Universe is not user friendly, but it seems

kakophone

Ladies & Gentlemen I introduce to you the Kakophone.
This funny virtual synthesizer can generate an infinite number of customized ringtones in different styles. Then it sends the files to your mail address. All for free. You must only agree to receive a newsletter (advertisements, I suppose), that you can easily unsubscribe.
The device is really funny. It makes a lot of pretty noises. I suppose that many kids has been connected and used the program without thinking so much. Try it. But first read below.

Well, when you first enter the kakophone, it ask you for your telephone number that is printed on the device as bar-code (look under the red row: 789… it’s not mine). The number is used as random number seed to be sure that each ringtone is unique. From a mathematical point of view, this is correct.
Then you play with the device generating some ringtones and finally choose one.
Now the kakophone must create a file fitting your cellular phone. So it ask you for your country, the brand and model of your phone and your mail address.
And here I stop because I realized that if I press the button, the site could link

  • my country
  • my email
  • my phone number
  • the brand and model of my phone

Ok, it can’t be sure that the phone number is mine and I am just a little paranoid, but…

L’Universo non è user-friendly ma a volte fa ridere

Che cosa si scrive di solito su un documento quando non si vuole venga diffuso?
Per esempio “confidential”, oppure “not for distribution”, o ancora “not for public release”. In italiano, “strettamente confidenziale” o cose del genere.
E dove si usano documenti di questo tipo? Nelle aziende, nelle organizzazioni e in posti del genere. E ovviamente, perché sia accessibile agli interni, si piazza in una apposita cartella sulla intranet aziendale. E come al solito l’idiota di turno dimentica che in quella cartella ci arrivano anche i robots, come quello di Google.
Adesso cercate le frasi di cui sopra in Google e divertitevi a spulciare fra le decine di migliaia di documenti che saltano fuori. Ovviamente non tutto quello che trovate è un documento confidenziale; ci sono anche pagine che contengono le suddette frasi per caso (come questo post), ma in ogni caso, sembra proprio che molte aziende si divertano a spiattellare i propri verbali in faccia a cani e porci.
I risultati migliori li ho ottenuti con questa ricerca. Se poi si limita il tipo di file a pdf va ancora meglio.
Adesso provate anche ad aggiungere il nome di una specifica azienda…

Fotocamere user friendly

Immagine
Questo grazioso cagnolino che azzanna per gioco il padrone, che per la sua stupidità meriterebbe di essere divorato in un solo boccone, ci aiuterà a vedere un altro “incidente”, meno comune ma quasi più grave di quello del post precedente, a cui vanno incontro gli sprovveduti che si aggirano nelle terre di internet senza sapere dove mettere i piedi.
Io qui ho messo solo questa foto in cui il padrone non è riconoscibile, ma ne ho viste anche molte altre in cui varie persone sono perfettamente visibili. Ne ho viste anche di altro tipo: scherzi in ufficio, cene aziendali, giochi con amici, ma anche di meno innocue e sono sicuro che in molti casi i protagonisti si incazzerebbero moltissimo sapendo che le loro foto sono andate in mano a cani e porci.
Perché, come nel caso precedente, loro non sanno che le ho viste e che chiunque le può vedere.

Ormai quasi tutte le foto sono digitali e anche la bestia in figura è stata immortalata con una fotocamera digitale. Le foto, poi, sono state scaricate su un computer e le fotocamere digitali sono user friendly. Basta collegarle via USB e infilare il solito CD-ROM che installa un programma per scaricare e gestire le foto.
Ora, la maggior parte delle fotocamere digitali aderisce a uno standard inventato per facilitare la vita ai software di gestione e anche all’utente. Lo standard consiste nel creare una cartella il cui nome è DCIM in cui vengono create altre cartelle per le varie fotocamere. Così all’interno della cartella DCIM avremo, per esempio, una cartella CASIO, oppure CANON, etc con davanti un numero progressivo per dividere i vari scaricamenti (102CANON, 103CANON, 104CANON, etc). Qui finiscono le foto, tipicamente in formato jpeg e anche i filmati, di solito in formato avi.

