Unusual Architecture

Non perdete unusual-architecture.com. Click to enlarge.


Kansas City Library (Missouri, USA)

The Basket Building (Ohio, USA)

Forest Spiral (Darmstadt, Germany)

The Crooked House (Sopot, Poland)

Uccello estinto ritrovato, fotografato e mangiato

Una storia che ha dell’assurdo dalle Filippine.

Un esemplare di Worcester’s buttonquail (Turnix worcesteri), un uccello delle Filippine che si credeva estinto e che era noto solo grazie ad alcuni disegni risalenti a decine di anni fa, è stato ritrovato, fotografato e immediatamente venduto a un mercato di pollame come cibo.

Come se non bastasse, nessuno ha pensato a registrarlo 👿

La notizia arriva da Cryptomundo un bellissimo sito che si occupa di specie animali leggendarie, estinte o semplicemente strane.

Air and Simple Gifts

Anche la parte musicale dell’Inauguration Day di Obama è atata finalmente resa pubblica e così potete ascoltare (e vedere) Yo Yo Ma al violoncello, Itzhak Perlman al violino, Gabriela Montero al piano e Anthony McGill al clarinetto eseguire un nuovo brano composto per l’occasione da John Williams, “Air and Simple Gifts”.

In realtà, da quel che sento, si tratta di un collage di arie popolari, alcune delle quali appaiono in Appalachian Spring di Copland, uno dei compositori preferiti da Obama. Il tutto in perfetto stile americano.

La cosa divertente, però, è che i succitati quattro dell’Ave Maria suonano in playback ufficialmente perché la bassa temperatura del 16 gennaio (la cerimonia era all’aperto) non permetteva loro di portar fuori i loro costosi strumenti e avrebbe reso la performance un po’ rischiosa. Così i quattro si esibiscono in playback con strumenti banali, ma, per rendere più realistica l’esibizione, suonano davvero, solo che gli archi sono stati “saponati” e i tasti del pianoforte sono stati sganciati dai martelletti.

Un orologio per geeks

geek_clockSe riuscite a spiegare tutte le ore vi meritate l’orologio ($20 su Etsy).

Alla peggio, la soluzione è qui.

Via Boing Boing

Il mondo senza di noi

Vedo che non sono l’unico ad avere di queste curiosità.

È uscito in paperback il libro “The World without us” del divulgatore scientifico Alan Weisman. Le sue profezie sono decisamente pessimistiche:

With no one left to run the pumps, New York’s subway tunnels would fill with water in two days. Within 20 years, Lexington Avenue would be a river. Fire- and wind-ravaged skyscrapers would eventually fall like giant trees. Within weeks of our disappearance, the world’s 441 nuclear plants would melt down into radioactive blobs, while our petrochemical plants, ‘ticking time bombs’ even on a normal day, would become flaming geysers spewing toxins for decades to come… After about 100,000 years, carbon dioxide would return to prehuman levels. Domesticated species from cattle to carrots would revert back to their wild ancestors. And on every dehabitated continent, forests and grasslands would reclaim our farms and parking lots as animals began a slow parade back to Eden.

Suona un po’ questa…

Some weird scores. Click the image to enlarge.

The three scores below are by John Stump, composer of several joke musical scores which are impossible to play, wildly complex and contain bizarre stage warnings such as “shock therapy may be necessary to finish”.

The fourth is by the japanese composer Yamasaki Atushi. I have no info about him.

Le truppe dell’impero

Stormtroopers e cops londinesi si guardano male in una strada di Londra.

Via kiku’s on tumblr.

Il triangolo delle Bermude delle auto

Secondo il Daily News, le auto si guastano misteriosamente se vengono parcheggiate in un raggio di 5 isolati dall’Empire State Building a NY. In figura l’area incriminata.

Le luci funzionano, il clacson va, ma l’auto non parte. L’opinione popolare addossa la colpa alla miriade di antenne piazzate su quello che è tornato ad essere il grattacielo più alto della città.

Dopo il 9/11, infatti, i trasmettitori radio-TV sono tornati in forze sull’Empire che ormai ospita 13 antenne TV e 19 ripetitori FM.

Via Boing Boing

Popolazione zero

Una delle domande che, per una ragione o per l’altra, ogni tanto mi capita di pormi è la seguente:

  • quanto durerebbe la nostra cosiddetta civiltà senza di noi? Se la razza umana semplicemente sparisse in un solo istante, ma senza distruzioni, cataclismi o guerre, una semplice sparizione improvvisa, per quanto durerebbero le nostre infrastrutture senza alcun intervento umano? Per quanto tempo, per esempio, ci sarebbero l’acqua, il gas, la corrente, internet?

E voi mi dite, a qual pro? Nessuno, ovviamente. Si tratta solo di una congettura che però mette in luce il fatto che noi, come singole persone, non sappiamo quasi nulla sulle infrastrutture che ci mantengono in vita.

Prendiamo, per esempio, la corrente elettrica. Da cosa dipende la fornitura di elettricità che arriva a casa vostra? Se dipendesse da una fonte rinnovabile (tipo centrale idroelettrica), forse potrebbe anche continuare per anni. E se invece dipendesse dal petrolio o dal carbone, quanto durerebbero le scorte? E in ogni caso, la fornitura continuerebbe anche se non ci fosse un umano che, in certe occasioni, preme un determinato bottone?

Ovviamente qualcuno che può rispondermi c’è, probabilmente anche fra di voi. Magari c’è qualcuno che lavora all’ENEL o alla Telecom o anche al comune e sa queste cose.

Era un po’ che non ci pensavo, ma la faccenda mi è tornata in mente per due ragioni: la prima è che ho visto “Io sono leggenda”, film a mio avviso abbastanza deludente, tanto che, mentre lo guardavo, mi sono trovato a chiedermi se il fatto che nell’appartamento del protagonista ci fossero tutte le comodità, anche dopo anni, fosse realistico.
La seconda ragione è che, vagando nella rete, ho incocciato “Life After People“, una serie prodotta da History Channel la cui programmazione inizia proprio stasera negli USA.

Probabilmente, la domanda più corretta è: con quali modalità queste reti degradano? Un pezzettino alla volta o un crollo totale? E in quanto tempo?

Allora, c’è nessuno in grado di soddisfare la mia curiosità?

師走 : gli insegnanti corrono

Dato che, a quanto ne so, parecchi fra voi sono insegnanti di vario ordine e grado, vi farà piacere sapere quanto segue.

Rispolverando un po’ del mio malandato giapponese, mi torna in mente che, in Giappone, il mese di Dicembre viene chiamato anche shiwasu (師走) che letteralmente significa “teachers running” (insegnanti che corrono). Il primo dei due ideogrammi, infatti, è “shi”: insegnante, maestro, mentre il secondo è la radice del verbo hashiru che significa correre, muoversi rapidamente.

Tutto ciò a riflettere il fatto che Dicembre è un mese così “busy” che perfino gli insegnanti, che normalmente ciondolano qui e là senza avere molto da fare, sono in estrema agitazione perché ci sono un sacco di carte da presentare e cose da chiudere.

A peggiorare la considerazione di noi insegnanti c’è anche il fatto che una mia amica giapponese mi ha tradotto shiwasu con “teachers run around” che a prima vista sembra uno dei tanti phrasal verb tipo run about, ma invece c’è una bella differenza. Secondo il Merriam-Webster, infatti, run around significa “mettere in atto una azione evasiva e/o ritardante in risposta a una richiesta precisa”.

Andiamo bene… 😯