Il Golem

golem

Molte immagini di robots su Dark Roasted Blend. Alcuni sono veri e in azione, altri sono realizzazioni sperimentali, mentre in altri casi si tratta di creazioni artistiche.

Dalla sinagoga Staronova, il mito del Golem cresce e si moltiplica assumendo mille facce.

Film di ferragosto

Visto il tempo, abbiamo passato il ferragosto impegnati a guardare film e in altre attività di cui non vi faccio la recensione. Ecco alcuni dei film.

stacy

Stacy – The Attack of the schoolgirls Zombie – Naoyuki Tomomatsu – 2001
Japgore malato, sanguinolento e divertentissimo. Avete presente le studentesse giapponesi, quelle in camicetta bianca, gonnelline scozzesi e calzine bianche? Ecco. Di colpo queste graziose ragazzine muoiono inspiegabilmente per poi trasformarsi in zombies (chiamati Stacy).
È un po’ una parodia della Notte dei Morti Viventi, tanto che le squadre di eliminazione delle zombies si chiamano Romero Repeat Kill Troops
Smembramenti, mattanze e una storia d’amore fra un marionettista e una delle ragazzine zombie. Per menti malate come il sottoscritto.

electroma

Daft Punk’s Electroma è un film del 2006, diretto da Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo, i Daft Punk. Vagamente fantascientifico. Privo di dialoghi, solo colonna sonora.
Due robot cercano di diventare umani mediante ogni mezzo. Non male.
hellevator The Bottled Fools (aka Hellevator, orig. Gusha no bindume) – Hiroki Yamaguchi – 2004
In un prossimo futuro l’umanità vive sottoterra e si sposta fra i piani grazie a grandi ascensori pubblici. Uno di questi, spostandosi, raccoglie una serie di sconcertanti personaggi, compresi due prigionieri (assassini psicopatici) con polizia al seguito. In seguito a una esplosione, l’ascensore si blocca e i prigionieri prendono il controllo della situazione…
Grande film. Non un horror e nemmeno un poliziesco con ostaggi, ma una storia con grande tensione. Assolutamente anormale e meravigliosamente claustrofobico.

Dark City – Alex Proyas – 1998
Fantascienza. Bellissimo film. Quasi un Matrix ante litteram.
John si risveglia e scopre con orrore che una donna è stata uccisa nel suo appartamento, ma lui non ricorda più nulla della propria vita, se non alcune immagini confuse. Scappa immediatamente dalla propria abitazione e tenta di ricostruire poco a poco il suo passato, mentre la polizia gli dà la caccia. Nel suo pellegrinaggio nella città scopre però degli strani avvenimenti: la notte ad esempio i palazzi cambiano forma e chiunque tranne lui in città cade in un sonno profondo. Solo alcuni strani individui vestiti di nero, da cui è inseguito, sembrano immuni al potere sovrannaturale che piega gli abitanti della cittadina al proprio volere…

Pistol Opera – Seijun Suzuki – 2001
Da vedere assolutamente.
Riporto la recensione di OffScreen che condivido:
Seijun Suzuki è un tranquillo signore di settantotto anni, con alle spalle una filmografia sterminata e un lungo periodo di inattività, interrotto solo negli anni ottanta. Pistol Opera è proprio una sorta di remake de La farfalla sul mirino, il film del 1967 che gli procurò l’esilio dall’industria del cinema giapponese, pur diventando uno dei suoi titoli più celebri e arrivando ad essere distribuito anche in Italia. È quasi impossibile rendere conto di quello che succede nel film, incentrato sulle gesta di Miyuki, “Gatta Randagia”, uno dei killer pronti a combattersi l’un l’altro per la supremazia all’interno di un clan: con una gamma di riferimenti che spazia dal kabuki a 007 e con un ritmo altalenante tra sospensioni e accelerazioni improvvise, Seijun Suzuki compone una sinfonia caleidoscopica di suoni e colori, in cui ogni angolo illuminato e ogni centimetro di surround acquista un valore preciso. Vertiginosamente stilizzato, violento e beffardo, Pistol Opera è un’esperienza sensoriale al limite dello stordimento, che suona come il monito sensazionale di un vecchio maestro pronto a ricordarci le infinite (e infinitamente trascurate) possibilità espressive della macchina cinema.

Night Visions

Troy Paiva è un fotografo ed esploratore urbano, che gira per gli USA e non solo, immortalando rovine e luoghi desolati con la sua tecnica preferita: foto notturne prese in luce naturale con pose molto lunghe (fino a 6 minuti) e a volte dei piccoli flash spesso colorati a illuminare alcuni particolari.

Ora ha raccolto i suoi scatti in un libro, Night Visions, di cui potete ammirare qui una selezione. Eccone alcuni esempi (clicca per ingrandire).

L’effetto è incredibile. I cieli sono splendidi e a volte le tracce lasciate dalle stelle rivelano le lunghe pose, mentre gli oggetti, differenziati dalla luce dei flash, sembrano entità aliene.

Vuoti e/o abbandonati

Non so voi, ma io sono affascinato dai grandi ambienti vuoti e/o abbandonati.

