un sistema di cancellazione e di inibizione di siti Internet sospettati di violare il diritto d’autore, anche solo in uno dei file contenuti al suo interno. Di cui Agcom diverrebbe “garante”.

Nel concreto, l’azione dell’autorità in caso di contenuto in sospetta violazione del diritto d’autore trovato su un sito (anche se sito privato o blog senza fini di lucro, superando di fatto le limitazioni operate dall’art. 2, comma 1 del decreto Romani) si articola in quattro fasi:

  • segnalazione con richiesta di rimozione al gestore del sito o al fornitore del servizio di media audiovisivo da parte del titolare del diritto;
  • 48 ore di tempo per la rimozione dei contenuti sospetti;
  • verifica della situazione con un breve contraddittorio tra le parti;
  • infine provvedimento inibitorio “qualora risulti l’illegittima pubblicazione di contenuti protetti da copyright”.

In pratica, si può arrivare rapidamente all’oscuramento di un sito senza l’intervento di un magistrato, ma con il semplice intervento dell’AGCOM.

Anche se nel testo Agcom dice di essersi ispirata più al sistema di notice and takedown statunitense che alla dottrina dei tre colpi francese, e nonostante le smentite a tal proposito del presidente Corrado Calabrò, i dubbi circa l’attribuzione di poteri da sceriffo del Web all’Autorità delle telecomunicazioni non appaiono affatto dissipati.

Il punto è che, con questo sistema, un sito può essere bloccato semplicemente in base a una segnalazione. Non occorre che l’autorità giudiziaria accerti il reato. La magistratura viene completamente bypassata.

Nel caso questa delibera venga approvata, le sezioni di Internet che potranno essere bloccate includeranno portali informativi esteri sospettati di violare il diritto d’autore senza che ciò sia in qualche modo accertato, gran parte dei sistemi comunemente utilizzati per avere accesso alle informazioni necessarie per lo scambio di software libero e per conoscere le opere disponibili nel pubblico dominio e distribuite con licenze aperte, fino ad articoli pubblicati da giornali, banche dati di pubbliche amministrazioni e di privati, documenti riservati finiti in rete ed utili per conoscere fatti che l’opinione pubblica potrebbe non conoscere diversamente, video amatoriali e fotografie con sottofondo musicale caricate dagli utenti nelle piattaforme di condivisione, singole pagine di blog amatoriali contenenti anche un solo file in violazione del diritto d’autore.

Questo provvedimento è posto in consultazione pubblica fino al 3 Marzo, ovvero chiunque può esprimere il proprio parere, peraltro non vincolante.

Per costituire un cospicuo gruppo di pressione, varie associazioni fra cui Adiconsum, Agorà Digitale, AltroConsumo hanno creato il sito

sitononraggiungibile.e-policy.it

in cui si può aderire a una petizione contro la suddetta delibera.

Liste di proscrizione

C’ è aria di censura, nel Veneto leghista. Gli scrittori pro-Battisti, prima genericamente ostracizzati da un assessore della provincia di Venezia, ora vengono messi al bando nelle scuole. Mentre nelle biblioteche comunali, nel silenzio generale, stanno sparendo le opere degli autori politicamente scomodi.
«Non chiediamo nessun rogo di libri, intendiamoci. Semplicemente inviteremo tutte le scuole del Veneto a non adottare, far leggere o conservare nelle biblioteche i testi diseducativi degli autori che hanno firmato l´appello a favore di Cesare Battisti», dice l´assessore regionale all´istruzione Elena Donazzan, 39 anni di Bassano del Grappa, pidiellina fervente cattolica, con alle spalle una militanza nel Fronte della Gioventù e un passaggio in An. «Un boicottaggio civile è il minimo che si possa chiedere davanti ad intellettuali che vorrebbero l´impunità di un condannato per crimini aberranti», sbotta annunciando una lettera a tutti i presidi.
La sua crociata arriva dopo la “sparata” dell´assessore alla cultura della Provincia di Venezia, Raffaele Speranzon, che aveva detto: «Via quegli autori dalle biblioteche pubbliche». Ora a chiederne ufficialmente la censura nelle scuole è l´assessore regionale. Al suo fianco il presidente della Regione Luca Zaia, che definisce la vicenda Battisti «abominevole». E tuona: «I delinquenti vanno messi in galera, non lasciati liberi».
Intanto casi di censura leghista, strisciante o esplicita, vengono denunciati da alcuni bibliotecari veneti. A venire sconsigliati sono (soprattutto) i libri di Roberto Saviano. [neretto mio] Nei giorni successivi alla messa in onda di Vieni via con me e alla polemica con Maroni il dirigente di una biblioteca in provincia di Treviso ha segnalato che il sindaco leghista non gradiva si tenessero i libri dell´autore di Gomorra: presenti in catalogo, ma spariti dagli scaffali.

