Fondere due canzoni

Whole Lotta Love – Helter Skelter, by Soundhog

John Barleycorn must die – Ramble On, by Soundhog

Peter Sellers legge She Loves You

Tanto per mostrare cosa sa fare un grande attore, ecco Peter Sellers che interpreta il testo di She Loves You di Lennon & McCartney nei panni del Dottor Stranamore, da lui interpretato nell’omonimo film di Kubrick del 1964 (faceva 3 parti in quel film: il Dottor Stranamore, il Capitano Lionel Mandrake e il Presidente degli Stati Uniti).

Come se non bastasse, in questo post di Open Culture potete anche vederlo mentre recita lo stesso testo con accento cockney, con accento aristocratico e con accento irlandese.

Infine, a questo link, legge il testo di un altro brano dei Beatles, A Hard Day’s Night, nello stile di un attore shakespeariano, per la precisione imitando Laurence Olivier nel monologo del Riccardo III (quello che inizia con l’inverno del nostro scontento).

The Beatles: Rock Band

Doveva succedere prima o poi. I Beatles sono finiti in un videogame. Realizzato da MTV Games, sarà rilasciato in settembre. Alla conferenza di presentazione si sono riuniti tutti i detentori dei diritti: Paul McCartney, Ringo Starr, Yoko Ono Lennon e Olivia Harrison. Cosa non può il denaro…

Paul (“We love the game”) e Ringo (“The game is good”), hanno detto poco. Le vedove, ancora meno. Sono state anche rese note 10 delle 45 canzoni incluse nel gioco fra le quali “I Saw Her Standing There,” “Day Tripper,” “Taxman,” “Here Comes the Sun” e “Get Back.”

Abbey Road reloaded

abbet road coverIn questo video di Blame Ringo, la genta cammine sulle zebre in Abbey Road ricreando il famoso attraversamento dei Beatles impresso sulla copertina dell’omonimo album, uno dei più belli e ricercati dell’intera storia del pop. La canzoncina di Blame Ringo sarà anche simpatica, ma mi fa sentire quanto tempo è passato.

L’8 agosto 1969 i Beatles attraversarono le strisce pedonali poste davanti agli studi di registrazione. Nessuno sapeva che era il loro ultimo album, tranne loro e le persone a loro vicine.

Curiosamente tale data coincide con la strage di Bel Air in cui, quella notte dell’8 agosto, fu massacrata l’attrice Sharon Tate dai seguaci della setta di Charles Manson che ammise poi di aver tratto l’ispirazione per quella insana azione demoniaca della canzone dei Beatles Helter Skelter (tratta dal White Album). Anche un’altra canzone scritta da Harrison – Piggies – fu ispiratrice di quel massacro dato che gli assassini scrissero con il sangue delle vittime la parola PIGGIES sulla porta della villa di Bel Air.

Nel video non mi sembra di vedere nessuno scalzo come Paul.

One Laptop Per Child

OLPC1 come One Laptop Per Child.
Con un po’ di stregoneria digitale, John Lennon ritorna, con la sua immagine e la sua voce, per sostenere la campagna One Laptop Per Child (OLPC) finalizzata al superamento del digital divide.

Si tratta del famoso progetto di Negroponte partito con l’idea di progettare un laptop vendibile a $100. Attualmente ha preso il nome di XO-Laptop e il prezzo di partenza è di $199, con l’intenzione di scendere via via che la produzione aumenterà. L’idea è di vendere negli USA e in Europa, tramite Amazon, un bundle di due laptop a $399 in totale, uno dei quali viene consegnato all’acquirente mentre l’altro va all’OLPC.

Il video è una piccola magia perché, se è facile montare un discorso partendo da materiale registrato, è difficile farlo con la giusta inflessione e inoltre è difficile che Lennon, da vivo, abbia mai pronunciato il neologismo “laptop”.

