LibriVox

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LibriVox is a hope, an experiment, and a question: can the net harness a bunch of volunteers to help bring books in the public domain to life through podcasting?
LibriVox volunteers record chapters of books in the public domain and release the audio files back onto the net. Our goal is to make all public domain books available as free audio books. We are a totally volunteer, open source, free content, public domain project.

Per chi ama la poesia in lingua originale, segnalo LibriVox, un sito il cui sottotitolo dice tutto: acoustical liberation of books in the public domain.
LibriVox offre un vasto catalogo di letture di testi i cui diritti sono ormai scaduti. La maggior parte è in inglese perché sono loro ad avere questa bella tradizione del reading poetico. Ma non c’è solo poesia, anche romanzi, saggi e testi di tutti i tipi.

From LibriVox
Henry Wadsworth Longfellow – The Siege of Kazan – Read by: Peter Yearsley


Black are the moors before Kazan,
And their stagnant waters smell of blood:
I said in my heart, with horse and man,
I will swim across this shallow flood.
longfellow
Under the feet of Argamack,
Like new moons were the shoes he bare,
Silken trappings hung on his back,
In a talisman on his neck, a prayer.

My warriors, thought I, are following me;
But when I looked behind, alas!
Not one of all the band could I see,
All had sunk in the black morass!

Where are our shallow fords? and where
The power of Kazan with its fourfold gates?
From the prison windows our maidens fair
Talk of us still through the iron grates.

We cannot hear them; for horse and man
Lie buried deep in the dark abyss!
Ah! the black day hath come down on Kazan!
Ah! was ever a grief like this?

Mureau

John Cage’s lecture.
The lecture begins with reading of Mureau, the first part of “Empty Words”, which is based on a Thoreau text. The program concludes with a lengthy question and answer session that followed Cage’s appearance at the Cabrillo Music Festival in August 1977. It is often in addressing the public’s questions that Cage’s brilliance is most memorable, and this example is no exception. Of particular interest is his description of how he uses chance operations in his creative processes.

Una lezione tenuta da John Cage nell’agosto 1977.
Inizia con una esecuzione di Mureau, una lettura basata su testi di Henry David Thoreau, che, qualche anno dopo, diventerà la prima parte di Empty Words.
Mureau (1970) è descritto come

An I-Ching determined Collage of Quotes on Music, Sound & Silences from the Diaries of D.H.Thoreau

e in effetti il titolo è la giustapposizione della prima parte della parola Music e di quella finale di Thoreau.

Prosegue, poi, con una serie di domande del pubblico e relative risposte. Di particolare interesse, in questa seconda parte, la descrizione dell’utilizzo di operazioni casuali come parte del processo creativo.

from Internet Archive
Mureau can also be downloaded from UBUWeb in a 1972 execution.

The Last Messages (1000 SMS)

Last Messages, by Hannu Luntiala | The Chawed RosinA novel whose narrative consists entirely of mobile phone text messages has been published in Finland.
“The Last Messages” tells the story of a fictitious information-technology executive in Finland who resigns from his job and travels throughout Europe and India, keeping in touch with his friends and relatives only through text messages.
His messages, and the replies — roughly 1,000 altogether — are listed in chronological order in the 332-page novel written by Finnish author Hannu Luntiala. The texts are rife with grammatical errors and abbreviations commonly used in regular SMS traffic.
Hard work for translators.

Kritiko Allucinato?

Ma qualcuno riesce a spiegarmi perché i critici “pop” (nel senso di non classici, non jazz) italiani (non tutti, ma la maggior parte) sono o assurdamente esagerati oppure danno sfogo a un bassissimo livello poetico con contenuto informativo pari a zero, mentre invece gli anglosassoni sono informativi e mediamente obiettivi?
Prendiamo, per es., le critiche che ho cercato per scrivere il post precedente su Rock Bottom.
Onda Rock scrive (estratti; i corsivi sono miei)

Sebbene siamo sicuri che la musica di questo disco fosse già immensa e bellissima…
…Il regno dei nuovi suoni esprime l’immensa solitudine dell’uomo e il suo anelito di salvezza…
…La sezione ritmica del doppio “Alifib/Alife”, affidata al respiro/sospiro è entrata prepotentemente tra le “trovate” più geniali di tutta la storia della musica
…La tettonica che scaturiva dall’eterna contrapposizione tra il jazz e il rock si chiude su se stessa e ne rimane solo una musica da camera, trionfo del nuovo intelletto
…”Rock Bottom” rappresenta la definitiva chiusura di un’epoca, tanto per l’uomo Wyatt quanto per la storia della musica popolare. È il fulcro inevitabile della storia del rock e ogni giudizio su ciò che c’era prima e ciò che è venuto poi va in un modo o nell’altro ricondotto a questo disco

