Morìa?

Prendetela con le pinze, ma da circa un’ora (è l’1:30 del 27/09) sta girando una notizia secondo la quale Horatiu Radulescu, compositore rumeno, noto per i suoi lavori caratterizzati da una ricerca spettrale molto spinta e coraggiosamente priva di compromessi, sia deceduto, a soli 66 anni, a Parigi, dove aveva vissuto a lungo.

Ne abbiamo parlato spesso qui su MGBlog.


Update 2:00

La notizia sembra confermata; se ne parla su NetNewMusic. Tristemente, il 90% degli spettralisti è scomparso prima che il 90% del mondo si sia accorto della loro esistenza.

  • Horaţiu Rădulescu – Capricorn’s Nostalgic Crickets, opus 16 no 2 (1980), per 7 flauti (o legni)

Note di programma in inglese:

7 flutes move along a “square well” of 96 sounds – an “infinite melody”, closed circle of “inharmonic” quarter-tones. Each of the 7 has a different start point: a canon which had already began since the sound-sources play continuously.

Each sound lasting ca 9 seconds (subjective time) is irregularly placed within a period of 11 second-long (objective time). Imagine a sphere with equidistant 96 meridians/feints through which irrupt 96 micro-music events. Due to their various consistency that implacable periodicity (the 11 second-pulse) will become imperceptible.

Four types of sound-production technique (“timbre-being”) activate the micro-spectrality of each sound:

  1. yellow tremolo (“morse” signals of different fingerings on a unique pitch)
  2. stable multiphonics
  3. unstable multiphonics, “overblowing producing “spectral thermometers”, multiphonics variably explicitated
  4. simultaneously singing and instrumental sound with flattertongue

The statistical reading of these 4 types of “timbre-being” creates a “directional random” evolving toward several “accidents of purity” (the 20th eruption : 6 yellow tremoli and l overblowing the 43rd eruption : no multiphonic (unique case) the 87th eruption : 6 sung flattertonguings and 1 yellow tremolo) and inscribing itself into a fusiformali macro-register trajectory. This resembles a natural phenomenon where the cause (sound – sources) and the effect (sound parameters) become very often undetectable, a “drunk organ” simulated by the seven flutes.

Clepsydra

Clepsydra is a piece by Horatiu Radulescu for 16 sound icons.

This instrument, created by Radulescu itself, is a a grand piano laying vertically on its side, with the strings played in different ways: plucked, as a percussion instrument or by bowing.

Horatiu Radulescu – Clepsydra, for 16 sound icons – European Lucero Ensemble, dir. Radulescu

Inner Time II

Inner Time II, op.42 (1993), di Horaţiu Rădulescu, è per sette clarinetti in SIb.

La struttura delle altezze è basata su una scala non temperata di 42 note ricavate dalle parziali 6, 7, 8, 9, 10, 11 e tutte le parziali dispari fino alla 83 di un LA basso (enfatizzare le parziali dispari, in effetti, è coerente con il timbro del clarinetto).
La nota derivata dalla 6a parziale è la più bassa e corrisponde al MI basso del clarinetto in SIb; la più alta, quella della 83ma parziale è appena sotto il RE più alto nell’estensione di un clarinetto in MIb.
In questo brano, però, tutti i suoni sono ottenuti da clarinetti in SIb.
Le 42 note della scala sono suddivise fra i 7 clarinettisti: ognuno di loro deve imparare a eseguire 6 note. Dico imparare perché, derivando direttamente dagli armonici, la scala non è temperata, ma naturale ed è richiesta una notevole precisione di intonazione essendo le altezze definite a livello del 64mo di tono. Dorante le prove vengono usati degli accordatori elettronici per aiutare gli esecutori a trovare la giusta intonazione.

Inner Time II è un omaggio ad Alexander Calder (quello dei mobiles). Qui Radulescu applica la tecnica del filtro di registro, il che significa che seleziona solo alcune parti della scala proprio come se vi applicasse un filtro passa-banda. In effetti l’intero brano è uno spostamento graduale dalle alte verso le basse frequenze con tempi diversi, come i vari elementi di un mobile che ruotano gli uni attorno agli altri.
La struttura temporale, comunque, è molto complessa e fa appello anche alla sezione aurea e alla sua controparte, la serie di Fibonacci.
Se volete maggiori dettagli, potete leggere le note di programma.