L’accordo segreto (?)

hdchordDunque, questa faccenda dell’accordo iniziale di A Hard Day’s Night deve essere esplosa in questi giorni, perché mi sono arrivate ben due segnalazioni (Nicola e Vinz).

In breve, la storia è questa: ricordate il klang iniziale di A Hard Day’s Night? (Beatles, 1964). Se la risposta è no, avviate il video qui sotto: è proprio la prima cosa che sentite.

Il problema è che non si riusciva a determinare esattamente la composizione di questo accordo e non si riusciva a riprodurlo accuratamente con 2 chitarre (una a 12 corde) e basso (l’organico dell’incisione). In pratica, sembrava fosse impossibile ottenere esattamente quella sonorità con la strumentazione di cui sopra. Sebbene le note fossero state identificate, non si riusciva a rendere conto della loro distribuzione fra gli strumenti.

Nella sua ponderosa analisi, Alan Pollack, che ha analizzato l’intera produzione dei quattro, dice:

I’ve seen better people than myself argue (and in public, no less) about the exact guitar voicing of this chord and I’ll stay out of that question for now (what a cop-out, Alan!), and merely state that its sonority is akin to a superimposition of the chords of d-minor, F-Major, and G-Major; i.e. it contains the notes D, F, A, C, and G – to my ears, only the B is missing. Even if you don’t know a thing about harmony or musical dictation, you can at least hear the G as a suspended fourth over the D on the bottom. Hullaballoo aside, this chord functions as a surrogate dominant (i.e. V) with respect to the chord on G which begins the first verse.
[A. Pollack – Notes on “A Hard Day’s Night”]

Ma finalmente il dott. Jason I. Brown, della Dalhousie University, ha pensato bene di fare una analisi FFT sull’accordo, elencando tutte le frequenze in esso contenute. L’analisi ha permesso di determinare la composizione esatta dell’accordo, mettendo in luce il fatto che le note coinvolte non possono essere state prodotte solo con due chitarre e basso (e non risulta traccia di sovraincisioni, che nel 1964 erano un po’ problematiche).

L’ipotesi finale, quindi, è che dentro il “klang” ci sia anche il pianoforte di George Martin, che, d’altronde, più avanti, doppia anche il solo di George. L’accordo lo vedete in figura (cliccate per ingrandire). I raddoppiamenti di 8va di La, Re e Sol che vedete nella parte di GH sono dovuti alla 12 corde. Qui trovate l’articolo di Jason Brown (pdf) con tutte le sue deduzioni.

Across the universe

Secondo Wired Magazine, nella notte fra lunedì e martedì, a mezzanotte UTC (l’una ora italiana), la NASA ha lanciato via radio Across the universe da una antenna presso Madrid verso la stella polare.

Il tutto per celebrare i 40 anni della canzone (uscita nel 1969 ma composta nel 1968), i 45 anni del NASA’s Deep Space Network e i 50 anni della stessa NASA.

Il brano dei Beatles, principalmente opera di John Lennon, viaggerà alla velocità della luce per 431 anni percorrendo 2.5 quadrilioni di miglia fino a raggiungere Polaris, la stella del nord.

Across the universe, appunto…

Via Open Culture

Nothing’s gonna change my world

Tanto per restare in tema, oggi hanno sparato a John Lennon.
La lista delle canzoni attribuite a Lennon, con e senza Beatles, è qui.

Grazie a Deezer, possiamo goderci questa playlist del nostro in modo del tutto legale (mi rendo conto sempre di più che Deezer è un passo avanti incredibile per la diffusione della musica in rete, ammesso che lui funzioni e che telecom ci dia una linea decente; in effetti alle 18 sono casini).
Fate doppio click su uno dei titoli se la musica non parte cliccando il play. Come al solito i fortunati possessori di Internet Explorer devono cliccare un paio di volte, una per attivare l’oggetto, l’altra per usarlo (ma perché non vi scaricare un browser decente?).