Ma siamo fuori? Se questo è un capolavoro assoluto, Bach chi è?
E se questo è un capolavoro assoluto solo nell’area della popular music, allora il suddetto genere conta più capolavori assoluti di qualsiasi altro genere sulla faccia della terra, giacché girando per Onda Rock (ma anche per altri siti) se ne trovano migliaia.

D’altro canto, altri critici prendono il loro lavoro come un pretesto per evidenziare le loro assai scarse qualità poetiche.
Su Rock Bottom, Scaruffi scrive (estratti)

C’e` come un respiro, una medesima pulsazione vitale, che anima tutti i brani, come esalante da una massa organica di sentimenti. Per questo arduo programma di flusso di coscienza in Rock Bottom si fondono le due componenti principali della musica di Wyatt: il melodismo sentimentale di Moon In June e il vocalismo patafisico di Las Vegas Tango. All’insegno del free-jazz nasce allora una forma-suite di grande suggestione ed emotivita’.

La funerea elegia di Sea Song … si libra in un gorgo armonico sinistro e disperato con un lento incedere da cerimoniale segreto. Last Straw affonda in modo ancor piu` sinistro in misteri occulti, con uno svolgimento che ricorda una Las Vegas Tango piu` lineare e nervosa, con un arrangiamento che rende la sensazione di una mente sconnessa e dell’apocalissi imminente.

che rappresentano anche i due stati fondamentali dell’arte di Wyatt, il lirismo titanico e il nonsense dadaista, ovvero l’ansia d’ assoluto (“unendliche sehnsucht”) e la paranoia del quotidiano. La voce si abbandona a deliri e convulsioni con un tono dimesso che e` ben lontano dai gargarismi del passato, e i fiati si lanciano in lunghe traversate, arabescando di incubi terribili atmosfere gia` demenziali.

Unendliche sehnsucht!? Paranoia del quotidiano?? Apocalissi imminente!!??
Ma sta parlando di un disco o dell’asteroide prossimo venturo?
Adesso, supponete di non sapere niente di Rock Bottom e andate a leggervi le recensioni. Cosa avete capito del disco?
Perché nessuno scrive di musica? Perché nessuno mi dice com’è il tempo, la ritmica, l’armonia? Perché non lo sanno?. Ma se non capiscono nulla di armonia, cosa fanno i critici a fare? E se invece la capiscono, perché non ne parlano? Perché la gente non capirebbe? Forse sarebbe ora di cominciare.
Adesso, invece, andiamo a leggere una qualsiasi recensione anglosassone (questa è di tale Martin Dietrich):

“Sea Song” is a beautiful lovesong as well as a duett of Wyatt and Richard Synclair’s bass. Organ and bass are dominating this song but you also get guitar and piano. The song raises slightly in the end. “The last Straw” commences in a similar way, organ and bass build a musical basis and Wyatt’s voice impends over it. The drums stay discreet all the time. “Little Red Riding Hood Hit The Road” is an extension of “The last straw”, the melody commences and Mongezi Fesa adds some trumpet. This song is kind of hypnotic due to Wyatts voice and the melody, terrific! “Alifib” is a homage to his significant other and again, a duett, this time between Wyatt and Hopper on bass. In the beginning you just hear Wyatts breathing and gasping over some beautiful, mellow and muted Keyboard sounds. After a time Wyatt begins to sing, just as alsways, very melanciloc. After the song gets more and more intensive, it passes into the next track “Alife” wich is a bit madder mainly because of the saxophone. Nevertheless the two songs seem to belong togher, two great and melancolic tracks, beautiful. On “Little Red Robin Hood Hit The Road” Mike Oldfield, Fred Frith, Laurie Allen and again Richard Sinclair gathered to attend Wyatt. The vivid beginning is dominated by Oldfield’s guitar and Waytt’s voice, later on Frith’s viola affiliates. The end is quite funny because somebody tries to tell you something about a broken telephone, drinking tea and some other weird stuff. The song dies away with laughter.