Decisamente un bel brano, affascinante anche se non facile perché Radulescu non conosce compromessi, basti pensare che il tutto dura quasi un’ora e lo svolgimento è molto lento.

Il lavoro degli esecutori, poi, è superbo, anche se, quando sento brani di questo tipo giocati tutti sulla precisione dell’intonazione che va oltre il sistema temperato, mi chiedo se non sarebbe il caso di utilizzare l’elettronica, senza sottoporre gli esecutori a inutili crudeltà.

Potete scaricare Inner Time II in FLAC dal Internet Archive.

Horaţiu Rădulescu – Inner Time II, op. 42
armand angster clarinet system

Bowed Piano

Fra i vari modi di suonare un pianoforte c’è anche questo. I suoni sono apprezzabili.

Tratto da Entrada di Stephen Scott

Der Schall

Torniamo a parlare di Der Schall di Kagel, di cui ci siamo già occupati qualche mese fa. Ci ritorniamo perché è stata ripubblicata dal solito AGP (attualmente raggiungibile via Internet Archive) e così cogliamo l’occasione per darvi alcune informazioni su questa inconsueta partitura.

Uno dei desideri di Mauricio Kagel, compositore argentino di nascita (1931), ma tedesco di adozione, è sempre stato quello di “sabotare l’ascoltatore”. Ma con Der Schall (1968) (il suono, nell’accezione della fisica), Kagel riesce a sabotare anche gli esecutori.

In questo brano, infatti, il compositore demolisce la tradizionale struttura dell’esecuzione, in cui un esecutore iper-specializzato nel proprio strumento interpreta una partitura codificata, pensata e scritta per il suddetto strumento. Der Schall, invece, è per 5 esecutori e 54 strumenti, gran parte dei quali sono totalmente ignoti agli esecutori.

Le regole del brano, inoltre, sono concepite proprio per mettere questi ultimi in una situazione per loro inconsueta: quella di avere in mano uno strumento che non sanno suonare. Gli esecutori devono cambiare strumento molto spesso. La partitura stabilisce che:

  1. nel corso dell’esecuzione ogni strumentista deve sperimentare un numero di strumenti pari almeno alla metà di quelli a lui disponibili e
  2. ogni strumento non può essere utilizzato per più di un terzo della durata totale del pezzo.

In tal modo si assicura che la composizione dell’ensemble strumentale cambi continuamente. Una esecuzione come questa dura circa 36 minuti e dispone di 54 strumenti che sono stati suddivisi fra i 5 esecutori come segue (riporto i nomi in inglese dalle note di copertina):

  1. Foghorn, spaghetti tube with trumpet mouthpiece, straight cornet, C-trumpet. baroque trumpet (clarino), plastic tubing with ringed joints, tromba d a tirarsi, short tube with plastic funnel, 20 meters of garden hose with plastic funnel, antilope horn, various mutes and mouthpieces.
  2. Conch trumpet, pandean pipe, 2 posthorns, hand-drum as mute, double foghorn, plastic tubing with connection piece, plastic tubing with ringed joints, trombone, various mutes and mouthpieces, nafir.
  3. Low jew’s harp, sitar, banjo, octave guitar, stoessel lute, rubberphone (rubber bands to be plucked), various gloves, bowing and plucking requisites.
  4. 6-12 organ pipes (mixtures) to be blown by mouth, 2 pandean pipes, taishokoto, ocarina, Kimuan violin (Kimuanyemuanye), bass balalaika, bass mouth-organ, 2 brass tubes, various bowing and plucking requisites.
  5. Bell-board (eight bells fixed to a board, to be bowed only), genuine Cagniard de la Tour siren (blown siren with frequency measuring device), cuckoo (a short of seesaw with two bellows, each adjustable in pitch), 4 tortoiseshelIs, nose-flute, bassdrum, telephone, 2 brass tubes, 1 musical box

Dato che ogni esecutore ha a disposizione circa una decina di strumenti, ognuno di essi è tenuto a cambiarlo mediamente ogni 3.5 minuti.

L’esecuzione che riportiamo si è tenuta a Colonia nel 1969, a cura del Kölner Ensemble für Neue Musik (Edward Tarr, Vinko Globokar, Karlheinz Böttner, Wilhem Bruck, Cristopher Caskel). È disponibile in flac qui.

Mauricio Kagel – Der Schall (1968) Flac version

Tellus

Launched in 1983 as a subscription only bimonthly publication, the Tellus cassette series took full advantage of the popular cassette medium to promote cutting edge music, documenting the New York scene and advanced US composers of the time.

Tellus ‘The Audio Cassette Magazine’ was in activity for 10 years (1983-1993), witnessing the digital revolution taking place in the new media arts. Some points of comparison can be established with the Toronto based MusicWorks Journal and cassette, launched 1978, or with the ROIR cassette only releases of various musical styles, from Flipper to Lee Perry to Einsturzende Neubauten, launched 1981. Tellus published audio art, new music, poetry and drama, exploring musical spheres as diverse as avant-garde composition, post industrial music, NY no wave, Fluxus music, heirs of Harry Partch, avant rock, sound poetry, radio plays, tango, electroacoustic music, etc.

You can find most of materials at UBUWeb page presented in conjuction with Continuo’s Weblog.

Here is the index.

Here are some excerpts

Klavierstücke 1 – 11

AGP101 features the first eleven Klavierstucke (Piano Pieces) by Karlheinz Stockhausen, performed by Aloys Kontarsky in 1965 and transcribed from an out-of-print 2CD set. A recording of Klavierstucke I-XIV performed by Ellen Corver is available on CD 56 of the Stockhausen Complete Edition. But Kontarsky’s recording was the first of this set of Klavierstucke and so has historical interest.

Download from here in flac format 

Fire Fragile Flight

Un brano un po’ alla Varèse questo Fire Fragile Flight, per orchestra, composto nel 1973 da Lucia Dlugoszewski (1925-2000), che di Varèse è stata allieva.

Composer, poet, and choreographer Lucia Dlugoszewski’s (1925-2000) efforts to create an “intense, sudden immediacy” in her music were wide-ranging: she worked with everyday objects, created the ‘timbre piano’ (a prepared piano whose strings are played directly with a variety of materials), designed over 100 percussion instruments, and extended the possibilities of conventional instruments. She wrote for a variety of concert and dramatic mediums, but is perhaps best known for her dance music.

Lucia Dlugoszewski – Fire Fragile Flight (1973) – Orchestra of Our Time, Joel Thome, conductor

ST/10-1,080262

Ecco un altro lavoro stocastico di Iannis Xenakis. Il titolo è codificato: ST sta per stochos, 10-1 significa che è la prima composizione di questa serie per 10 strumenti, 080262 è la data.

L’elemento di interesse di questo brano risiede nel fatto che è uno dei primi ad essere stato composto da un software. All’epoca, infatti, il lavoro di Xenakis aveva richiamato l’attenzione dell’IBM che aveva messo a disposizione alcuni programmatori per formalizzare il suo processo compositivo.

Come in altri brani di questi anni, la statistica e la teoria delle distribuzioni sono alla base dell’intera composizione (vedi Musica e Matematica 03).

Iannis Xenakis – ST/10-1,080262
Paris Instrumental Ensemble for Contemporary Music, Cond. Konstantin Simonovitch

Polla Ta Dhina

Polla Ta Dhina, del 1962, è il primo lavoro di Xenakis con voci e testo.

Qui le voci sono quelle di un coro di bambini che declama su una sola nota (il LA del corista) l’Inno all’Uomo, signore dei mari e della terra tratto dall’Antigone di Sofocle. C’è un grande contrasto fra la semplicità della parte vocale e l’estensione di quella orchestrale che utilizza cromaticamente tutto lo spazio sonoro, dall’ottavino al contrabbasso.

Anche le tessiture strumentali sono molto complesse e in continuo movimento, andando dai ritmi iniziali dei legni e delle percussioni, a sciami di glissati degli archi, agli accordi tenuti degli ottoni, a ribadire il contrasto.

Iannis Xenakis – Polla Ta Dhina (1962), for children chorus & orchestra
Paris Instrumental Ensemble for Contemporary Music, Children Chorus of Notre Dame de Paris, Cond. Konstantin Simonovitch