Fonte Repubblica del 20/01/2011, ma la notizia è nota.

Aggiornamento dal Corriere Veneto: l’assessore regionale all’Istruzione, la pdl  Donazzan, dichiara che, con il placet dello stesso Governatore Zaia, scriverà una lettera a tutti i Presidi del Veneto ( e attraverso di loro agli insegnanti), invitandoli a non diffondere tra i giovani le opere degli autori messi al bando. A chi le contesta di operare una censura, risponde che la sua non è un’imposizione  ma un “indirizzo politico”.

Elenco assolutamente parziale di alcuni dei titoli che dovrebbero essere eliminati dalle biblioteche e dalle scuole tratto dal blog di Loredana Lipperini.

  • Agamben Giorgio: L’uomo senza contenuto, Rizzoli; La comunità che viene, Einaudi; L’aperto. L’uomo e l’animale, Bollati Boringhieri; Il giorno del giudizio, Nottetempo; Profanazioni, Nottetempo; Nudità, Nottetempo; La Chiesa e il Regno, Nottetempo.
  • Balestrini Nanni: Poesie pratiche, antologia 1954-1969, Einaudi: Tristano, Feltrinelli; Vogliamo tutto, Feltrinelli; Gli invisibili, Bompiani, L’editore, Bompiani, I furiosi, Bompiani, Una mattina ci siam svegliati, Baldini & Castoldi; La Grande Rivolta; Bompiani; Sandokan, Einaudi.
  • Benedetti Carla Pasolini contro Calvino: per una letteratura impura, Bollati Boringhieri; L’ombra lunga dell’autore. Indagine su una figura cancellata, Feltrinelli; Il tradimento dei critici, Bollati Boringhieri;
  • Bernardi Luigi: Erano angeli, Fernandel; Vittima facile. Una storia criminale, Zona; Atlante freddo. Trilogia criminale, Zona; Senza luce, Perdisa Pop; Fuoco sui miei passi, Senzapatria.
  • Bertante Alessandro: Al diavul, Marsilio.
  • Biondillo Gianni: Per cosa si uccide, Con la morte nel cuore, Il giovane sbirro, Nel nome del padre, Guanda.
  • Cacucci Pino: Outland rock, Transeuropa, Puerto Escondido, Mondadori; San Isidro Futbòl, Feltrinelli; Punti di fuga, Feltrinelli; In ogni caso nessun rimorso, Feltrinelli; Demasiado corazón, Feltrinelli; Nahui , Feltrinelli; Sotto il cielo del Messico, Feltrinelli; La giustizia siamo noi , Rizzoli.
  • Carlotto Massimo: Il fuggiasco, e/o; La verità dell’Alligatore, e/o; Le irregolari, e/o, Nessuna cortesia all’uscita, e/o; Arrivederci amore, ciao, e/o; L’oscura immensità della morte, Roma, Edizioni e/o; Nordest, e/o; L’amore del bandito, e/o.
  • Dazieri Sandrone: Attenti al gorilla, Mondadori, La cura del Gorilla, Mondadori, Gorilla blues, Mondadori; Il Karma del gorilla; È stato un attimo. Mondadori; La bellezza è un malinteso; Mondadori.
  • De Michele Girolamo. Tre uomini paradossali, Einaudi; Scirocco, Einaudi, La bellezza del cieco, Einaudi, La scuola è di tutti, Minimum Fax.
  • Di Monopoli Omar. Uomini e cani, Ferro e fuoco, La legge di Fonzi, ISBN
