Partitura

Partitura è un software molto interessante che genera immagini in movimento a partire da una traccia audio.

NB: la generazione non è immediata. Partitura è un linguaggio di programmazione con interfaccia grafica nello stile di MAX/Msp e del suo modulo grafico Jitter.

Il software nasce dalla collaborazione di Abstract Birds e Quayola ed è free per uso non commerciale. È stato realizzato utilizzando il toolkit vvvv dal cui sito è scaricabile.

Partitura is a custom software built in vvvv.org to generate realtime graphics aimed at visualising sound. The term “Partitura” (score) implies a connection with music, and this metaphor is the main focus of the project. Partitura aims to create a new system for translating sound into visual forms. Inspired by the studies of artists such as Kandinsky, Paul Klee, Oscar Fischinger and Norman McLaren, the images generated by Partitura are based on a precise and coherent system of relationships between various types of geometries. The main characteristic of this system is its horizontal linear structure, like that of a musical score. It is along this linear environment that the different classes of abstract elements are created and evolve over time according to the sound. Partitura creates endless ever-evolving abstract landscapes that can respond to musical structures, audio analysis and manual gestural inputs. It is an instrument that visualises sound with both the freedom of spontaneous personal interpretation/improvisation and at the same time maintaining the automations and triggers of mathematical precision.

Partitura defines a coherent language of its own for the creation of new contemporary abstractions. It is within this system that Partitura creates worlds that expand from a single dot to multiple galaxies, from minimalism to complexity, from rigid to elastic, from solid to liquid, from angular to smoothness, from tentative to boldness, from calm to agitation, from slow to fast, from desaturated to saturation, from dark to lightness, from predictable to unpredictability. Literally ‘everything’ and its opposite… just like a musical flow.

Il mondo attraverso Facebook

Questa immagine è stata creata nel 2010 da Paul Butler, che nella vita si occupa di strutturare i dati raccolti da Facebook, partendo da circa 10.000.000 di coppie di amici.

In pratica, ogni utente è stato geo-localizzato con un punto nella posizione della sua città di residenza. Le varie città sono state poi connesse da linee il cui colore (dal blu scuro al bianco) è funzione del numero di amici che risiedono nelle due città.

Ovviamente non è possibile discernere con chiarezza le singole linee. È invece interessante osservare come il pianeta venga disegnato e soprattutto vedere le zone scure che non sempre sono causate dal digital divide, come è il caso dell’Africa. Spesso, infatti, il vuoto dipende dal fatto che in alcuni paesi, per es. Cina, Russia e Brasile, esistono dei social network locali che Faccialibro non è ancora riuscito a scardinare (rispettivamente QZone, VKontakte e Orkut).

L’immagine è molto grande. Cliccare per ingrandire. Qui l’articolo originale di Paul Butler.

il mondo attraverso facebook

Transfinite

Una installazione in cui Ryoji Ikeda tenta di catturare l’invisibile flusso di dati che scorre attraverso l’intero pianeta. Due enormi schermi affiancati, 13 m. di altezza per 18 di larghezza, ma un’enorme estensione al suolo, su cui scorrono figure generate dal flusso numerico della rete in sincronia con la musica dello stesso Ikeda, fatta di nuvole di rumore, onde sinusoidali, bassi mormorii punteggiati da tintinnii e sibili sulle alte frequenze.

Installata fino all’11 Giugno presso Park Avenue Armory
643 Park Avenue, New York, NY 10065, (212) 616-3930

ikeda - transfinite

ikeda - transfinite

ikeda - transfinite

ikeda - transfinite

Collision

Collision (2005) is a Max Hattler‘s multi-award winning abstract political short film, in HD. Islamic patterns and American quilts and the colours and geometry of flags as an abstract field of reflection.

facebook.com/​maxhattler.artistpage
maxhattler.com
maxhattler.com/​collision

Gargoyles sing the blues

Dalla Cattedrale di Gloucester, due gargoyles, attualmente in via di restauro, in atteggiamento inequivocabile…

Fonte: Stone project

Mosfilm

La storica compagnia cinematografica di Mosca, Mosfilm, che ha realizzato molti classici, fra cui vari film di Tarkovsky, ha messo parte della propria produzione su You Tube in HD.

Questo è il canale della Mosfilm, qui con traduzione italiana grazie al solito Google. I film sono in lingua originale con sottotitoli in inglese.

