Messaggi del 9/11

wl_hour_glassQuattro giorni fa, Wikileaks, che si definisce “a multi-jurisdictional organization to protect internal dissidents, whistleblowers, journalists and bloggers who face legal or other threats related to publishing”, ha iniziato a pubblicare una immensa mole di messaggi scambiati da apparecchi mobili (tipicamente pagers, cioè cercapersone) nei fatidici giorni 11 e 12 settembre 2001.

Tutto il materiale è rigorosamente in ordine cronologico. Dall’insieme, 573.000 messaggi non solo fra privati, ma anche fra forze dell’ordine e agenzie governative, si vede come la notizia dell’attacco abbia cominciato a circolare.

Il primo segnale è alle 08:50:25, circa 4 minuti dopo il fatto: “A plane crashed thru the twin towers. Real bad..BR”, ma il flusso si incrementa rapidamente

  • 08:50:50: BOMB DETINATED IN WORLD TRADE CTR. PLS GET BACK TO MIKE BRADY W/A QUICK ASSESSMENT OF YOUR AREAS AND CONTACT US IF ANYTHING IS NEEDED AT 212-647-2345.
  • 08:51:24: plane crash at World Trade Center in NYC-no word on details- efforting more info now
  • 08:51:37: THE WORLD TRADE CENTER HAS JUST BLOWN UP, WE SEEN THE EXPLOSION OUTSIDE OUR WINDOWS. TERESA…
  • 08:51:42:THERE WAS SOME KIND OF EXPLOSION AT WORLD TRADE CTR. MAY HAVE SOME TROUBLE GETTING TO METRO TECH.
  • 08:52:27: GO TO TWIN TOWERS PLANE CRASH IMMEDIATELY WITH KEVIN. WALTER.
  • 08:52:57: World trade center damaged; unconfirmed reports say a plane has crashed into tower. Details to come.
  • ….

È interessante notare come, qualche minuto dopo, la polizia di NY non abbia ancora una chiara cognizione del fatto:

  • 08:53:44: NYPD Ops Div” <|1 PCT WORLD TRADE CENTER|— 1 PCT – WORLD TRADE CENTER – POSSIBLE EXPLOSION WORLD TRADE CENTER BUILDING. LEVEL 3 MOBILIZATION TO CHURCH AND VESSY.
  • 08:54:46: NYPD and emergency units at World Trade center, RE; airplane crash. Small Jet.

Poi i messaggi della polizia scompaiono, segno del fatto che sono passati su altre linee.

Potete consultare l’indice di tutti i files qui, in ordine cronologico inverso (inizia con i files del 12 e va giù fino al primo che parte alle 03:00 dell’11). Ogni file copre 5 minuti, ma attenzione: non pensate di trovarvi di fronte a una bella serie di conversazioni. I file sono infarciti di messaggi di broadcasting e altre cose poco significative. In genere, si confondono fra quotazioni di borsa, test tecnici, numeri, codici e email provenienti da cercapersone di chi, quel giorno, operava in veste ufficiale come il personale del Pentagono, la polizia di New York, e ancora messaggi automatici da computer che segnalano guasti.

Tutto questo, però, fa nascere anche un altro interrogativo non banale. Wikileaks non ha voluto rivelare la propria fonte, tuttavia appare chiaro che esiste un’organizzazione che ha intercettato e poi archiviato migliaia di telecomunicazioni sul territorio nazionale già prima dell’11 settembre.

Chi sono e perché?


Nota:

Wikileaks (da leak, “fuga di notizie” in inglese) è un sito internet che dà spazio all’invio di materiale classificato e riservato, in genere documenti di carattere governativo o aziendale, da parte di fonti coperte dall’anonimato.
Il progetto si occupa di preservare l’anonimato degli informatori e di tutti coloro che sono implicati nella “fuga di notizie”.

Wikileaks vuole essere “una versione irrintracciabile di Wikipedia che consenta la pubblicazione e l’analisi di massa di documentazione confidenziale”. Lo scopo ultimo è quello della trasparenza da parte dei governi quale garanzia di giustizia, di etica, di una più forte democrazia.

Il sito è curato da dissidenti del governo cinese, scienziati, attivisti, giornalisti; i suoi obbiettivi primari sono le nazioni dell’ex Unione Sovietica, dell’Africa sub-sahariana e del Medio Oriente. Comunque i cittadini di ogni parte del mondo possono e sono invitati ad inviare materiale “che porti alla luce comportamenti non etici di governi e aziende”.

Gran parte dello staff del sito, come gli stessi fondatori del progetto, rimangono per ora anonimi.

[wikipedia]

A day in S. Francisco Bay Area

bay areaA page by Berkeley University collects several timelapse movies showing the S. Francisco Bay Area from the Lawrence Hall of Science, by the hill.

Each day lasts about 2 minutes in the movie and there are many. The original goal of the project is to help children understand the weather by correlating the view from the Lawrence Hall of Science with weather data and satellite imagery (the project is part of the Lawrence Hall of Science Weather Exhibit and the FOSS Weather CD-ROM), but the movies are really charming. The explosion of the light is beautiful, each day.