  • Evangelisti Valerio. Nicolas Eymerich, inquisitore, Le catene di Eymerich, Il corpo e il sangue di Eymerich, Il mistero dell’inquisitore Eymerich, Cherudex, Picatrix, Il castello di Eymerich, Mater Teribilis, La Sala dei Giganti, La luce di Orione, Rex tremendae maiestatis (tutti Mondadori); Metallo urlante, Black Flag, Einaudi; Il collare di fuoco, Il collare spezzato, Tortuga, Veracruz,Noi saremo tutto, Mondadori.
  • Ferrario Davide: Sangue mio, Feltrinelli.
  • Genna Giuseppe. Catrame, Nel nome di Ishmael, Non toccare la pelle del drago, Grande Madre Rossa, Hitler, Le teste, Mondadori; Assalto a un tempo devastato e vile, Minimum Fax; L’anno Luce, Marco tropea; Italia De Profundis, Minimum Fax.
  • Grimaldi Laura: La paura, Sospetto, Mondadori. Perfide storie di famiglia, Marco Tropea Editore,
  • Lipperini Loredana. La notte dei blogger, Einaudi, Ancora dalla parte delle bambine, Non è un paese per vecchie, Feltrinelli.
  • Monina Michele: Furibonde giornate senza atti d’amore, Pequod, I Demoni, Pequod, Vasco Chi?, Marco Tropea.
  • Moresco Antonio: Lettere a nessuno, Einaudi, Gli esordi, Feltrinelli, Canti del caos, Mondadori, Lo sbrego, Rizzoli, Gli incendiati, Mondadori.
  • Pennac Daniel: Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola, Signor Malaussène, La passione secondo Thérèse, Ultime notizie dalla famiglia, Come un romanzo, Diario di scuola, Feltrinelli.
  • Philopat Marco. Costretti a sanguinare, La Banda Bellini, I viaggi di Mel, Shake; Roma k.o. Romanzo d’amore droga e odio di classe, Agenzia X.
  • Quadruppani Serge. L’assassina di Belleville, La breve estate dei colchici, La notte di Babbo Natale, Mondadori, In fondo agli occhi del gatto, Y, Marsilio.
  • Raimo Christian. Latte, Dov’eri tu quando le stelle del mattino gioivano in coro? , Minimum Fax.
  • Scarpa Tiziano. Occhi sulla graticola, Einaudi, Kamikaze d’occidente, Rizzoli, Stabat Mater, le cose fondamentali, Einaudi.
  • Serino Gian Paolo Usa & getta. Fallaci e Panagulis. Storia di un amore al tritolo Aliberti
  • Vauro . La satira alla guerra, Vita e morte della DC. Foglio di via. Manifestolibri, Il papa è morto, Baldini Castoldi Dalai, Appunti di guerra. Pensieri e vignette di un mese sotto le bombe. Terre di Mezzo Editore, Kualid che non riusciva a sognare. Piemme, Sangue e cemento, con Marco Travaglio. Editori Riuniti, Farabutto. Piemme.
  • Voce Lello Singin’ Napoli cantare , Ripostes, Eroina, Transeuropa, Farfalle da combattimento, Bompiani, Il Cristo elettrico, No Reply.
  • Wu Ming. Q, Asce di guerra, 54, Manituana, Altai, Einaudi

I costi del mondo…

…in forma di tetris.

Il video, realizzato da Information is Beautiful, mostra chiaramente i rapporti di costo fra cose come la guerra in Iraq e il debito estero dei paesi poveri.

Questa è la versione inglese. Esiste anche quella americana.

