Four American Composers

Sempre da UbuWeb, ecco il film di Peter Greenaway, Four American Composers (1983).
Diviso in quattro parti, è dedicato a Robert Ashley, John Cage, Philip Glass e Meredith Monk.

From UbuWeb, here is the Peter Greenaway’s film Four American Composers (1983).
The composers are Robert Ashley, John Cage, Philip Glass and Meredith Monk.

Inutili protezioni

key
La chiave “segreta” di cifratura che, secondo le intenzioni delle major, avrebbe dovuto proteggere dalla copia i nuovi DVD in alta definizione (standard HD-DVD) è stata decodificata e pubblicata su internet.
Come nel caso dell’algoritmo e della chiave dei DVD, la MPA (Motion Picture Ass.) si è affrettata a mandare diffide per bloccarne la pubblicazione e come in quel caso, le diffide hanno ottenuto l’unico effetto di diffondere la chiave su migliaia di siti.
Come in quel caso, poi, il testo della chiave, costituito da una serie di numeri in esadecimale, è stato codificato in modo da non violare l’ordinanza dei tribunali, che vieta la pubblicazione dei numeri. Al tempo del DVD, infatti, l’algoritmo e la chiave apparvero in centinaia di formati: inseriti in immagini, cantati in una canzone, recitati da un attore shakespeariano, stampati su una maglietta, trasformati in MIDI file che produceva musica insensata, ma che, visto come serie di numeri, era la chiave e così via, come testimonia questa Gallery of CSS Descramblers mantenuta dalla Carnegie Mellon University.

Il duro lavoro del sound designer

This video shows how to create sounds of bodies being crushed, ripped open and torn asunder, by abusing of vegetables.
Note the microphone always very close to the object, to record a strong and clear sound.

Questo video mostra come ottenere rumori di corpi spiaccicati, smembrati, eccetera, abusando di frutta e verdura.
Notate come il microfono sia sempre molto vicino all’oggetto, per ottenere un suono forte e molto presente.

from darkSector

Beethoven in Morse

Qualcuno ricorda il codice morse? Quella serie di beep – beep – beeeeeep (punto – punto – linea) usata nelle telecomunicazioni per 160 anni, fino al suo definitivo pensionamento negli anni ’90?
Andate a vedervi questa simpatica animazione che gioca sul mettere in morse Beethoven. Cosa, peraltro, che ha un riferimento storico perché, durante la 2a guerra mondiale, le trasmissioni della BBC dirette alla Francia occupata iniziavano con le prime 4 note della 5a perché il famoso fa-fa-fa-re era punto-punto-punto-linea che in morse era V, come victory.

Zur Farbenlehre

Zur Farbenlehre (the theory of colours) is a film by Steven Jones.
The footage for this film was shot entirely using the video camera on a Nokia N73 mobile phone. The footage was subsquently repeatedly rendered and effected through software on a standard PC, prior to editing. The soundtrack is ‘Vladivostok’ by Sonmi451.

Date un’occhiata a questo filmato. L’ho trovato abbastanza affascinante nella sua lentezza.
Il titolo significa “la teoria dei colori”. Le immagini sono state girate da Steven Jones con la videocamera di un cellulare Nokia N73 e successivamente virate ed elaborate via software.
La colonna sonora è “Vladivostok”, un brano di Sonmi451.

[via Rhizome.org Artwork]

KPN Telecom building

kpn_screen

L’edificio della KPN Telecom, situato a Rotterdam e progettato da Renzo Piano è dotato di uno schermo monocromatico di 2922 m2 formato da 896 lampade quadrate disposte in una griglia di 22*41 che creano una immagine o animazione di m 37.8 di larghezza e 72 m di altezza.

The KPN Telecom building, situated in Rotterdam NL and designed by Renzo Piano, is equiped with a unique monochrome, 2922 m2 screen consisting of 896 square lamps in a 22*41 grid creating a w37.8m * h72m image or animation.

South Park e il 9/11

undefinedI malefici e simpaticissimi ragazzini di South Park sono originali anche sul 9/11.
Nell’episodio 1009, “Mystery of the Urinal Deuce”, qualcuno defeca nell’orinatoio della scuola e Mr. Macey vuole che salti fuori il colpevole. Cartman suggerisce che si tratti di un complotto, “proprio come quello del 9/11”, ma su questo gli altri gli danno dello scemo.
Allora Cartman fa un’indagine che poi presenta alla classe, riuscendo a convincere tutti che si tratta di un complotto e il colpevole è Kyle. Qui inizia la solita storia complicata (potete leggere il plot qui) durante la quale i ragazzini entrano in contatto con i principali gruppi complottisti e in un primo tempo sembra che ci sia veramente il governo dietro il 9/11.
Ma alla fine salta fuori la verità. Le teorie del complotto sono un complotto del governo, con Bush che ammette: “la gente deve pensare che noi siamo dietro anche agli attentati, altrimenti risulterebbe chiaro che non riusciamo a controllare niente”.

