L’attacco a Morgan Hill

Quanto segue è stato segnalato da Bruce Perens (uno dei leader di Debian GNU/Linux) e quanto vi racconto è basato sul suo report.

Poco dopo la mezzanotte di Giovedì 9 aprile 2009, aggressori non identificati sono scesi in quattro pozzetti che ospitano i cavi nella città di Morgan Hill (California del Nord, 33,556 ab.) e hanno tagliato gli otto cavi in fibra ottica che servono le comunicazioni della zona, in quello che sembra essere stato il primo attentato organizzato contro le infrastrutture elettroniche di una città americana. Le sue implicazioni, anche se sorprendenti, sono passate quasi sotto silenzio.

Gli effetti, invece, sono stati devastanti. La città di Morgan Hill e parte di tre contee confinanti hanno perso il servizio di emergenza (il 911), le comunicazioni di telefonia mobile cellulare, i telefoni fissi, la rete DSL (internet) e varie reti private, le comunicazioni con i pompieri, gli antifurti remoti, i bancomat, i terminali delle carte di credito e il monitoraggio dei servizi di pubblica utilità. Inoltre, alcune risorse che non avrebbero dovuto esserne affette, come la rete interna dell’ospedale locale, hanno dimostrato di essere dipendenti da risorse esterne, lasciando per una giornata l’ospedale a cavarsela con le carte.

Il commercio è stato interrotto in un corridoio di 100 miglia intorno alla comunità, da San Jose a Gilroy e Monterey. I contanti sono stati re per un giorno mentre bancomat e carte di credito erano fuori uso e molti si sono trovati senza il denaro sufficiente per acquistare beni essenziali. I lavoratori dei servizi dipendenti dalle comunicazioni sono stati mandati a casa e le numerose aziende che gestiscono le operazioni just-in-time per l’agricoltura non potevano comunicare.

In altre parole, l’area era stata isolata dall’internet circostante.

Il movente dell’operazione è oscuro. Si è pensato a un furto a causa dell’interruzione degli allarmi remoti, ma nessun furto è stato commesso. A un tentativo di manipolare il mercato, ma non è emerso niente di strano. Al terrorismo, ma niente è accaduto. Alcuni pensano a una vendetta di ex lavoratori delle comunicazioni, data la conoscenza necessaria per una azione di tal fatta.

O forse, in fondo, era solo una prova…

20 anni di WWW

the original browserIl World Wide Web, chiamato piu’ familiarmente “Web”, compie oggi 20 anni. A festeggiare il ventesimo compleanno del www oggi, al Cern di Ginevra dove è stato inventato, si è tenuta una cerimonia a cui era presente anche uno dei suoi ideatori, il ricercatore inglese Tim Berners-Lee che, insieme al fisico belga Robert Cailliau, ideò il protocollo http per cui scrisse il primo server e il primo client, lo storico browser chiamato proprio WorldWideWeb. Scrisse inoltre la prima versione del linguaggio di formattazione di documenti con capacità di collegamenti ipertestuali conosciuto come HTML.

Era il 13 marzo 1989, un lunedì, quando Berners-Lee sottoponeva al suo superiore, Mike Sendall, un progetto riguardante un nuovo sistema di gestione dell’informazione, volto a mettere in rete gli scenziati del centro ginevrino e i loro colleghi nel mondo intero. “Un po’ vago, ma promettente” annotò Sendall sul documento, autorizzando tuttavia Berners-Lee a proseguire i lavori. Nel settembre 1990, il ricercatore ricevette un computer NeXT Cube, col quale, nel dicembre successivo, sviluppò il Web (NB: il Web, non Internet).

Se il Web non ha più nulla a che vedere con il sistema d’informazione che all’epoca della sua nascita collegava soltanto un piccolo gruppo di computer del centro di ricerche, “le sue radici saranno per sempre legate al Cern” ha rilevato Berners-Lee nell’ambito della cerimonia odierna, durante la quale il ricercatore britannico ha effettuato una dimostrazione con il browser originale. “Lo spirito creativo che ha permesso a Tim Berners-Lee d’inventare il Web è ancora vivo al Cern” ha assicurato da parte sua il direttore generale del mega centro di ricerche di Ginevra, Rolf Heuer.