Look at

and many others that you can see at The View (click the Timelapse Movie Archive)

Sicko online

Sicko è un film documentario del 2006 diretto da Michael Moore, presentato fuori concorso al 60° Festival di Cannes.

Il film si concentra sui problemi della sanità statunitense (quella che Obama sta cercando di riformare), basata su un sistema che riserva le cure migliori alle classi più abbienti, e denuncia la sostanziale inesistenza di strutture sanitarie riservate agli indigenti, teoricamente previste in quasi tutti gli stati federali.

Il documentario ha subìto le aspre critiche dell’AMA (American Medical Association), una delle associazioni di medici statunitensi, ampiamente citata da Moore, per le azioni che negli anni ’50 tentarono di collegare una eventuale estensione dei diritti sanitari ad un indirizzamento in senso socialista del paese. [Wikipedia]

Incredibilmente (ma non tanto), l’intero film è in linea su Google Video (ovviamente in edizione originale). Potete vederlo qui.

From Open Culture

Ballard vive

Lonely HighriseProbabilmente è un effetto collaterale della crisi immobiliare negli USA, ma, in ogni caso, questa è una storia alla Ballard.

Questo condominio di 32 piani si chiama Oasis Tower One e si trova a Fort Myers, Florida. Ha 200 appartamenti, ma uno solo è occupato.

Victor Vangelakos, 45 anni, vigile del fuoco del New Jersey, lo ha acquistato 4 anni fa, quando Fort Myers era nel bel mezzo di un boom immobiliare, con l’idea di mandarci la famiglia in estate e poi di trasferirvisi stabilmente, ma, da allora lui e la sua famiglia sono rimasti gli unici abitanti dello stabile.

La maggior parte degli altri proprietari non ha confermato il proprio contratto e quelli che invece l’hanno fatto, hanno preferito permutare l’appartamento con uno equivalente, appartenente alla stessa agenzia, in un altro building perché quel palazzo era più frequentato di questo.

L’agenzia che ha venduto ai Vangelakos, invece, non ha dato loro questa possibilità. Così, quando vengono qui, hanno l’uso esclusivo della piscina, della sala giochi e della palestra.

“Per noi che veniamo dalla città” dice Victor, “è piuttosto inquietante. È come vivere in un film dell’orrore”.

Nel frattempo, la fontana di fronte allo stabile è stata chiusa, le luci intorno alla piscina sono state spente e le palme tagliate. Lo scarico della spazzatura è stato sigillato e un bidone è apparso di fronte al loro appartamento.

Fonte e particolari: Yahoo News.

PacBell Building

PacBell buildingQuesta incredibile costruzione Art Deco di 26 piani, con tanto di aquile che le danno un aspetto quasi neo gotico, si trova a San Francisco ed è vuota.

Costruito nel 1925 su progetto di Miller and Pflueger, il Pacific Bell Building è stato abbandonato nel 2005. Due anni dopo, la proprietà è passata nelle mani di una nota società di investimenti locale. La sua attuale destinazione non è chiara e varie incursioni fotografiche mostrano già chiari segni di degrado degli interni.

CBGB Online

Per molto tempo il CBGB, il famoso club situato al 315 di Bowery Street, è stato la mecca della scena musicale di NY. È il luogo che ha lanciato gente come i Ramones, Patti Smith, Blondie, e i Talking Heads sulla scena internazionale. E nel 2006 ha chiuso.

Per chi non ha fatto in tempo a vederlo, oggi rivive sotto forma di un virtual tour che parte dal bagno.

Air and Simple Gifts

Anche la parte musicale dell’Inauguration Day di Obama è atata finalmente resa pubblica e così potete ascoltare (e vedere) Yo Yo Ma al violoncello, Itzhak Perlman al violino, Gabriela Montero al piano e Anthony McGill al clarinetto eseguire un nuovo brano composto per l’occasione da John Williams, “Air and Simple Gifts”.

In realtà, da quel che sento, si tratta di un collage di arie popolari, alcune delle quali appaiono in Appalachian Spring di Copland, uno dei compositori preferiti da Obama. Il tutto in perfetto stile americano.

La cosa divertente, però, è che i succitati quattro dell’Ave Maria suonano in playback ufficialmente perché la bassa temperatura del 16 gennaio (la cerimonia era all’aperto) non permetteva loro di portar fuori i loro costosi strumenti e avrebbe reso la performance un po’ rischiosa. Così i quattro si esibiscono in playback con strumenti banali, ma, per rendere più realistica l’esibizione, suonano davvero, solo che gli archi sono stati “saponati” e i tasti del pianoforte sono stati sganciati dai martelletti.

Tienti stretto il Blackberry

Obama sta lottando per tenersi il Blackberry.

Generalmente non si sa, però il presidente USA non ha privacy. Non ha una email diretta, non può ricevere direttamente posta, tutte le sue comunicazioni passano attraverso la Casa Bianca. Agli amici viene dato un codice postale speciale a cui inviare la posta e gli addetti alla sicurezza devono avere i nomi di tutte queste persone perché sono istruiti a passare al presidente la loro posta senza controllarla. Lo stesso accade per il cellulare. Come ebbe a dire Clinton riferendosi appunto alla Casa Bianca: è la punta di diamante del sistema penale federale.

