π nel cielo

Ieri pi greco è apparso nel cielo della Bay Area sotto forma delle sue prime 1000 cifre, quasi come stampate da una vecchia dot matrix printer.
È una installazione effimera, nata nell’ambito del 2012 ZERO1 Biennial, un festival che celebra l’arte e la tecnologia nella Silicon Valley.

L’idea è di ISHKY, un eclettico artista californiano, creatore di installazioni di vasta scala, che ha riunito intorno a sé un gruppo di artisti, programmatori e scienziati.

I numeri vengono creati a circa 3000 metri di altezza da 5 aerei sincronizzati equipaggiati con una non ben identificata “dot matrix technology”, evidentemente un sistema che permette di disegnare delle lettere emettendo sbuffi di fumo, col un sistema analogo a quello di una stampante ad aghi. Ogni cifra è alta circa 400 metri (¼ di miglio).

pi nel cielo

Una fontana …

… un po’ speciale.

Si trova in Giappone, alla Osaka City Station.

A vederla disegnare forme con l’acqua, sembra complicata, ma, in realtà, non è più complessa di una stampante. Immaginate una stampante che abbia una sola linea di ugelli lunga quanto la larghezza del foglio. A questo punto basta che il software prenda una linea della pagina e mandi un 1 (aperto) per ogni pixel nero e uno 0 (chiuso) per ogni pixel bianco, continuando così per tutte le righe. Il software è perfino più semplice di quello di una stampante. Ecco fatto. In fondo è computer art.

C’è, comunque, un messaggio più interessante, dietro ed è l’idea che una società deve favorire e perfino spingere la creatività e l’arte anche nelle sue manifestazioni più normali, come una stazione o l’arredo urbano in genere. Da quanto tempo non vedo un’opera d’arte contemporanea in una stazione?

Musical Chairs

This movie shows an installation by designer Bobby Petersen at the Victoria and Albert Museum in London, where chairs were programmed to play music when visitors sat on them. Each seat represented a different instrument and rhythm, creating a harmony when people sat down together.

Campi armonici

Pierre Sauvageot distribuisce un migliaio di strumenti eolici su una grande superficie. La fruizione avviene muovendosi all’interno del sito. Si può passare, così, da un’area lunga quasi 400 metri in cui sono sparse più di 300 campane balinesi a uno slalom fra canne di bamboo forate e intonate, per poi finire in uno spazio cosparso di glockenspiel pentatonici azionati da turbine.

Il tutto mosso solo dal vento. Il video si riferisce all’installazione del 2010 a Martigues, nei pressi di Marsiglia.

The Singing Ringing Tree

Questa scultura sonora, progettata dagli architetti Anna Liu e Mike Tonkin (Tonkin Liu Ltd), si trova in un luogo remoto non lontano dalla città di Burnley, nell’Inghilterra del nord ed è chiamata The Singing Ringing Tree.

Completata nel 2006, è alta circa 3 metri e formata da canne di acciaio galvanizzato che, grazie al vento, possono produrre una sonorità corale che si estende su varie ottave. Il suono, leggermente dissonante, non è casuale. Alcune delle canne, infatti, sono state forate per accordarle.

Non tutte le canne, inoltre, suonano. Parecchie hanno solo una funzione strutturale o estetica.

Ecco un video in cui potete anche ascoltarla.

Transfinite

Una installazione in cui Ryoji Ikeda tenta di catturare l’invisibile flusso di dati che scorre attraverso l’intero pianeta. Due enormi schermi affiancati, 13 m. di altezza per 18 di larghezza, ma un’enorme estensione al suolo, su cui scorrono figure generate dal flusso numerico della rete in sincronia con la musica dello stesso Ikeda, fatta di nuvole di rumore, onde sinusoidali, bassi mormorii punteggiati da tintinnii e sibili sulle alte frequenze.

Installata fino all’11 Giugno presso Park Avenue Armory
643 Park Avenue, New York, NY 10065, (212) 616-3930

ikeda - transfinite

ikeda - transfinite

ikeda - transfinite

ikeda - transfinite

Cryoacoustic Orb

Cryoacoustic Orb is a sound installation involving multiple illuminated acrylic orbs filled with slowly melting ice. Hydrophones frozen inside the ice amplify the sounds of the melting process, which are electronically processed and spatialized throughout the darkened gallery space. The result is a unique ambient soundscape that evolves over the course of several hours.

Music television

Morten Riis is a young (b. 1980) danish composer. His work can be characterized as an electronic music that fuses elements of sound art with a more acousmatic and electro-acoustic approach.

Lately his artistic work has focused around the investigation of the myriad of errors that can arises when workingwith analog and digital systems.
Common for all of Morten Riis’s artistic endeavours is a fascination of working on the limits of what is technological possible when finding new sound material. Pushing computers to there limits to obtain an aesthetic that emphasizes the imperfections of modern technology.

Music television an 8 channel audio/visuel installation for 8 barco cm-33 tv monitors and powerbook g4. The audio inputs from the computer are feed to the video input of the tv monitors thereby creating various patterns on screens. The sound-material (all pure sine tones) is also feed to the build-in speakers in the tv-monitors but because of different distortion phenomena introduced by speakers the original sine tones are shaped in many different ways creating many exiting timbres.

Look at a short excerpt.

1-Bit Symphony

I casi della vita sono strani.

Tristan Perich sta facendo fortuna con il suo concetto di musica a 1 bit che non è altro che la ripresa, pari pari, della sintesi sonora utilizzata nei primissimi personal computer (il Commodore 64 era già più avanti, ma le sonorità sono simili).

In pratica, si utilizza un piccolo circuito con un flip-flop, cioè un dispositivo che alterna 1 e 0 a intervalli di tempo regolari, generando un’onda quadra. Se, per esempio, il flip-flop alterna uno e zero 440 volte al secondo, si genera un’onda quadra a 440 Hertz, cioè un LA, che però conterrà solo gli armonici dispari (così è l’onda quadra) e un po’ di quelli pari ma solo per distorsione armonica, con effetti temibili già sulle consonanze più lontane di 8va e 5a (ovvero praticamente tutte).

Questo sistema era usato nei vecchi pc per pilotare il piccolo e nefando altoparlante di sistema perché richiede risorse minimali. Era semplice, quindi, costruire circuitini di costo bassissimo in grado di produrre molte onde quadre a frequenze diverse contemporaneamente, come nel famigerato SID del Commodore 64 (il cui nome tecnico era 8580 SID chip, dove la sigla stava pomposamente per Sound Interface Device).

Peraltro, questo tipo di sintesi è già utilizzato da anni dai vari gruppetti che fanno quella che viene chiamata 8-bit music, proprio perché si rifà alle vecchie macchine a 8 bit.

Ora Perich ha ripreso questo disturbante suono realizzando varie installazioni e composizioni, alcune delle quali sono anche strutturalmente interessanti ma, per le mie orecchie, sono indelebilmente marchiate dal suono del C64 che mi fa venire voglia di piazzare un bel filtro passa-basso a valle di tutto l’audio.

La cosa buffa è che, quando eravamo piccoli, di cose del genere ne abbiamo fatte a tonnellate, ridendoci sopra. Però, ripeto, i casi della vita sono strani e oggi la gente trova un gran gusto nel farsi trapanare le orecchie dalle onde quadre.

Non so che dire. Esiste, nella vita, il fascino delle cose antiche riprese e riviste, che è anche quello che spinge della gente a suonare musica antica con strumenti d’epoca e corde di budello che però, proprio perché d’epoca, non stanno accordati per più di 2-3 minuti, costringendo l’interprete a suonare stonato per metà del pezzo (NB: non ce l’ho con la musica antica ma solo con quelli che fanno come sopra).

Ecco alcuni esempi fra i migliori nonché il video della temibile 1-Bit Symphony.

  • Between the Silences for nine strings, nine-part 1-bit music (2008)
  • All Possible Paths for clarinet, acoustic guitar, cello, double bass, marimba, piano, 5-channel 1-bit electronics (2008), commissioned by Bang on a Can’s People’s Commissioning Fund

David Byrne at the Roundhouse

In occasione del suo passaggio alla Roundhouse di Londra (7-31 Agosto), abbiamo una immagine un po’ più accurata dell’installazione Playing the Building di David Byrne di cui abbiamo parlato in febbraio.

It’s all mechanical. There’s no speakers, there’s no electronics, or any of that modern rubbish.

È un po’ buffo che Byrne chiami “rubbish” quello con cui ha giocato fino all’altro ieri. Ma forse questo approccio si adatta alla struttura vittoriana della Roundhouse, che, in origine, era un capannone adibito alla riparazione di motori a vapore.

In realtà Byrne sfrutta, con grande spiegamento di mezzi, idee che girano come minimo dagli anni ’70 (se non prima) e hanno raggiunto una certa notorietà all’epoca delle performance Fluxus (far suonare gli oggetti). Cioè, in questo caso quello che fa non è farina del suo sacco. Però almeno, grazie alla sua notorietà, ha il merito di proporre le suddette idee a un pubblico che altrimenti non le avrebbe mai conosciute…

Ed ecco anche un nuovo video