Nell’immagine (click to enlarge): lo storico browser mentre gira sul sistema Unix del NeXT. Ed è solo perché è stato inventato al CERN e gira su Unix che oggi il web si basa su protocolli liberi e gratuiti, perché se fosse stato creato da IBM, Microsoft o Apple, oggi pagheremmo caro ogni click. Ricordàtelo bene.

Singhiozzo!?

Questa non l’avevo mai vista…

Un sito web famosissimo e potentissimo (Flickr) che mi dice “Per favore, smetti di cliccarmi…

È successo pochi minuti fa, alle 18:40 del 1 Marzo 2009 mentre giravo per Flickr. Cliccate l’immagine per vedere la pagina.

singhiozzo

Posted in Web

Google LIFE photo archive

Ultimamente non sembrano esserci grandi iniziative in campo musicale, ma ce sono in quello dell’immagine (comunque domani torneremo alla musica).

Google sta portando sul web l’immenso archivio fotografico di LIFE Magazine. Già 2 milioni di immagini sono online e altri 8 milioni sono in arrivo.

L’arco temporale coperto dall’archivio spazia dalla guerra di secessione americana fino ai nostri giorni e sono quasi tutte immagini di alta qualità e risoluzione elevata (cliccate su questa antica barca sullo Yang-tse).

La pagina di riferimento è qui, ma Google intende inserire l’intero archivio nel proprio motore di ricerca delle immagini.

Dipity

dipity Dipity è un sito che permette di creare delle cronologie interattive (interactive timelines). Cronologie di cosa? Di tutto quello che volete, dalle scoperte scientifiche, alla musica, dai post di un blog, fino alla vostra vita privata. Potete metterci di tutto, dato che le create voi.

Per esempio, la cronologia in figura (click per ingrandire) elenca i film di fantascienza, ordinati secondo la data di uscita. Ogni entry è cliccabile e apre una scheda che può contenere descrizione, con tanto di link e immagini, nonché eventuali commenti.

Ogni cronologia può essere vista anche come insieme di schede o come semplice lista ed è anche possibile collegarvi una google-map con la locazione degli eventi. Il fattore di scala è regolabile da 500 anni fino a 1 ora! Le possibilità sono innumerevoli. Dal punto di vista didattico, per es., è utilissimo.

Naturalmente non tutto oro è quello che riluce. I lati negativi sono che, dato che la gestione è tutta in javascript, il sito è un po’ lento. Inoltre le ricerche sono un po’ stupide: si cerca per chiave, ma non ho trovato un modo di cambiare l’ordinamento dei risultati. Vedere per prime le cronologie con molte entry sarebbe utile.

In ogni caso, per gli pseudo-enciclopedisti (o i maniaci) come il sottoscritto, è proprio bello. Penso che lo userò quanto prima.

Ritorna Pirate Bay

the pirate bay logoIl Tribunale del Riesame di Bergamo ha riconosciuto la validità del ricorso di Peter Sunde, uno dei tre admin della Baia dei Pirati e ha ordinato il dissequestro del sito di Pirate Bay, sequestrato, per gli utenti italiani, il 10 Agosto.

Il ricorso si basava su argomenti procedurali (il sequestro non era mai stato notificato a Peter Sunde), ma soprattutto su questioni sostanziali. La motivazione del blocco, infatti, era che Colombo-bt, il nodo italiano di Torrent a sua volta sequestrato per violazione di copyright, reindirizzasse spesso gli utenti a Pirate Bay per lo scaricamento dei file, nonché, incredibile a dirsi, il nome del sito.

Gli avvocati di Sunde hanno avuto buon gioco nel sostenere che il mero conteggio statistico degli accessi a Pirate Bay via Colombo-bt non è sufficiente a ritenere che sul sito svedese si producessero violazioni di copyright. In quanto alla faccenda del nome, non vale nemmeno pena di parlarne.