Ngram Viewer

Tanto per dimostrare la potenza di un database, anche quando viene utilizzato in modo non particolarmente raffinato, per esempio su base puramente statistica, questa è una delle creazioni di Google.

L’Ngram Viewer interroga una base dati costituita da 5.2 milioni di libri, un subset dei 15 milioni digitalizzati da Google, e quantifica le ricorrenze di una parola o una frase in un arco di tempo di 219 anni (dal 1800 al 2019).

Per esempio, il grafico qui sotto (clicca per ingrandire), presenta le ricorrenze della parola “terrorism” fra il 1800 e il 2007 mostrando che il massimo, lo 0.002%, è situato negli anni poco dopo il 2000, con un altro picco nel 1980.

Si possono cercare anche frasi e più parole o frasi separate da virgole. I risultati sono in percentuale, quindi normalizzati rispetto alla quantità di libri.

Istruzioni ufficiali qui.

Come ci raccontano le cose…

Dunque, avrete tutti sentito che Assange, il rappresentante pubblico di WikiLeaks, è in carcere in UK perché accusato di stupro in Svezia.

Bene, non è così. Ufficialmente Assange è accusato di “sesso a sorpresa” (sex by surprise), un reato che esiste solo in Svezia e che consiste nel non aver condotto un rapporto sessuale come concordato con la partner.

Nel caso specifico, Assange non avrebbe indossato il profilattico, come invece aveva richiesto la sua partner e si sarebbe poi rifiutato di sottoporsi a un esame sulle malattie trasmissibili per via sessuale.

Il reato si estingue pagando una sanzione pari a circa 715 dollari, ma prima deve subire un processo.

Fonte: AOL News

Zeitgeist 2010

Google ha pubblicato il suo Zeitgeist 2010, lo spirito dei tempi desunto dalle parole introdotte nel suo motore di ricerca.

Se si guarda il segmento dedicato all’Italia, alcuni dei risultati sono:

Le parole più cercate in assoluto:

  1. facebook
  2. youtube
  3. libero
  4. meteo
  5. giochi
  6. streaming
  7. google
  8. yahoo
  9. corriere
  10. alice

I termini di crescente popolarità:

  1. chatroulette
  2. sarah scazzi
  3. stipendi pa
  4. waka waka
  5. mondiali 2010
  6. video mediaset
  7. il fatto quotidiano
  8. autoscout24
  9. megavideo
  10. google traduttore

I termini di crescente popolarità cercati tramite cellulari e smartphone

  1. ipad
  2. pietro taricone
  3. waka waka
  4. iphone 4
  5. mondiali 2010
  6. avatar
  7. ovi
  8. google traduttore
  9. sanremo
  10. classifica serie a

I termini economico-sociali

  1. manovra finanziaria 2010
  2. maturità 2010
  3. stipendi PA
  4. modulistica INPS
  5. prove invalsi
  6. pec
  7. agenzia delle entrate
  8. gdf
  9. servizio civile nazionale
  10. sportello immigrati

I termini più cercati associati alla parola “significato”

  1. bunga bunga
  2. kippah
  3. waka waka
  4. networking
  5. probiviri
  6. concussione
  7. bischero
  8. sarcasmo
  9. namasté
  10. shoah

Due osservazioni banali. Mi lascia un po’ perplesso il fatto che la gente vada su google per cercare “google”. Inoltre, mi sconvolge un po’ il fatto che la gente non conosca il significato di probiviri, concussione, sarcasmo e shoah.

Anche Yahoo ha pubblicato il proprio compendio che si intitola, più modestamente, “I Fatti dell’Anno“.

Luci accese sulla cultura

Luci accese sulla cultura

Dal comunicato di Federculture:

Questa volta non si tratta solo di tagli, pur molto consistenti – circa 280 milioni tra tagli diretti al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, decurtamento del Fus e dei trasferimenti statali agli enti culturali, cui si aggiungono le riduzioni a carico delle amministrazioni locali che, secondo prime stime, potrebbero pesare sul settore per circa 800 milioni di euro nel prossimo biennio -, ma di un combinato di articoli contenuti nella legge, la cui applicazione disegnerà un quadro generale nel quale l’intervento pubblico dovrà fare totalmente marcia indietro, rinunciando di fatto alla possibilità di attuare politiche culturali, sia a livello nazionale che regionale e locale.

