Effettivamente la foto del 25 Aprile si riferiva a Chernobyl.
Finora, il sarcofago di Chernobyl era additato come il più evidente monumento alla follia autodistruttiva dell’uomo, destinato ad essere conservato integro per migliaia di anni e utilizzato dagli oppositori del nucleare per dimostrare la sua pericolosità.
I fautori dell’energia nucleare, invece, sostengono, a ragione, che la centrale di Chernobyl era un impianto vecchio e insicuro, ma ora, negli Stati Uniti, additati come dimostrazione dell’esistenza di centrali sicure, è quasi completo un altro monumento a mio avviso ancora più folle, perché non è frutto di un incidente, ma di un pensiero lucido e razionale.
Si tratta del Waste Isolation Pilot Plant (WIPP), una discarica nucleare sotterranea situata nel deserto del New Mexico, profonda fino 2150 piedi (ca. 650 m).
Qui sono stati depositati per anni tutti i rifiuti radioattivi provenienti dalle centrali nucleari degli USA e quando sarà pieno (ed è quasi pieno) dovrà essere sigillato definitivamente.
Certamente il WIPP è sicuro. Test continui anche di terze parti, hanno dimostrato che nessuna radiazione sfugge dal deposito sotterraneo e si può anche camminarci sopra in assoluta sicurezza. Se è per questo, ci credo, ma il punto non è questo.
Il punto è che, dal momento della chiusura, sarà necessario segnalare chiaramente che chi scava qui, muore. E non solo: scavando si potrebbe aprire un vaso di pandora in grado di avvelenare una vasta area, prima che la fonte venga identificata e richiusa.
Fin qui niente di strano. Il governo americano è certamente in grado di impedire l’accesso all’area. Il problema, però, sta nel fatto che questo divieto dovrà essere mantenuto per almeno 10.000 anni, tale è il periodo di tempo necessario perché le scorie diventino relativamente innocue.
10.000 anni sono un periodo di tempo inimmaginabile. I monumenti più antichi che abbiamo, le piramidi, esistono dalla metà di questo tempo.
Il problema che i tecnici stanno affrontando è di far sì che questa informazione vitale venga tramandata e si conservi intatta per questo inimmaginabile periodo di tempo.
Guardate questa immagine:
Per noi è chiarissima, ma cosa dirà ai nostri discendenti anche fra “soli” 3000 anni? Come sarà la razza umana fra 10000 anni? Come progettare un messaggio che mantenga intatto il suo significato nonostante le inimmaginabili differenze culturali che si produrranno?
Se ne è occupata la Sandia Corporation, producendo un suggestivo rapporto in cui si immagina di costruire strutture che evochino un senso di pericolo, come quella nell’immagine di apertura. Suggerimenti solo in parte accolti dal governo, che ha optato per soluzioni più tradizionali, ma qualsiasi soluzione, a mio avviso, è insufficiente di fronte alla curiosità umana.
Così come le maledizioni e le iscrizioni non ci hanno impedito di entrare nelle tombe dei faraoni, nessuna struttura è in grado di impedire che i nostri lontani discendenti cerchino di capire cosa c’è lì, anzi, per me, la presenza di costruzioni strane e uniche come quelle proposte nel rapporto di cui sopra, sarebbe solo un incentivo a scavare.
Category Archives: Technology
50 anni
Fifty years ago, in 1957, at Bell Telephone Laboratories, Max Mathews demonstrated that the digital computer can be used as a fantastic new music instrument. He created a revolutionary software platform destined to form the basis of all contemporary digital musical systems (Music 1–Music 5).
His audacious ideas were driven by the belief that “any sound that the human ear can hear can be produced by a computer”. Mathews’s mastery of this new instrument revealed new musical horizons and sparked a burgeoning curiosity into the very nature of sound. His comprehension and elaboration made five decades of art and research possible, laying the groundwork for generations of electronic musicians to synthesize, record, and play music.
Today at Stanford’s Center for Computer Research in Music and Acoustics (CCRMA) as a Professor Emeritus he continues not only to educate students and colleagues, but also to guide and inspire with his constant inventiveness and pure musical pleasure.
T-clock
Enough beating about the bush, the T-shirt clock does exactly what it says on the tin. It’s a t-shirt with a clock in it. This technological marvel is 100% cotton and has a fully functional Electro Luminescence (EL) panel stuck to the front of it. The clock is powered by a discreet battery pack that tucks into a pocket inside the T. The super clear green clock looks good during the day or at night and as an added bonus in the dark the UV reactive circuit board adds to the effect. It can be left on/off continuously or it can be set to one of eight different modes to conserve the battery power. There’s even a stop clock feature. The clock is powered by 4 x AAA batteries and battery life is anywhere from 12 – 36 hours depending on flash mode you select.
If you like being the centre of attention or you just don’t like wearing your own watch then this is for you. Ideal for parties, gigs, festivals and raves t-shirt clock will have the crowds staring at you time and time again!!. Oh yeah just one more thing, this t-shirt is hand wash only (as if you needed telling)!