Come ha dichiarato uno degli avvocati di Sunde

Il problema è che si dispone una inibizione non sulla base di un reato posto in essere ma di una presunzione statistica allora si censura e non si sequestra

Google Chrome: indietro tutta

Dopo le polemixhe generate dall’articolo 11 dell’EULA di Chrome, che sembrava concedere a Google una licenza a vita su qualsiasi contenuto venisse visualizzato nel browser (vedi i commenti al post del 4/9), la compagnia ha fatto una veloce conversione a U, chiarendo che l’art. 11 era frutto di una svista di copia e incolla.

So for Google Chrome, only the first sentence of Section 11 should have applied. We’re sorry we overlooked this, but we’ve fixed it now, and you can read the updated Google Chrome terms of service. If you’re into the fine print, here’s the revised text of Section 11:

11. Content license from you
11.1 You retain copyright and any other rights you already hold in Content which you submit, post or display on or through, the Services.

And that’s all. Period. End of section.

aggiungendo che ci vorrà un po’ per propagare la modifica in tutti i 40+ linguaggi della distribuzione, comunque il cambiamento è retroattivo.

In effetti, nel momento in cui scrivo, la versione inglese è già aggiornata; quella in italiano, non ancora.

Google Chrome

La guerra dei browser sembrava placata, ma ora Google lancia il proprio browser open source e lo chiama Chrome. Per ora solo per windoze. Mac & Linux on the way.

google chrome

Posted in Web

8000 al mese…

… sono i tentativi di inserire dei commenti di spam che pubblicizzano di tutto, dal porno ai casinò online, fino al software, alle assicurazioni, alle suonerie per cellulari (queste ultime ormai sono la maggioranza e hanno ampiamente superato il porno).

Mediamente circa 266 al giorno, 11 ogni ora, uno ogni 5.4 minuti. Non si può vivere…

Tecnicamente, questa invasione di spam è dovuta al tentativo di inquinare i calcoli di Google sul page rank che determinano l’ordine di comparsa di una pagina nelle ricerche. Più alto è il page rank, più alta è la posizione della pagina nei risultati di una ricerca.

Il page rank è determinato dal numero dei siti che linkano quella pagina ed è indipendente dal contenuto, da cui questo flusso incontrollabile di spam.

Stella Rossa su internet

Lo scorso weekend potrebbe essere ricordato come un momento storico per internet.

Per la prima volta, infatti, gli USA non sono più il paese con il maggior numero di navigatori, essendo stati superati dalla Cina. Come, infatti, riporta puntualmente il sempre attento Punto Informatico, citando varie agenzie, gli utenti cinesi hanno superato gli americani 220 contro 217 milioni.

Ma la crescita cinese non si fermerà qui. L’aumento rispetto allo scorso anno è stato del 30% e questo sembra essere anche il trend dell’anno in corso. Considerata la popolazione cinese e il fatto che soltanto adesso una gran parte dei cinesi comincia a guadagnare abbastanza da permettersi una connessione domestica, si può prevedere che il distacco sia destinato ad aumentare e consolidarsi.

Il fatto che tutto ciò avvenga nonostante l’altissimo tasso di controllo e di restrizione operata sulla rete da parte del governo cinese non è un buon indicatore. Altri governi potrebbero pensare che crescita e controllo possano convivere. In questi ultimi anni, infatti, gli stessi paesi occidentali hanno imparato molto dalla Cina in materia di controllo. Ricordiamo, per esempio. che in Italia non vengono oscurati soltanto siti coinvolti in reati penali, ma anche quelli che ospitano alcuni casinò online e gestori di scommesse con sede all’estero, onde impedire agli italiani di sfuggire al monopolio statale e alle tasse connesse.

Quello che si spera, ovviamente, è che l’aumento esponenziale del numero dei navigatori renda la vita sempre più difficile ai controllori e che il fenomeno internet si traduca in una maggiore libertà di informazione anche in Cina.

Forse quello di cui abbiamo bisogno davvero è un bel jolly roger: