Downhill Battle

 

Downhill Battle is a non-profit organization working to support participatory culture and build a fairer music industry.
Their plan is to explain how the majors really work, develop software to make filesharing stronger, rally public support for a legal p2p compensation system, and connect independent music scenes with the free culture movement.
On the site you can find many interesting papers about the music industry world and projects to spread the music share idea and support movements against the majors.

Downhill Battle è un sito di attivismo musicale che sostiene l’idea di una libera distribuzione della musica in cambio di un abbonamento mensile flat sui 5-10 dollari che dovrebbe poi essere distribuito fra gli artisti in quantità proporzionale al numero dei downloads, spezzando il monopolio delle major.
Sul sito si trovano molti materiali di interesse, come articoli su vari aspetti del mondo discografico, fra cui il famoso articolo di Steve Albini, ex produttore dei Nirvana, che mostra, calcoli alla mano, come sia possibile che alla fine dell’anno una band abbia generato un giro d’affari di oltre 3 milioni di dollari, producendo per la major un profitto di $710.000 mentre i membri della band si ritrovano con $4031 a testa.
Downhill Battle porta avanti anche dei progetti come Banned Music in cui si distribuiscono via bit-torrent i dischi che le major hanno bloccato, come per es. il Grey Album di DJ Danger Mouse, remix del White Album dei Beatles, mai uscito per l’opposizione della EMI.

White Christmas

illegal art

A good way to celebrate Christmas.
This track by Corporal Blossom is a mix of illegal samples from many White Christmas versions.
Of course it is published by Illegal Art.

Ecco un buon modo per festeggiare il natale.
Questo pezzo di Corporal Blossom è formato da campionamenti tratti da molte versioni di White Christmas montati insieme, su nessuno dei quali sono stati pagati i diritti.
Ovviamente, è distribuito da Illegal Art.

Codev2

 

The Lawrence Lessig new book, Codev2 is out today. From the Preface: “This is a translation of an old book—indeed, in Internet time, it is a translation of an ancient text.” That text is Lessig’s “Code and Other Laws of Cyberspace.” The second version of that book is “Code v2.” The aim of Code v2 is to update the earlier work, making its argument more relevant to the current internet.
This is the book’s site from which you can download it in pdf format or buy it.

Shining lascia il segno

Sul forum di Slashdot, qualche giorno fa, uno chiedeva consigli su come proteggere la propria casa mentre lui era via per tutto l’inverno. Non dai ladri, ma da incidenti, freddo, temporali, neve etc.
Qualcuno suggeriva di affittarla. Sembrava un’ottima idea: l’affittuario avrebbe tenuto la casa sotto controllo…
Poco dopo è apparso il seguente commento:

All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
All work and no play makes Jack a dull boy.
….

Illegal Art

illegal art

Here is the new Illegal Art CD. The tracks published here make large use of sampling and would never have existed if the artists had adhered to copyright law. Artists include Public Enemy, Beastie Boys, JAMs, Elastica, Verve, Xper.Xr.
Can find the whole album here.
Now listen to a short piece by De La Soul, “Transmitting live from Mars”, that samples a song by the 1960s band The Turtles (do you remember Happy Together?), but don’t lose the Culturcide contribution “They Aren’t the World”, nasty and out-of-tune parody of We Are the World.

L’organizzazione Illegal Art pubblica, nella sua sezione audio, un nuovo album totamente illegale in quanto i pezzi sono quasi totalmente composti di campionamenti per cui non sono stati pagati i diritti.
Aderiscono all’iniziativa gruppi più o meno noti, fra cui Public Enemy, Beastie Boys, JAMs, Elastica, Verve, Xper.Xr.
Trovate l’intero album, qui.
Io vi posto un simpatico frammento di De La Soul, “Transmitting live from Mars”, materia di scontro con i Turtles (quelli di Happy Together), ma non perdetevi They Aren’t the World dei Culturcide, cattivissima e stonatissima risposta ai We Are the World di natalizia memoria.

Posso citarla, Sig. Presidente?

This is a translation from “A selection of 50 quotes from President George W. Bush, for entertainment or meditation”. You can find the original here.