La cosa interessante delle playlist come questa è che vengono fatte seguendo un ordine che non ha niente a che fare con quello temporale. Dopo aver cercato Beatles su Deezer, ho fatto un pallido tentativo di ottenere una lista ordinata in base alla data, ordinando l’elenco per album.
Per i Beatles, però, è inutile, perché le case discografiche hanno messo in giro una tale quantità di raccolte e antologie che nello stesso disco ti trovi cose temporalmente lontanissime. Così ho abbandonato l’idea e ho preso i pezzi come venivano. Il risultato è che spesso ci sono dei salti temporali che, in un istante, ti buttano in un’atmosfera completamente diversa. D’altronde la non-sequenzialità è post moderna…
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Continuing this obituary theme, 27 years ago John Lennon had been shot.
Thanks to Deezer, we can enjoy this Lennon playlist. A complete list of the songs credited to Jonh Lennon is here.
Please, double click a title in the list if the music don’t start clicking the play button.

free music

Ascolta Sgt. Peppers

Per le giovani generazioni, ecco la pagina di radio3net da cui ascoltare Sgt. Peppers on demand.

1 giugno 1967

cover
Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band compie 40 anni. L’album venne messo in vendita in Gran Bretagna il 1 giugno 1967 e in America il giorno seguente, dopo un periodo di registrazione durato ben 129 giorni nello studio 2 della Emi equipaggiato con 2 Studer a 4 piste, equipaggiamento notevole per quei tempi, ma che appare assolutamente ridicolo oggi.
Oltre a una incredibile quantità di innovazioni artistiche e stilistiche, con questo album i Beatles (ma anche George Martin, produttore e Geoff Emerick, sound engineer) portarono molte novità tecniche. Dall’uso di wah-wah e fuzzbox, nuovo per i Beatles ma non in assoluto, a voci e strumenti passati attraverso al leslie, fino al direct input del basso. collegato direttamente al mixer invece che a un amplificatore con relativo microfono e all’utilizzazione del Dolby in registrazione per ridurre il rumore di fondo generato dal bouncing (il pre-mixer delle 4 piste di un registratore su una dell’altro per aumentare in numero delle sovraincisioni).
Altri effetti usati per la prima volta in questo album sono l’automatic double tracking (ADT), un sistema inventato nel 1965 dal tecnico Emi Ken Townshend, che produce automaticamente uno sdoppiamento (doubling) del suono con alcuni millisecondi di ritardo e il varispeed che consiste nel registrare varie piste a velocità leggermente diverse (si sente bene sul backing voice di Lucy in the Sky with Diamonds).
Infine, l’album originale (ovvero, non in edizione americana) finisce con alcuni secondi di un tono a 15 kilohertz, suggerito da Lennon e secondo le sue parole, “especially intended to annoy your dog”, che portava la gente a chiedersi perché al termine del disco il cane abbaiasse sempre, seguito da un loop senza fine di voci, risate e vari rumori che venne spesso interpretato come un messaggio segreto. In realtà, anche ad una attenta analisi, l’unica frase che si distingue è quella di una voce accelerata che dice “never could see any other way”.
Il collage in copertina venne ideato dall’art director Robert Fraser, un artista inglese di una certa rilevanza negli anni ’60, e progettato dall’artista pop Sir Peter Thomas Blake (per sole 200 sterline). Dalla lista originale di 65 personaggi (+ 2 * 4 Beatles), vennero poi epurati: Cristo (la dichiarazione di Lennon sulla popolarità dei Beatles superiore a quella di Cristo aveva già prodotto abbastanza guai), Gandhi, per non avere noie con il mercato indiano e il comico Leo Gorcey che aveva chiesto £ 500 per l’uso della sua immagine. Anche Adolf Hitler era presente in alcune immagini, ma venne coperto nella foto finale, spostandolo dietro le immagini dei Beatles. La lista completa dei personaggi, tratta da wikipedia, è (dall’alto al basso)

Top row:

Second row:

Third row:

Front row:

Cliccate qui per una immagine più grande, mentre qui trovate una immagine numerata.