Fin qui tutto bene. Se la cartella DCIM è sul vostro computer personale o anche su un server internet ma fuori dallo spazio web. Ma se, per qualche ragione, finisce all’interno dello spazio web e il solito amministratore idiota dimentica di fermare gli spider dei motori di ricerca, Google in primis, ecco che le cartelle e tutte le foto vengono indicizzate e sono disponibili a chiunque sia in grado di cercarle.
Ma perché questa cartella dovrebbe finire nello spazio web di un server? Le ragioni sono molte: perché gli amici possano vedere da casa le foto della partita di ieri e scaricarsele, per esempio.

Cercarle, peraltro, è facilissimo. Potete provare anche voi. Basta inserire in Google la stringa di ricerca index.of.dcim (index punto of punto dcim senza spazi). Salteranno fuori una cinquantina di links, pochi perché questo incidente non è molto comune e alcuni di questi non sono cartelle di foto, ma solo articoli come questo.
Se però, dopo aver cliccato sul link vi appare una paginetta bianca che ha come titolo “Index of /DCIM” e sotto due link che dicono “Parent directory” e “DCIM”, siete nel posto giusto. Cliccate DCIM e troverete una pagina simile con link tipo 100CASIO o 102CANON o ancora 101FUJI, etc.
Cliccate su uno di questi e vedrete i nomi delle immagini. Basta cliccare ognuno di questi ultimi per vedere la foto nel browser.
Complimenti. Siete sulla buona strada per diventare un provetto voyeur.

L’Universo non è user-friendly

L’universo non è user friendly, ovvero su internet una cosa che sembra banalissima può avere effetti collaterali spiacevoli o, come minimo, non previsti.
Generalmente non ci si pensa, ma entrare in internet è come andare in un paese straniero, con le sue usanze, le sue leggi, le sue consuetudini e i suoi abitanti. C’è gente che su internet ci vive. C’è qualcun altro, come il sottoscritto, che magari non ci vive, ma lo conosce molto bene (in realtà, in questo periodo, praticamente ci vivo anch’io). C’è qualcuno che lo abita a tempo parziale, per esempio per affari, e poi ci sono i turisti, la maggior parte di voi.
Ora, quando fate i turisti, anche quando viaggiate in un gruppo organizzato, qualche precauzione la prendete. Se, poi, viaggiate da soli, dovete anche stare un po’ attenti a come vi comportate e a dove ficcate il naso. Se entrate in un quartiere malfamato ben vestiti, con il Rolex al polso e la videocamera al collo, non solo sarete rapinati e magari anche pestati o peggio, ma oltretutto, quando la polizia vi verrà a ripescare, ve ne dirà quattro.
Però a volte potete anche stare attenti, ma inciampate in una qualche usanza locale di cui non siete a conoscenza e fate una pessima figura perdendo stima e amicizie. Per esempio, ci sono paesi in cui soffiarsi il naso in pubblico, soprattutto al chiuso, è considerato segno di maleducazione, più o meno come sputare per terra. Si va in bagno a farlo.
Ci sono, invece, altri paesi in cui sputare per terra, in strada, è normale e lo fanno anche le ragazzine di 15 anni, oppure ruttare sonoramente dopo il pranzo è un apprezzamento per la cucina del padrone di casa.
Ecco, internet ha le sue usanze e regole e spesso, se qualcuno non sa o non pensa a quello che fa, incappa in qualche disavventura. Qualche esempio.
Nota: questi esempi non sono nuovi. Non sto suggerendo nessun nuovo “hack” e proprio il fatto che siano ampiamente noti alla comunità degli “smanettoni” ma ignorati dalla massa comprova quanto dico.

WebcamAdesso guardate l’immagine qui a sinistra. È una stanza in un ufficio in america. L’immagine viene da una webcam e nella pagina originale, si aggiorna ogni 5 secondi. È grande 4 volte questa, quindi si vede tutto molto bene. Il signore in fondo sta armeggiando con la stampante. È entrato 30 secondi fa, magari per aggiungere carta. Forse tra un po’ se ne andrà, o forse si siederà al computer. Il problema è che lui non sa che io lo sto guardando.