Ci spiano a fin di bene?

Le foto digitali contengono un sacco di dati, quasi tutti di carattere tecnico. Il formato utilizzato dalle fotocamere digitali, infatti, va sotto il nome di Exif (Exchangeable image file format). La specifica utilizza i formati esistenti JPEG, TIFF Rev. 6.0, e RIFF, con l’aggiunta di specifiche etichette (tag) di metadati.

Questi metadati, in genere, sono utili perché permettono, anche a distanza di tempo, di visualizzare i valori di tempo, diaframma, risoluzione, data e ora, nonché tutte le impostazioni con cui è stata scattata la foto.

Per vederli, aprite questa pagina e caricate una foto oppure scaricate l’ottimo ExifTool.

Fra questi dati, però, almeno uno può essere utile o dannoso in base alle intenzioni. È il numero di serie della fotocamera, che è unico e quindi, in qualche modo, permette di risalire all’acquirente. Quindi ricordate di eliminare i metadati se, per es., mettete una immagine in internet e non volete essere identificati.

D’altra parte, proprio il serial number può avere un altro utilizzo, più interessante. Supponete che vi rubino la fotocamera e che, alla fine, vada in mano a qualcuno che fa qualche foto e la mette in internet.

Ebbene guardando il serial number di quelle immagini, voi potete dimostrare che sono state scattate con la vostra fotocamera (peraltro il numero dovrebbe essere anche riportato sulla garanzia).

È proprio quello che fa il sito stolencamerafinder che ha raccolto un database di più di un milione di fotocamere. Vi basta avere una immagine non modificata scattata con la vostra fotocamera ormai perduta e il sito può aiutarvi a identificare altre immagini scattate con la stessa, a patto che siano state imprudentemente messe in rete.

Se, poi, per curiosità, volete vedere i dati Exif contenuti in una immagine, cliccate qui sotto.

Continue reading

Guardate attentamente

questa immagine per un po’…

Non è un video. È una GIF animata. Un formato che, di solito viene utilizzato per fare stupidaggini come questa animated gif ma che Jamie Beck e Kevin Burg stanno cercando di elevare a un livello che si avvicini all’arte: “more than a photo but less than a video”.

Steampunk Cells

Potrei riconciliarmi con il cellulare…

Cliccare per ingrandire. Altri modelli visibili su 1-800-Recycling.

ozone romantic mobile
flip phone iPhone

Flux

Un metamorfico video di Candas Sisman. che ha realizzato sia il video che l’audio per il Plato College of Higher Education.

Avvertenza: usa parecchia banda; se va a scatti, fatelo partire, poi mettetelo in pausa e aspettate che la cache sia abbastanza carica.

Note dell’autore:

A Short Animation Inspired by the Works of İlhan Koman

Plato Art Space is proud to present Candaş Şişman’s video dedicated to famous sculptor İlhan Koman produced for the exhibition İlhan Koman: Hulda Festival, a Journey into Art and Science opening on the 22nd September, 2010.
İlhan Koman’s unique design approach in his form studies also inspires contemporary art works. The video installation Flux by young artist Candaş Şişman can be defined as a digital animation which is inspired from the structural features of some of İlhan Koman’s works like Pi, 3D Moebius, Whirlpool and To Infinity… A red circle, which is colored in reference to the red radiators of Ogre, is traced in a morphological transformation which re-interprets the formal approach of Koman’s works. The continuous movement sometimes connotes the formal characteristics of Pi, 3D Moebius, Whirlpool and To Infinity…, as well as the original formal interpretations of the design principles of the works . In Flux, Koman’s design process in the making of the Pi series has been treated as the emerging of a sphere from a two-dimensional circle by the principle of increasing the surface; and that simple direction is re-interpreted in digital medium. Thanks to this, in the digital animation an entirely different form serial that does not resemble Pi yet remaining its design principle can be followed through the flow of a circle to the sphere. As a conscious attitude of the artist, this work is not designed in a direct visual analogy with Koman’s works. During the animation, none of the moments of the transforming form look like Pi or 3D Moebius, however the subjective reading of Koman’s approach can be observed.

With the integration of the sounds of various materials – which Koman used in his sculptures – Flux turns into an impressive spatial experience. Flux, also exemplifies that Koman’s work can be re-interpreted by the analysis and manipulation of form in the digital medium.