Il fatto è che, anche se non si notano, le città ne sono piene ed esistono dei gruppi di persone il cui hobby è scoprirli ed entrarci per puro spirito esplorativo e di documentazione. Mi sono imbattuto per la prima volta in una di queste “bande” verso il 1990/91 a Mosca e ho fatto un po’ di giri nei sotterranei della città.

Alla fine ho scoperto che ci sono anche dei blog e dei siti che se ne occupano, alcuni stabilmente, altri saltuariamente. Qui su Dark Roasted Blend, per esempio, potete vedere le immagini di

  • una miniera di sale abbandonata in Romania
  • una base sottomarina sovietica
  • la metropolitana abbandonata di Cincinnati

Ma quello che mi ha colpito di più sono gli enormi spazi scavati sotto Tokyo per far defluire le acque di una eventuale inondazione o di un tifone. Sono tenuti puliti e in ordine, con la consueta precisione giapponese. Click to enlarge.

Dementia 13

Dementia 13 è un film horror scritto e diretto da Francis Ford Coppola nel 1963 che ora è disponibile sull’Internet Archive.

Lo potete vedere qui sotto o scaricare da qui in vari formati fra cui il DivX.


Written and directed by Francis Ford Coppola, this horror film depicts a strange family, complete with insanity and axe murders.

Download from here.


Update

rinuncio a mettere qui il film perché ad ogni apertura del browser il player ne scarica un tot per metterlo in cache e prepararsi a un eventuale esecuzione e questo penalizza chi ha una connessione lenta. Se vi interessa potete cliccare il link di cui sopra.

Rock Renaissance

Il sito Worth 1000, che si occupa di arti visuali, ha alcune gallerie in cui gli utenti sono invitati a ritoccare con Photoshop (ma io direi pure “taroccare”) quadri famosi seguendo un tema.

Qui vi metto alcuni gustosi estratti da quella intitolata Rock ‘n’ Ren (ma il titolo è indicativo perché i quadri non appartengono solo al rinascimento – click to enlarge)

Video senza videocamere

L’ultimo video dei Radiohead, “House of Cards”, è stato realizzato senza videocamere e luci e tuttavia non si tratta di una scena completamente ricostruita al computer. Al contrario, è ricco di elementi reali.

Sono state utilizzate alcune recenti tecnologie di scannerizzazione tridimensionale che acquisiscono informazioni sulle forme e le distanze degli oggetti, generando una serie di dati che costituiscono una descrizione geometrica della scena analoga a quella di plotting 3D.
Non si tratta di una immagine tradizionalmente intesa, cioè una foto digitale, ma della posizione di una serie di punti a partire dai quali si genera l’immagine tramite un rendering.

Si capisce molto meglio guardando il video: si vede benissimo che l’immagine è un insieme di singoli punti.
Notate anche come, alla fine del video, mentre l’ultimo accordo sfuma, anche parte dell’immagine si sfaldi con i punti che fuggono via.

Il vantaggio di questa tecnica è che la scena non è fissa, ma si può manipolare, ruotare, vedere da diversi punti di vista, entrarci dentro, etc: tutte le cose che normalmente sono possibili con i software di 3D rendering.

Le tecnologie utilizzate sono di Geometric Informatics per i volti e Velodyne LIDAR per le scene a campo lungo.

Qui potete vedere il video da You Tube, ma è stata creata questa pagina in Google Code in cui si può trovare un “making of”, peraltro presente anche su You Tube, ma anche esplorare gli insiemi di dati e manipolarli direttamente.


In Radiohead’s new video for “House of Cards”, no cameras or lights were used. Instead, 3D plotting technologies collected information about the shapes and relative distances of objects. The video was created entirely with visualizations of that data.

Technologies are by Geometric Informatics and Velodyne LIDAR. Geometric Informatics scanning systems produce structured light to capture 3D images at close proximity, while a Velodyne Lidar system that uses multiple lasers is used to capture large environments such as landscapes. In this video, 64 lasers rotating and shooting in a 360 degree radius 900 times per minute produced all the exterior scenes.

Go to: http://code.google.com/ to find additional pieces of data to create your own visualizations

Mouse steampunk

Un oggetto steampunk fra i più belli che abbia mai visto. L’immagine originale viene da un sito russo, forum.modding.ru, che però ora non sembra raggiungibile.

Update: adesso funziona. Altre immagini qui.

Dynamic Architecture

I disegni e le foto non bastano più per illustrare un progetto. Ora servono i video.

David Fischer, che è cresciuto e ha studiato a Firenze, costruirà i primi edifici mobili di grandi dimensioni a Dubai e Mosca (per la verità esistono già alcune case ruotanti, ma sono delle curiosità).

La Rotating Tower, come è stata denominata, ha caratteristiche che la rendono assolutamente unica dal punto di vista architettonico, ingegneristico, costruttivo ed energetico. È il primo edificio al mondo che cambia la propria forma, è il primo ad essere prodotto in fabbrica, ed è l’unico autosufficiente dal punto di vista energetico. Infatti il grattacielo produrrà attraverso le turbine eoliche posizionate tra i piani un’ energia sufficiente per i propri consumi e per altri edifici vicini.