Forse sa della webcam o forse no. Se lo sa, sa anche che il suo capo o qualcuno della sorveglianza tiene d’occhio quella stanza, ma non immagina che io lo sto guardando. Perché questa non è una di quelle webcam messe lì per pubblicità che tutti possono vedere. Questa è, o dovrebbe essere, una telecamera di sorveglianza ad uso interno. Ci si accede via internet, così si può tenere d’occhio la situazione anche da lontano, ma, quasi certamente, non è previsto che sia vista da terzi.
Invece io la vedo. Nello stesso modo potrei mostrarvi migliaia di altre situazioni: un porticciolo alle Bahamas (invidia!), una lavanderia in Giappone, l’interno di un grande magazzino, un autosalone negli USA, un laboratorio in Svizzera, il cane di un/una giapponese, magari, se cerco a lungo, anche il bambino di qualcun altro. Tutte webcam di sorveglianza.

E allora come mai io, da casa mia, le vedo? Perché sono un hacker? Assolutamente no. Le potete vedere anche voi (e fra un attimo lo farete). Questo solo grazie al fatto che le webcam sono user friendly e la gente le usa senza sapere quello che sta facendo.
Già. Ormai tutto nel computer deve essere user friendly. Così, sulla scatola della webcam (neanche sul manuale; quello nessuno lo guarda), c’è scritto: “facile da installare; collegala alla presa USB e inserisci il CD”. E probabilmente è partito un programma che a un certo punto ha detto “se sei su un server web puoi accedere alla webcam via internet: vuoi farlo? sì/no”. L’utente preme sì e nello spazio web del server, viene installata una “utility” che prende le immagini della webcam e fabbrica una pagina web con l’immagine dentro. Poi il programma di installazione amichevolmente informa: “Puoi vedere la webcam collegandoti all’URL http://www.tuosito.com/ViewCamera”.
Il punto è che tutte le webcam di quel modello si installano così e naturalmente la cosa è nota.

E adesso viene il bello. E il bello si chiama Google. Perché se l’idiota che amministra quel server web non si prende la briga di dire a Google di non indicizzare la pagina della webcam (cosa molto semplice, se uno sa cosa sta facendo), Google la memorizza e così basta chiedergli: “dammi tutti le pagine che nell’URL hanno ViewCamera” (in googlese inurl:ViewCamera) per trovare tutte le webcam non protette e spiare in casa altrui.
Naturalmente, questo è solo un esempio che non funzionerebbe. Serve a far capire come funziona il gioco. In realtà ogni webcam ha una sua specifica modalità di accesso, quindi bisogna sapere esattamente cosa cercare.

Ora, se volete, provate. Qui vi ho costruito dei link che lanciano Google (si aprirà in un’altra finestra) con la stringa di ricerca già inserita. Per esempio, per cercare le Panasonic Cam, cliccate
Panasonic Cam oppure
altre Panasonic Cam.
Ora cliccate su uno dei risultati per vedere la webcam. Attenzione: non tutte funzionano. Alcune, nel frattempo, saranno state protette, altre sono spente, altre sono accese ma è notte e si vedrà solo nero, ma molte funzioneranno.
Qui trovate i link per cercare altri modelli di webcam. Con alcune dovrete attendere perché si carica un applet java. Notate, però, che avete a disposizione anche i controlli della camera. Potete muoverla, zoomare, etc.

Webcam XP (logitech e simili)
Sony NC RZ30
Canon Cam
Axis Cam
altra Axis Cam
Toshiba (nella pagina di login cliccate il bottone “Login”; se invece vi chiede una pw, è stata protetta: non tentate neppure, tentare sarebbe un reato)

Ecco il senso del titolo. Tutto sembra facile, vi viene pubblicizzato come banale e sembra esserlo perché la cosa funziona, però, ignorando tutto quello che ci sta dietro, funziona troppo, nel senso che è aperto a tutti. Questa è la filosofia Windows: non ti preoccupare, non è necessario che tu sappia, facciamo tutto noi. Adesso cominciate a capire perché Windows è una così facile preda dei virus?