Avranno in particolare conseguenze disastrose sul sistema culturale italiano le norme che dispongono un tetto di spesa per l’organizzazione delle mostre pari al 20% di quanto speso dall’amministrazione nel 2009, tagliando di fatto dell’80% le risorse (Art. 6, commi 7, 8, 9, 12 e 13), quelle che obbligano i comuni sotto i 30.000 abitanti allo scioglimento delle società dagli stessi costituite (Art. 14, comma 32) ed infine quelle che fissano limiti alla composizione dei consigli di amministrazione, ostacolando la partecipazione dei privati alla gestione delle aziende culturali (Art. 6 commi 5 e 6).

La legge 122/2010 renderà impossibile per amministrazioni pubbliche, aziende e fondazioni e tutti gli organismi, che gestiscono i servizi e le attività culturali nel Paese, continuare a svolgere il loro compito istituzionale di promozione e diffusione della cultura. Una vera mannaia che si abbatterà indiscriminatamente su musei, teatri, biblioteche, colpendo anche quelle realtà virtuose che sono state l’elemento di maggiore innovazione e modernizzazione degli ultimi anni nei servizi resi ai cittadini e al territorio e riconosciute anche a livello internazionale.
Alcune norme, inoltre, potrebbero ledere le prerogative di autonomia degli enti territoriali e delle società private che gestiscono i servizi pubblici culturali, così come garantite dalla Costituzione. Per questo alcune Regioni hanno sollevato questioni di legittimità costituzionale relativamente ad alcuni articoli della manovra, così come Federculture aveva già evidenziato nei mesi scorsi.

L’obiettivo della protesta è denunciare il pressoché totale disimpegno statale nel garantire la sopravvivenza del settore, già da anni falcidiato dal progressivo rarefarsi delle risorse e degli investimenti. Nel prossimo anno il budget del Mibac crollerà a 1,5 miliardi di euro, ormai circa lo 0,21% del bilancio statale, come dire che lo Stato spende 21 centesimi in cultura ogni 100 euro e, parametrato alla popolazione italiana equivale ad una spesa procapite di 25 euro. Cifre irrisorie per l’ampiezza e la complessità del nostro patrimonio e le esigenze di conservazione, valorizzazione e promozione cui bisognerebbe assolvere, che ci fanno sfigurare anche nel confronto internazionale: la Francia, ad esempio, ha una spesa statale procapite per la cultura di 46 euro, quasi il doppio della nostra.

Con investimenti di tale esiguità è impensabile non solo la sopravvivenza ma lo sviluppo del settore culturale che pure ha enormi potenzialità, tanto che potrebbe essere uno dei comparti sul quale puntare per uscire dalla crisi e restituire competitività al sistema economico nazionale. Il potenziale anche economico della cultura è d’altronde ampiamente dimostrato dai dati che ci dicono, ad esempio, che in Italia ci sono oltre 900mila imprese operanti in attività legate al settore culturale e creativo e che, ancora nel 2009 in piena crisi, la spesa delle famiglie italiane per la cultura ha rappresentato il 7% della loro spesa complessiva. Si andrà, invece, come chiaramente segnalano gli organizzatori della mobilitazione, verso un’ulteriore perdita di offerta, servizi e occupazione. Se non si interviene per tempo nel Paese non ci sarà una politica culturale da parte dello Stato, né delle amministrazioni locali, né tantomeno dei privati.

Una politica superficiale e miope sta colpendo nel profondo il diritto dei cittadini alla cultura, l’accesso alla conoscenza e alla fruizione del nostro immenso patrimonio collettivo, che è alimento essenziale per il benessere e la crescita.

Per questo il 12 novembre si chiuderanno le porte, ma per accendere i riflettori sulla cultura italiana e sul suo futuro a rischio.