Darwin segnala che Global Research pubblica “una selezione di citazioni del Presidente Bush per divertimento o meditazione“.
Sono ordinate per sezione. Mi permetto di tradurvi alcune perle.

Un uomo perso nella sua geografia

  • La maggior parte delle nostre importazioni viene da fuori.

Un uomo perso nella sua logica

  • Non è l’inquinamento che scalda l’ambiente. Sono le impurità nell’aria e nell’acqua a farlo.
  • Se non ci riusciamo, corriamo il rischio di fallire.
  • I nostri nemici sono innovativi e pieni di risorse e lo siamo anche noi. Essi non cessano di inventare nuovi modi per nuocere alla nostra nazione e alla nostra gente e così facciamo anche noi.

Un uomo con Dio dalla sua parte

  • Dio mi ha detto di colpire Al-Queda e l’ho colpita, poi mi ha ordinato di colpire Saddam e l’ho fatto e ora sono determinato a risolvere il problema del Medio Oriente.

Un uomo perso nel suo vocabolario

  • Il problema con i francesi è che loro non hanno una parola per ‘entrapreneur’.
  • Francamente, gli insegnanti sono gli unici professionisti che insegnano ai nostri figli.

Il pacifista truffaldino

  • Voglio che sappiate che, quando parliamo di guerra, in realtà parliamo di pace
  • Le nazioni libere non costruiscono armi di distruzione di massa. [NB: gli USA hanno circa 10.000 atomiche]

La volpe e l’uva

  • La cosa più importante per noi è trovare Osama bin Laden. È la nostra priorità e non avremo pace finché non lo avremo trovato.
  • Non so dov’è bin Laden. Non ne ho idea e non mi interessa. Non è importante. Non è la nostra priorità.

Il dittatore che vorrei essere

  • In tempo di guerra il presidente deve avere il potere necessario per prendere decisioni dure, incluso, se necessario, il potere di garantirsi maggior potere
  • Sono il comandante. Non ho bisogno di spiegare perché faccio le cose. Questo è un aspetto interessante dell’essere il presidente.

Last but not least

  • Non ho nessuna idea, per quanto confusa, di cosa pensare della politica estera.

Per una società con pareti di vetro

Immaginate adesso una società con pareti di vetro.
Mi spiego. Supponete che:

  • Ognuno di noi, alla nascita, venga identificato con un codice unico. A dirlo suona terribile, ma in realtà succede già. Da noi è il codice fiscale. In altri stati si usano altri codici generati con vari sistemi (per es. negli USA è il codice della previdenza sociale), ma è già così.
    In ogni modo, non mi interessa esattamente come è fatto il codice. Mi basta che sia unico, che valga in tutti gli stati, che sia lo stesso in rete e fuori e naturalmente che venga utilizzato in qualsiasi dispositivo legato alla persona, compresi i cellulari.
  • Ogni essere umano abbia un collegamento in rete gratuito, assicurato dalla nascita alla morte e identificato dal suo codice.
  • Il denaro contante non esista più. Tutti i pagamenti, di qualsiasi tipo, vengano fatti tramite una sorta di carta di credito e siano registrati in rete.
  • Qualsia forma di comunicazione fuori rete, dal telefono alla posta, non esista più. Tutto passa attraverso la rete.
  • Tutti i gli archivi, di qualsiasi tipo, dal fisco alla sanità, alle assicurazioni, alle banche, all’anagrafe, alle compagnie telefoniche, ai negozi fino alla raccolta punti del supermarket siano in formato digitale (in massima parte lo sono già), ma soprattutto che siano in rete.
  • Tutte le apparecchiature di sorveglianza puntate su luoghi pubblici (anche i bar, gli aeroporti e i centri commerciali) siano in rete. Al limite, anche quelle private. Se metti una webcam per sorvegliare da remoto il tuo cane o il tuo bambino, anch’io lo posso vedere.
  • Nessuna forma di comunicazione e nessun dato possano essere criptati.
  • Tutto ciò che è in rete sia pubblico, accessibile da chiunque.

A questo punto si saprebbe quasi tutto di tutti. Per sapere dove si trova adesso un cellulare e quindi la persona che lo porta, basterebbe collegarsi al db della compagnia telefonica. Per sapere come spendo i soldi, chi ho pagato e quando basta cercare nel db della transazioni. Si saprebbe cosa ho comprato nel tal supermercato, eccetera. Si saprebbe come sono le mie ultime analisi e che malattie ho e ho avuto. Che locali frequento, attraverso quali caselli autostradali la mia auto è passata, che biglietti di treno/aereo ho comprato e se qualcuno con il mio nome ci è salito…

Fine dei segreti.
Fine dello spionaggio statale perché non c’è spionaggio su cose che tutti possono sapere.
Fine della maggior parte dei reati contro il patrimonio.
Fine degli stupidi sospetti familiari.
Fine dell’evasione fiscale.

Non male…

I am a Terrorist

t-shirt
Resto sempre colpito da come l’ideologia commerciale e/o capitalista riesca a digerire e utilizzare qualsiasi cosa senza farsi toccare da nessun dubbio di qualunque natura possa essere.
Sulla maglietta che vedete a sinistra sta scritto “I am a Terrorist”.
Per non essere troppo spudorati e creare un aggancio con la tecnologia, l’hanno scritto in binario codificandolo in ASCII, così come fa il computer, per cui il tutto si presenta così

01001001 00100000 01100001 01101101 00100000 01100001 00100000 01010100 01100101 01110010 01110010 01101111 01110010 01101001 01110011 01110100

Bene, mi rendo conto che una dichiarazione come questa, isolata da un contesto, può avere molti significati, fra i quali parecchi sono positivi (sono un terrorista artistico, culturale, lo sono nel campo delle relazioni sociali, eccetera), ma CafePress, fra le moltissime T-shirt e altri oggetti stampati di propria produzione, vende in questa pagina, una serie di scritte che loro stessi definiscono come

una traduzione in codice binario di qualche dannatamente fottuta merda offensiva

Non nego che la parte nichilista di me stesso la trovi anche un’idea simpatica, ma mi chiedo anche se esista qualcosa che i commerciali non osano toccare, non perché non conviene farlo, ma perché ritengono che non sia etico farlo.
Ma costoro, a parte l’idea di profitto e perdita, hanno il concetto di bene, male, giusto, ingiusto, costruttivo, distruttivo, positivo, negativo, etc? Si pongono il problema degli effetti del loro agire? Accetto anche il fatto che il post-modernismo aborre gli opposti, però mi ricordo anche che la mancata distinzione fra le categorie di cui sopra e il non essere consci delle conseguenze delle proprie azioni è sufficiente per dichiarare qualcuno incapace di intendere e volere…

01100100 01100101 01110110 01101001 00100000 01101101 01101111 01110010 01101001 01110010 01100101
[trad: devi morire]

Da Boing Boing

Così si fa!

Da Good Morning Silicon Valley:

And I made this ringtone from John Cage’s 4’33” for calls from the office

Questo utilizzo non era previsto, ma è geniale.

Le corali delle lamentazioni

Segnalato da Fede

Le corali delle lamentazioni (Complaints Choir) sono istituzioni di alto valore sociale.
La loro mission è raccogliere le principali lamentele e le suppliche piene di rabbia dei cittadini per poi musicarle ed eseguirle in pubblico (possibilmente davanti al municipio, direi).
La prima corale della lamentazioni è stata quella di Birmingham, seguita da quelle di Helsinki, Amburgo e San Pietroburgo.
Qui sotto potete vedere quella di Helsinki in azione, sottotitolata in inglese, visto che il testo è ovviamente in finlandese.
A questo link, invece, potete ammirare la corale di Birmingham (ma a mio parere, quella di Helsinki è molto più professionale).
Qui trovate info dettagliate sui Complaints Choir e questo è il sito di riferimento.

A quando una corale delle lamentazioni in Conservatorio?

The Complaints Choir invites people to complain as much as they want and to sing their complaints out loud together with fellow complainers. The first choir was organised in Birmingham followed by the Complaints Choirs of Helsinki, Hamburg and St. Petersburg.
Below you can see the Complaints Choir of Helsinki in action. This is the link to see the Birmingham one.