[from crazyaboutgadgets]
La vedete? È una T-shirt con un orologio sopra. Ma l’orologio non è stampato. Funziona. C’è anche una funzione cronometro.
Il problema è che dovete tirarvi dietro anche 4 batterie AAA con autonomia da 12 a 36 ore in base alle modalità di funzionamento (il display si può spegnere o lampeggiare).
L’altro punto è che vi trasforma in un orologio ambulante: gli altri leggono bene l’ora, voi no.
Costa € 37.71 da crazyaboutgadgets
Però l’idea è interessante. In tempo di wireless è facile pensare a magliette con film che vanno, news, immagini e magari, visto il numero di webcam non protette in giro, prima o poi, passeggiando per un aeroporto qualcuno vedrà, sulla schiena di qualcun altro, la moglie che se la spassa con il classico migliore amico…
iTTUSB
ION has created a revolutionary USB turntable allowing you to convert your old vinyl collection directly to CD or MP3 with included recording software. The iTTUSB also features a switchable phono/line level output for connecting to any home stereo with an AUX input.
Questo interessante ordigno si chiama iTTUSB (ormai la i minuscola è obbligatoria). È un piatto da vinile che, oltre ad uscire in phono, include (evidentemente) un convertitore AD che converte l’audio in digitale e lo invia alla porta USB del computer, da cui può essere facilmente salvato in wav con un qualsiasi programma di HD recording.
Ho messo (evidentemente) perché i signori della Ion Audio non si sono degnati di specificare in modo visibile le caratteristiche tecniche dell’ADC né tantomeno il fatto che esiste (il che mi sembra piuttosto iDiota). Verosimilmente si tratta di un 16 bit (tanto la dinamica dei vinili è poca).
IceMusic
Una interessante (?) iniziativa dalla Val Senales
La musica che viene dal ghiaccio Musica di ghiaccio? Il nome Tim Linhart (USA) sta per sculture filigrane estetiche e strumenti musicali di ghiaccio. Strumenti ad arco rifiniti di sottili strati di ghiaccio sono i protagonisti di un progetto unico nelle alpi – forse nel mondo. Le casse armoniche di violini, violoncelli e altri strumenti risuoneranno ad alta quota presentati tramite una rassegna che si manifesta da metà febbraio fino pasqua del 2007. Un programma culturale di altissimo livello fra classica, jazz, ambient e musica etnica che trasmetterà una sensazione indimenticabile.
Luogo della manifestazione è il ghiacciaio della Val Senales in Alto Adige a 3.200m s.l.m. facilmente raggiungibile con la teleferica della omonima stazione sciistica. Il panorama a mozzafiato, il ” duomo di ghiaccio ” di una dimensione notevole situato nel ghiaccio eterno ci ispira e trasmette una sensazione di cultura e natura unica e non paragonabile.
Sito: IceMusic
The Last Messages (1000 SMS)
A novel whose narrative consists entirely of mobile phone text messages has been published in Finland.
“The Last Messages” tells the story of a fictitious information-technology executive in Finland who resigns from his job and travels throughout Europe and India, keeping in touch with his friends and relatives only through text messages.
His messages, and the replies — roughly 1,000 altogether — are listed in chronological order in the 332-page novel written by Finnish author Hannu Luntiala. The texts are rife with grammatical errors and abbreviations commonly used in regular SMS traffic.
Hard work for translators.
Siamo ostaggi
Questo post prende le mosse da un fatto.
The Pirate Bay annuncia: “Era solo una questione di tempo, e infatti eccoli qui! Ieri l’utente Lyzz ha fatto la storia pubblicando il primo film HD DVD” (fonte Punto Informatico).
Circa un mese fa, un programmatore che si fa chiamare Muslix64 ha infatti annunciato di essere riuscito ad aggirare l’Advanced Access Content System (AACS), il nuovo sistema di protezione adottato dai formati DVD di nuova generazione Blu-ray e HD DVD.
Ora troviamo i primi HD DVD (file da oltre 20 Gb) su Bit Torrent. Il tutto fa presagire l’ennesima guerra major contro utenti, ma il blog Bored With Everything fa questa considerazione (prontamente tradotta da Punto Informatico): “Cos’è che traina la tecnologia più di qualsiasi altra cosa? La pirateria. Con la possibilità di visualizzare i file con molti diversi software DVD, questo è un grosso balzo per HD DVD, anche se loro (i produttori di tecnologia, ndr.) non lo dichiareranno pubblicamente. Il prossimo passo saranno masterizzatori HD DVD a buon prezzo, e così la guerra dei formati avrà fine”.
E così arriviamo al punto di cui personalmente sono convinto da anni. Tutto questo dibattito copyright/copyleft è importante, ma in realtà la guerra che si sta combattendo oggi è un’altra in cui noi non siamo protagonisti, ma ostaggi. È una guerra industriale e commerciale in cui noi siamo il territorio da conquistare.