C’è una bella differenza. Non parla di accordi, ma almeno cerca di spiegarmi come sono fatti i pezzi. Sebbene faccia anche un errore (il sax di Alife è un clarinetto basso), cerca di darmi delle informazioni.
Capisco che in Italia Bertoncelli abbia fatto scuola, ma da noi è come se, per chi scrive, l’informazione fosse secondaria, mentre l’importante è cercare di mostrare che si è bravi a scrivere (con scarsi risultati).
O mi sbaglio?

Era una notte buia e tempestosa

This is about a site inspired to an italian book called “Era una notte buia e tempestosa” (It Was A Dark And Stormy Night). The first words of the Snoopy’s romance become the title of a book that collects the first words from 1430 famous books.
Now there is a site called “Incipit” that collects the incipit of 3197 books, many in original language with italian translation.

Anni fa mi sono molto divertito con un libro dall’improbabile titolo di “Era una notte buia e tempestosa” (chi si ricorda Snoopy?), che altro non era che una raccolta di 1430 incipit di altrettanti romanzi (per chi fosse interessato al libro, i curatori sono Papi e Presutto, l’editore Baldini Castoldi, collana Le formiche, prezzo circa € 12).
Qualche giorno fa Nicola mi ha segnalato un sito chiaramente ispirato a quel libro: “Incipit” raccoglie le prime parole di 3197 opere letterarie di 1294 autori, molte delle quali in lingua originale con traduzione a fronte.

Qual’è il vostro incipit preferito? Il mio resta sempre “Call me Ishmael!” (anche se l’incipit di “Le Due Città”, pur di altro tipo, è incredibile).
E i finali? Nessuno ha pensato a raccogliere l’ultimo periodo dei romanzi? Così di brutto mi viene in mente il finale più definitivo possibile: “Inutile aggiungere una sola parola”, Kerouac, Big Sur.

Thunderwords of Finnegans Wake

There are ten thunders in the Wake. Each is a cryptogram or codified explanation of the thundering and reverberating consequences of the major technological changes in all human history. When a tribal man hears thunder, he says, ‘What did he say that time?’, as automatically as we say ‘Gesundheit.’
[Marshall McLuhan]

Here is the thunderwords as written by Joyce and the first read by John Cage:

bababadalgharaghtakamminarronnkonnbronntonnerronntuonnthunntrovarrhounawnskawntoohoohoordenenthurnuk

Perkodhuskurunbarggruauyagokgorlayorgromgremmitghundhurthrumathunaradidillifaititillibumullunukkunun

klikkaklakkaklaskaklopatzklatschabattacreppycrottygraddaghsemmihsammihnouithappluddyappladdypkonpkot

Bladyughfoulmoecklenburgwhurawhorascortastrumpapornanennykocksapastippatappatupperstrippuckputtanach

Thingcrooklyexineverypasturesixdixlikencehimaroundhersthemaggerbykinkinkankanwithdownmindlookingated

Lukkedoerendunandurraskewdylooshoofermoyportertooryzooysphalnabortansporthaokansakroidverjkapakkapuk

Bothallchoractorschumminaroundgansumuminarumdrumstrumtruminahumptadumpwaultopoofoolooderamaunsturnup

Pappappapparrassannuaragheallachnatullaghmonganmacmacmacwhackfalltherdebblenonthedubblandaddydoodled

husstenhasstencaffincoffintussemtossemdamandamnacosaghcusaghhobixhatouxpeswchbechoscashlcarcarcaract

Ullhodturdenweirmudgaardgringnirurdrmolnirfenrirlukkilokkibaugimandodrrerinsurtkrinmgernrackinarockar

Codev2

 

The Lawrence Lessig new book, Codev2 is out today. From the Preface: “This is a translation of an old book—indeed, in Internet time, it is a translation of an ancient text.” That text is Lessig’s “Code and Other Laws of Cyberspace.” The second version of that book is “Code v2.” The aim of Code v2 is to update the earlier work, making its argument more relevant to the current internet.
This is the book’s site from which you can download it in pdf format or buy it.

La povertà culturale di questa nazione

… diventa evidente quando, cercando delle informazioni su alcuni lavori poco noti di Umberto Eco le trovi non in un sito italiano, ma in uno americano come questo, che vi consiglio, purché leggiate l’inglese.
Ora, capisco che il prof. Eco non abbia alcun interesse a farsi fare un sito (ormai è già famoso), ma l’università in cui insegna (o ha insegnato) o quella che gli ha dato l’ultima laurea ad honorem o la città di Alessandria, dove è nato, dovrebbero farne un vanto e dedicargli un sito. In tutti gli altri paesi le università lo fanno.
Invece no. In America devo andare per avere delle notizie su Eco….