Nel caso specifico, gli addetti alla sicurezza vogliono togliere a Barack il suo Blackberry perché è considerato troppo facile da intercettare, ma lui non ne vuol sapere perché è il suo unico aggancio con una vita sociale normale.

A proposito, lo sanno i nostri governanti che citano tanto gli USA quando fa comodo, che in quel paese praticamente tutte le comunicazioni del presidente vengono controllate?

Ecco come si fa

Tanto per cominciare, Obama ha creato un CTO, ovvero un Chief Technology Officer che si occupa di determinare le priorità in campo tecnologico.

E come lo fa? Tanto per cominciare, ascolta le opinioni della gente. Su questo sito, ognuno ha 10 punti da distribuire fra le varie idee (max 3 punti ciascuna) e può anche introdurne di nuove e sottoporle al giudizio della comunità.

E quali sono quelle finora più votate? Vi elenco le prime cinque:

  1. Ensure the Internet is widely accessible & network neutral
  2. Ensure our privacy and repeal the patriot act
  3. Repeal the Digital Milennium Copyright Act (DMCA)
  4. Open Government Data (APIs, XML, RSS)
  5. Kick Start Research and Innovation in Energy

Non male!

Se vince il Nero

Riporto pari pari questo breve corsivo di Gramellini apparso su La Stampa di ieri, perché è troppo bello. La prima parte è una satira divertente di tutte le aspettative di cui il mondo intero sta caricando il povero Barack.
Verosimilmente, quando lo leggerete, saprete già se ha vinto il Nero o il Bianco. Probabilmente non cambierà molto in entrambi i casi (io non mi fido per niente di Obama), però pensateci un attimo: Barack non solo è nero, ma oltretutto non ha un nome normale. Non si chiama, che so, Michael Jordan o George Lennox e nemmeno Mr. Brown. Si chiama Barack Hussein Obama. È figlio di un keniota musulmano, ma forse agnostico, ex pastore di capre (così dice wikipedia vers. italiana), all’epoca studente straniero negli USA (alle Hawaii) e di Ann Dunham, proveniente da Wichita, in Kansas, bianca.
Quindi proviene già da una famiglia interrazziale, è nero, ha un nome improbabile e per niente americano e come se non bastasse, ha 47 anni! E non sarebbe il più giovane: Roosevelt divenne presidente la prima volta da vice, per l’omicidio di McKinley, a 42 anni e il più giovane presidente eletto dal popolo fu invece JFK, 43enne al momento della nomina nel 1960, mentre il più anziano fu Ronald Reagan, eletto nel 1980 all’età di 69 anni.
Insomma, questi sono nel mezzo di una pesantissima crisi economica e rischiano di eleggere un presidente nero, con un nome improbabile, di 47 anni. È uno dei (rari) giorni in cui ammiro davvero l’America.
Nel frattempo i giornalisti di qui continuano a sparare inesattezze fattuali. Lo chiamano “giovane avvocato”, mentre è laureato in scienze politiche. Faccio zapping e uno dei commentatori “autorevoli” è nientemeno che De Michelis. Agh.

Se vince il Nero
Massimo Gramellini
La Stampa del 4/11/08

Se vince il Nero, la crisi finirà. Se vince il Nero, ci sarà sempre il sole e comunque la pioggia cadrà più lieve. Se vince il Nero, la Gelmini ritirerà il decreto e sposerà un maestro veramente unico, Colaninno comprerà la Lufthansa, i banchieri pagheranno i mutui dei clienti, e gli arbitri convalideranno i gol del Toro. Se vince il Nero, Sabina Guzzanti ricomincerà a far ridere, ma soltanto in inglese, e Carla Bruni affitterà una mansarda accanto alla Casa Bianca, casomai. Se vince il Nero, i deboli di stomaco digeriranno anche il soffritto e i divorziati si metteranno di nuovo insieme. Se vince il Nero, ogni impresa diventerà possibile, persino prendere un treno regionale in orario. Se vince il Nero, gli automobilisti in coda manderanno baci dai finestrini, i petrolieri faranno la raccolta differenziata e le modelle smetteranno di tenere il broncio nelle sfilate. Se vince il Nero, i ghiacciai ghiacceranno, i buchi dell’ozono si tapperanno e l’effetto-serra cambierà vocale, diventando affettuoso.
Se vince il Nero, non accadrà nulla di tutto questo, lo so. Eppure, se vince il Nero, sarà come per lo sbarco sulla Luna: le vite degli uomini resteranno ferme, ma l’umanità avrà compiuto un passo avanti. Se poi il Nero si rivelerà all’altezza della sua bella faccia, a cui ognuno impresta le proprie speranze, e sarà costretto dalle aspettative degli altri a trasformarsi nel primo statista del secolo, allora avremo vinto tutti davvero.
Sempre che vinca, il Nero.