Prendiamo, per esempio, la famosa faccenda del file sharing. Sembra essere una questione fra le major e gli utenti, ma non è così.
In realtà, da una parte ci sono le major che vendono musica e film, ma dall’altra ci sono le telco (compagnie di telecomunicazione) che vendono connessioni internet.
- E secondo voi, quante ADSL si venderebbero a circa € 30 al mese se non ci fosse qualcosa da scaricare gratis?
- Quanti comprerebbero l’ADSL solo per leggere la posta e surfare un po’?
- E quanti la comprerebbero per poi spendere altri soldi per comprare contenuti?
- E quanti lettori DVD si sarebbero venduti per metterci dentro solo materiale regolarmente acquistato o noleggiato?
- E quanti iPod?
- Sapete che una ricerca ha mostrato che solo il 17% della musica caricata su iPod è stata regolarmente acquistata? (fonte BBC)
- E ancora, chi avrebbe in casa un masterizzatore solo per fare il backup dei dati?
Il tutto assomiglia molto alla guerra fra major e produttori di registratori di un po’ di anni or sono.
E poi, considerando che il porno costituisce di gran lunga la maggior parte di ciò che viene scambiato in rete, vi siete mai chiesti perché i produttori di porno non protestino mai per le copie? Solo perché il loro prodotto è moralmente discutibile? (ma lo è?). Non scherziamo. Il fatto è che loro sanno che più gira, più si vende.
La guerra vera, quindi, è fra i produttori di contenuti da una parte e i costruttori di hardware e le telco dall’altra. Noi siamo ostaggi.
OddMusic
Una citazione di dovere al sito di Odd Music che ormai da anni raccoglie e archivia documentazione sugli strumenti musicali auto-progettati e auto-costruiti, dall’innovativo al demenziale.
A testimonianza del lavoro di oddmusic, ecco alcuni estratti che vanno dal Bantazar (un contrabbasso a 5 corde con 29 corde di risonanza e 4 di bordone) fino alla Celestial Harp (in figura) costruita intorno ai concetti del cerchio, del quadrato e della spirale, con ovvie connotazioni astrologiche, di cui vi presentiamo 3 esempi (ex1, ex2, ex3).
Oddmusic is home to unique, odd, ethnic, experimental and unusual musical instruments and resources. Tour the Gallery, see in-depth sections featuring artisans who blazed new trails or are on the cutting edge of new and previously unheard musical instruments. Look, listen, and explore music and musical instruments that aren’t part of the mainstream. Showcasing unusual musical creations and sounds of unique artists and artisans from around the globe. From gourd music to electronic odysseys, harp guitars to industrial insects, from beautiful, to bizarre, to just plain wacky. New, unique innovations, along with heavily modified hybrids of instruments once formally known as guitars, basses, keyboards, drums, wind and stringed instruments. Musical stalagmites, bowed telegraph wires, twisted electrons, Circuit Bending, Waterphones, Hang drums, ethnic instruments, Stamenphones, Theremins, Serpents, Light Harps, and much more. Give your eyes and ears a treat. Feed your imagination at Oddmusic.
Carillon programmabile
Updated 20150608
Traditional musical boxes normally have a single tune (unless you have an advanced version with different cylinders). But in this case, the music box, which is hand cranked, has a strip of paper that passes through it, and the little holes in this strip determine the tune.
The Music Box comes with one strip of paper already punched with the tune ‘Happy Birthday’. There are then 3 blank strips of paper and a hole punch, which will allow you to create tunes of your own! It makes for a fun and interactive way to learn and create music.
Available with 20 or 30 notes, and can play chords, not just single notes.
Find all here.
A differenza dei normali carillon, che sono fissi e suonano sempre lo stesso pezzo, questo è programmabile.
Legge i fori su una striscia di carta e viene venduto con due striscie sulle quali sono riportati (come guida) il pentagramma e la scala temporale. Esiste a 20 o 30 note e ovviamente può eseguire anche accordi. Trovate il tutto qui.
Vedo la possibilità di una quantità di operazioni cageane bucherellando casualmente la striscia. Che musica produrrà una effige di Beethoven incisa ripetutamente?
Travelling Guitars
The Travelling Guitars show is open at the Cité de la Musique in Paris (France) until January, 14. Te site organisation is interesting, but the contents are not really original.
More interesting cound be the Power Chords installation by Saâdane Afif for 11 electric guitars controlled by a computer system.
Each guitar play a chord randomly and the whole build harmonic lines.
Alla Cité de la Musique di Parigi c’è questa mostra di chitarre aperta fino al 14 gennaio. Il sito è carino, ma i contenuti non sembrano particolarmente originali.
Più interessante, invece, sembra essere Power Chords, una installazione di Saâdane Afif in cui una certa quantità di chitarre, disperse in un ambiente e controllate da un sistema informatico emettono accordi in modo aleatorio (nell’immagine).