Fra l’altro, cercando quanto sopra, mi sono imbattuto nella gustosa storia della rock band “Umberto Eco and the Bunnymen“, autori di “Foucault’s Killing Moon” e “Bring On The Dancing Polymaths” (sempre in inglese, ovviamente).

This post complains the fact that here in Italy there is no site about the italian writer and professor of semiotics Umberto Eco as good and complete as this american site.

eco

Tomba di Oggi, 30/11

wildeDa morto come da vivo, Oscar Wilde si fa notare.
La sua tomba è opera dello scultore americano Jacob Epstein ed è stata eretta 3 anni dopo la sua morte (avvenuta il 30/11/1900 in un hotel di Parigi) quando i suoi resti sono stati traslati nel prestigioso cimitero parigino di Père Lachaise dalla loro sede originaria (Bagneaux).
La parte sotto la scultura è segnata da molte impronte di labbra con rossetto, presumibilmente non tutte femminili. Sembra sia una consuetudine.

Di Wilde si ricordano migliaia di aneddoti, ma uno dei più simpatici, a mio avviso, è questo: quando, durante una cena, gli fu chiesto di fare un breve discorso sullo stato della letteratura, si alzò e disse

Signori, la letteratura versa in pessime condizioni: Omero è morto, Shakespeare è morto e anch’io non mi sento molto bene.

Do not go gentle into that good night

Dylan ThomasL’esperienza che vi propongo qui è sempre audio, ma è un po’ diversa dal solito.
Noi non abbiamo la consuetudine della lettura di poesia. Gli anglosassoni, invece, ce l’hanno ed è una gran cosa, soprattutto quando a leggere sono gli stessi autori.
Recentemente, Salon.com ha messo in linea tutta la Caedmon Collection, una serie di registrazioni eseguite fra il 1952 e il ’53, in cui Dylan Thomas legge una vasta selezione della propria poesia e prosa, insiema a qualche brano dei suoi autori preferiti, fra cui Shakespeare, Milton, Eliot, Auden, Hardy, Lawrence, Graves e il suo amico Vernon Watkins.
Da questa raccolta, ecco la famosissima “Do not go gentle into that good night”, dedicata al padre morente, letta da lui stesso.
L’impostazione vocale di Dylan Thomas è chiara e diretta, di grande potenza, ma con molte sfumature espressive. D’altronde, i suoi reading erano affollatissimi e la gente rimaneva fuori dai teatri o dai cinema in cui il poeta si esibiva, per mancanza di posto.

Ascolta Dylan Thomas

Do not go gentle into that good night,
Old age should burn and rave at close of day;
Rage, rage against the dying of the light.Though wise men at their end know dark is right,
Because their words had forked no lightning they
Do not go gentle into that good night.Good men, the last wave by, crying how bright
Their frail deeds might have danced in a green bay,
Rage, rage against the dying of the light.Wild men who caught and sang the sun in flight,
And learn, too late, they grieved it on its way,
Do not go gentle into that good night.

Grave men, near death, who see with blinding sight
Blind eyes could blaze like meteors and be gay,
Rage, rage against the dying of the light.

And you, my father, there on the sad height,
Curse, bless me now with your fierce tears, I pray.
Do not go gentle into that good night.
Rage, rage against the dying of the light.

Non andartene docile in quella buona notte,
vecchiaia dovrebbe ardere e infierire
quando cade il giorno;
infuria, infuria contro il morire della luce.Benchè i saggi infine conoscano che il buio è giusto,
poichè dalle parole loro non diramò alcun conforto,
non se ne vanno docili in quella buona notte.I buoni che in preda all’ultima onda
splendide proclamarono le loro fioche imprese,
avrebbero potuto danzare in una verde baia,
e infuriano, infuriano contro il morire della luce.I selvaggi, che il sole a volo presero e cantarono,
tardi apprendono come lo afflissero nella sua via,
non se ne vanno docili in quella buona notte.

Gli austeri, vicini a morte, con cieca vista scorgono
che i ciechi occhi quali meteore potrebbero brillare
ed esser gai; e infuriano
infuriano contro il morire della luce.

E tu, padre mio, là sulla triste altura io prego,
maledicimi, benedicimi con le tue fiere lacrime,
non andartene docile in quella buona notte.
Infuria, infuria contro il morire della luce.