Per finire, so che qualcuno si chiederà: “è legale guardare le webcam degli altri?”. Permettetemi di rispondere con un esempio. Se una bella ragazza (o un bel ragazzo, altrimenti qualcuno mi dà del maschilista) si spoglia nella casa di fronte in una stanza senza tende, è legale guardare? Beh, se il soggetto è capace di intendere e volere, i casi sono due: o vuole essere guardato o non gliene frega niente.
Analogamente, se uno mette sul web una webcam e non si cura di proteggersi, è lo stesso. Sono anni che questo trucco gira e ormai dovrebbe essere noto.
Vero è che spesso gli amministratori dei server non sanno fare il loro mestiere o se ne fregano, ma questo è un problema loro. L’anno scorso, giocherellando in questo modo, mi sono trovato di fronte 4 webcam con dentro i passeggeri che stavano ritirando i bagagli in un grande aeroporto tedesco. Sono rimasto basito a guardarli per un po’, poi ho pensato di mandare una mail agli amministratori dello scalo.
I bastardi le hanno chiuse e non mi hanno nemmeno ringraziato. La prossima volta, invece di avvertirli, scrivo dicendo “Allora, sto per denunciarvi per la privacy e mandare la notizia ai giornali. Cosa facciamo?”

Be a little paranoid

I’m sorry, but the digital revolution in telecommunication and multimedia is very likely to have a dangerous effect (i.e. right limitations) on users/consumers.
This is a simple and limited example:

Well, suppose you are looking to a movie on your new digital HD TV. The commercial starts and you search for the remote controller to switch to another channel.
You push the button… and the channel don’t change. Moreover, a message appears on the screen:
“Be cool, your controller is good, but following the new policy of this TV station, your remote controller is disabled during the commercials broadcasting. Please, consider that this TV station needs the commercials incomes to offer new and beautiful channels. Your controller will become fully functional after the commercials space. TYVM for your cooperation”
This thing is not limited to the people looking at the movie in real time. Even if you record the movie with your new DVD recorder you will be affected. The Fast Forward function will be disabled during the advertisement’s broadcasting.

It’s not science fiction and it’s not pessimist attitude. It’s a new Philips patent which prevents a user from changing the channel during commercials. According to Ars Technica, ABC is very interested in.
Now, consider that this is a little example of exploiting the digital technologies to control the users. It seem that the aim of the major is:

  • music, movies and multimedia contents completely blocked. No copy (even for personal use) and no loan between friends (this is the DRM)
  • computers totally under control by the so called Trusted Computing technologies. Only allowed software can run and only allowed (so called “safe“) platforms can go on line.

Sei un zombie?

Guardando l’ennesimo tentativo di attacco virale via mail (si spera fermato dall’antivirus) o diretto a una porta del computer (e bloccato dal firewall), oppure trovandosi con la macchina bloccata e impestata fino ai capelli, molti di voi si saranno chiesti “ma perché? chi ci guadagna in tutto questo giro di virus?”
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BE PARANOID!

Qualche giorno dopo l’arresto di Provenzano, durante una intervista TV con uno degli inquirenti (di cui purtroppo non ricordo il nome), ho sentito una dichiarazione che mi ha colpito.
In sintesi, quel funzionario, per dare l’idea della complessità dell’indagine, a un certo punto ha detto: «Vi rendete conto di quanto sia difficile individuare qualcuno che come massima tecnologia usa una macchina da scrivere?».
Traduzione (mia): è difficilissimo beccare qualcuno che non usa telefono, cellulare, internet, email, carta di credito, bancomat, tessera sanitaria, raccolte punti, certimat, schede TV, TV via cavo, telegrammi, etc, tutte tecnologie che seminano tracce.
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