La Rotating Tower Dubai Development LTD ha annunciato l’apertura delle liste di prenotazione per la prima torre dinamica a Dubai. La torre avrà 80 piani e sarà alta 420 metri. Gli appartamenti, di notevole prestigio, partiranno da una superficie minima di 124 m2 alle ville di 1200 m2, dotate di parcheggio al piano.

L’architetto Fisher ha anche annunciato che la seconda torre dinamica, già in fase avanzata di progettazione, sarà costruita a Mosca, per diventare la nuova icona della capitale russa. Questo grattacielo, commissionato dalla Mirax, il gigante russo del Real Estate, guidato dall’investitore Sergei Polonski, avrà 70 piani e sarà alto 400m. La produzione del grattacielo di Mosca, sito presso il nuovo centro direzionale di Mosca City, avrà inizio nei prossimi mesi e sarà completata entro il 2010.

Questo il sito e qui un pdf in italiano. Ed ecco il video (un po’ pomposo, come è tipico dei venditori).

Apocalypse Now

apocalypse nowTornato un po’ tardi da Trento (dove piove), mi trovo catapultato in mezzo ad Apocalypse Now Redux (la versione del 2001), trasmesso sul terzo.

Non riesco mai a staccarmi da questo film quando lo vedo. Penso che sia uno dei film più potenti dell’intera storia del cinema. Credo di averlo visto ormai almeno 30 volte, non perché lo rimetta su continuamente (capita solo quando lo qualcun altro, tipicamente più giovane di me, lo vuol vedere), ma proprio perché non riesco a cambiare canale quando lo fanno in TV. Ormai so le battute a memoria.

La guerra del Vietnam non è stata solo storia per me. È iniziata quando avevo 10 anni ed è finita quando ne avevo 21. Sono andato a decine di funerali a quell’epoca. Padri e fratelli maggiori dei ragazzini americani con cui giocavo. Ho scritto altrettante lettere di partecipazione e condoglianze. Ho sentito i racconti di quelli che sono tornati, al punto da sognarmela.

Secondo me, la nuova versione del film, con tutte le scene che erano state tagliate nella versione precedente, non aggiunge un gran che al lavoro di Coppola, ma ha un pregio: lo rende più lungo e la storia del capitano Willard che risale il fiume su una PBR (una barchetta di plastica, peraltro ben armata) dall’assurdo nome in codice di “Street Gang”, ha bisogno di tempo.

Willard, risalendo il fiume in cerca di Kurtz, ad ogni passo, perde parte della sua umanità. I suoi compagni, uno dopo l’altro, perdono la vita, tranne uno che riesce ad astrarsi sufficientemente da restare vivo.

O forse no. Sono ancora indeciso.

Willard, risalendo il fiume in cerca di Kurtz, ad ogni passo, recupera parte della sua umanità andando oltre ogni convenzione sociale, ogni ipocrisia, ogni finta pietà, laggiù, dove Kurtz è già andato. La storia dei bambini vietnamiti vaccinati dagli americani a cui i vietcong tagliano il braccio vaccinato è tanto crudele quanto perfetta (“E allora ho capito che loro erano più forti di noi…”).
Willard matura il suo Cuore di Tenebra. Quello che, forse, sarebbe dovuto essere il vero titolo del film, come il romanzo di Joseph Conrad (uno dei più grandi scrittori in lingua inglese, che era, in realtà, polacco) da cui il film dice di essere “liberamente tratto” (così liberamente che in certi punti sono uguali perfino le battute).

Comunque, è solo per questo che alla fine riesce ad uccidere Kurtz. E quando esce, per tutti è il nuovo Kurtz secondo una consuetudine tribale che ha salde radici nella parte rettiliana del nostro cervello, largamente usata nei romanzi e nel cinema (e.g. “Chi uccide un capo Necromonger diventa il nuovo capo Necromonger”, The Chronicles of Riddick).

Ma Willard sfugge alla regola. Recupera Lance, l’unico sopravvissuto ormai perduto in un suo mondo allucinato, risale sulla PBR e punta la prua, dove?? Ridiscende il fiume tornando alla pseudo-civiltà che lo aveva spedito ad uccidere un colonnello dei berretti verdi, un suo compatriota, perché “I suoi metodi sono … malsani”, oppure si dirige contro corrente, verso la sorgente del fiume, verso il nulla?

Infine, due parole su RAI3 che riesce ad avere qualche sprazzo di intelligenza, ma per il resto si allinea alla spazzatura imperante.
Vi sembrerà un discorso inutile, ma, per me, vedere la pubblicità in questo film è come imbattersi in una merda in mezzo a una mostra di Kandinsky e non merda d’artista, ma merda e basta. L’idea, poi, di piazzarci in mezzo il TG testimonia della bassa considerazione, non solo del film, ma soprattutto del pubblico.
E alla fine, come ormai fanno tutti, niente più titoli di coda.