La guerra dei mondi (quella vera)

monumento
Il 30 ottobre 1938 un’ondata di isteria ha colpito gli ascoltatori di una trasmissione radio in cui un annunciatore descriveva, in diretta, lo sbarco e l’attacco alla terra di astronavi provenienti da Marte.
Era “La Guerra dei Mondi”, radiodramma messo in scena da Orson Welles basandosi sul romanzo di fantascienza di H. G. Wells.
Migliaia di persone in New Jersey e a New York abbandonarono le proprie case lanciandosi in auto verso ovest nel tentativo di sfuggire a dei marziani virtuali mentre altre migliaia tempestavano di chiamate la polizia e i pompieri.
Nell’immagine vedete il monumento che ricorda la trasmissione, posto sul luogo del finto sbarco (cliccate sull’immagine per ingrandire).

Qui potete ascoltare la trasmissione stessa in formato MP3.
Come potete sentire il programma era ben congegnato. All’inizio simulava una trasmissione di musica leggera che veniva ogni tanto interrotta da annunci e interviste su quanto stava accadendo. Via via, la descrizione degli avvenimenti diventava sempre più incalzante e drammatica. Il momento in cui i marziani attaccano, si sentono urla e la trasmissione si interrompe di colpo lasciando un buco di qualche secondo: è un bel colpo di teatro (minuto 17 circa).
Oggi possiamo capire perché si sia scatenato il panico. La CBS inserì un annuncio che avvisava che si trattava di un radiodramma una sola volta nel 55 minuti di trasmissione e chi si collegava senza aver sentito la presentazione iniziale cadeva di colpo nel dramma.

La cosa buffa è che lo stesso Welles, non aveva minimamente previsto quelle che sarebbero state le reazioni del suo pubblico; non aveva intenzione di creare uno scherzo, come talvolta si crede, e finita la trasmissione si recò in un teatro vicino per prendere parte alle prove serali di uno spettacolo, venendo a conoscenza del putiferio che la sua interpretazione aveva scatenato soltanto il giorno dopo.
Oltretutto, Welles pensava che l’adattamento fosse noioso, e non avrebbe voluto proporlo, se non fosse che fu costretto ad usarlo perché si ritrovava senza altro materiale interessante a disposizione.

Furono le dimensioni della reazione ad essere sbalorditive. Sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Jersey, che avevamo sottostimato l’estensione della vena di follia della nostra America.
Orson Welles

In effetti, tutto avvenne nel giro di pochi minuti perché, proseguendo nell’ascolto, sarebbe stato chiaro che si trattava di un racconto a causa dei particolari come la distruzione delle città e altre cose simili.
A dire il vero, gli autori avrebbero dovuto quantomeno essere cauti. Non era il primo programma del genere. Nel 1926 un finto reportage di Ronald Knox su una rivolta a Londra venne trasmesso dalla BBC creando un certo panico in città (ma il panico inglese è niente rispetto a quello americano).

Universe is not user friendly, but it seems

kakophone

Ladies & Gentlemen I introduce to you the Kakophone.
This funny virtual synthesizer can generate an infinite number of customized ringtones in different styles. Then it sends the files to your mail address. All for free. You must only agree to receive a newsletter (advertisements, I suppose), that you can easily unsubscribe.
The device is really funny. It makes a lot of pretty noises. I suppose that many kids has been connected and used the program without thinking so much. Try it. But first read below.

Well, when you first enter the kakophone, it ask you for your telephone number that is printed on the device as bar-code (look under the red row: 789… it’s not mine). The number is used as random number seed to be sure that each ringtone is unique. From a mathematical point of view, this is correct.
Then you play with the device generating some ringtones and finally choose one.
Now the kakophone must create a file fitting your cellular phone. So it ask you for your country, the brand and model of your phone and your mail address.
And here I stop because I realized that if I press the button, the site could link

  • my country
  • my email
  • my phone number
  • the brand and model of my phone

Ok, it can’t be sure that the phone number is mine and I am just a little paranoid, but…

The Sound Dimension

LSP

Edwin van der Heide, from Holland, is an artist working on the spatial dimension of sounds. In his installations the sounds are visualized or moved from a landscape to another or become a way to explore the surrounding space.
Let’s see some works illustrating the different approaches.
LSP is a performance where image and sound play equally important roles. The performance environment allows the audience to change their perspective continuously. The image is generated by means of a laser projecting on a thin layer of smoke in the space. Image and sound originate from the same real-time generated source in the computer. The development of the performance fluctuates between the dominance of image over sound and vice versa.

Wavescape is translating the the underwater space into an audible acoustic environment. Twentyfour hydrophones (underwater microphones) are placed over a horizontal line in the water. Each hydrophone is connected to its own speaker. There are twentyfour speakers on the water side. This creates a live reproduction of the underwater sound space. The result is very perceivable and almost touchable. From the water side you listen in to the underwater space. You hear an incredible depth and width. The speed of sound underwater is almost five times faster then the speed of sound through the air. This creates a possibility for interesting interferences between both of them. The installation is based on the principle of recording and reproducing wavefronts.

Spatial Sounds (100dB at 100km/h) consists of a speaker on a long arm with a counterweight at the other end. The arm can spin, and can be regulated between very slow and very high speeds, with a maximum of 100 km/h. A high-speed distance-measuring sensor is mounted close to the speaker and measures the surrounding space. It scans any objects and visitors in this space. Because it is spinning, it creates a spatial depiction of the space, resulting in a continuously changing, dynamic map, rather similar to traditional radar.


Other works are depicted on the van der Heide own site.