Le perversioni del copyright (3)

Non contenta di essersi attirata l’odio dei consumatori di cd, l’industria discografica sta ora cercando di alienarsi definitivamente anche i chitarristi dilettanti. Con la solita minaccia di una causa interminabile e costosa, ha fatto chiudere Olga.net (Online Guitar Archive), un sito che ospitava 34.000 intavolature per chitarra ed era visitato da circa 1.900.000 utenti al mese.
La ragione addotta è la solita: secondo gli editori, l’intavolatura equivale alla partitura e quindi il sito produceva loro un danno in termini di mancata vendita.
Ma, maledizione, stiamo parlando di canzoni e qui facciamo due considerazioni.
La prima è operativa. Nella pop music, le intavolature servono principalmente a chi non sa leggere la musica e non è nemmeno in grado di “tirare giù” a orecchio la parte di chitarra dal disco. Ne consegue che la maggior parte degli utenti che andavano su Olga, non avrebbe mai comperato la partitura, che per loro è una accozzaglia di cacche di mosca completamente inutili.
La seconda considerazione è molto più importante perché riguarda il nostro diritto di condividere la cultura. Se una canzone è cultura, un certo diritto di condivisione deve essere assicurato. Una società sta in piedi solo perché i suoi membri condividono e confrontano le loro esperienze culturali e in tal modo si costruisce una base di convivenza e comprensione.
Se, per ipotesi, i miei vicini fossero un cileno, un arabo, un cinese e uno del Mali, potremmo anche rispettarci e scambiare ogni tanto due parole sul tempo, ma non saremmo mai un gruppo socialmente integrato né tantomeno amici. Amici lo si diventa con la frequentazione e la frequentazione è favorita da cose come l’ascoltare o il fare musica/teatro/danza insieme, giocare a qualcosa, prestarsi film o libri. In pratica, è lo sviluppo di attività culturali comuni in cui ciascuno dà e prende qualcosa dagli altri che crea un tessuto sociale.
Quindi, in ultima analisi, qualsiasi limitazione di tale condivisione crea un danno sociale non banale. Se per fare una festa, invitare i miei vicini e suonare qualcosa insieme a loro devo fare delle carte bollate e pagare la SIAE, non la farò mai. E così sarà andata persa una occasione.
Ora, so già che questi mi diranno: ok, i tuoi vicini sono al massimo 20 persone, ma qui si parla di 1.900.000 utenti al mese.
Allora, primo (vedi sopra), sono utenti che non facevano parte del tuo mercato.
Secondo, questo è internet. Vogliamo internet o non lo vogliamo? Nota che internet ti dà modo di allargare a dismisura il tuo mercato, azzerare i costi di supporto, stampa e distribuzione, cioè almeno il 30% del costo del prodotto, perciò potrai vendere a prezzo più basso, quindi di più e con un margine di guadagno superiore.
Terzo, mettetevi in mente che il vostro modello di business è radicalmente cambiato e voi non controllate più il mercato, come potevate fare prima. Oggi chiunque può registrare un disco e promuoverlo sulla rete. Se finora solo raramente è stato fatto, è solo questione di tempo. In realtà, voi potete cambiare o morire, questo è il vostro destino e anche costruire un internet blindata con il trusted computer (TCG e TCPA) e il DRM non servirà perché i produttori di musica impareranno a fare senza di voi. Potete riciclarvi in molti modi: agenzie di pubblicità, consulenza artistica, consulenza organizzativa…
Avete mai sentito quella storiella sui due produttori di finimenti per cavalli che guardano la strana invenzione di un tale Ford?. Uno, in un momento di preveggenza, dice all’altro “Questa automobile ci farà fuori” e l’altro fa “Ma no, sei pazzo. Non va sui prati, non scala le colline, ha bisogno di questa roba puzzolente, benzina, e poi funziona solo sui sentieri piatti…”
Adesso gli eredi di quello preveggente fabbricano sedili per auto, l’altro è sparito.

What’s happened?

Please, listen to this track.
It’s called “Birth Of Liquid Plejades”, for 3 synth and 4 celli, from the LP “Zeit” recorded by the german band “Tangerine Dream” in 1972.

In the seventies, this music was not a product by contemporary, academic, electronic music groups, it was pop-music here in europe. You could read this album’s review on a pop music magazine between the review of last work by Dylan or the Stones (the reviewers called it “cosmic music”).
Well, it was regarded as experimental music, but it was on the edge of the pop music. Bands like Tangerine Dream made european tours in medium size theatres and had audience and success. This kind of recordings was regularly on sale. Could be a little difficult to find it in normal music shops, but even in medium size towns. there always was a shop where people could buy it.
We can say that the 1972 Tangerine Dream was a cheap imitation of Ligeti’s music of the sixties, but the important fact is that band like this one were a sort of bridge from pop to experimental music.
Now, can someone tell me why currently every kind of sperimentation and research has disappeared (or been banned) from the popular music? What’s happened?

Copyleft in Italy

News from Frontiere Digitali and Giap, the Wu Ming newsletter:

Roma, August 7th 2006.
For the first time in Italy, Siae (the Italian collecting society), with a non-expiring resolution active from July 25th 2006, (documento protocollato presso l’Ufficio Multimedialità al nr. 1/290/06/FDP) recognizes the opportunity and right for the public playing of ambient music inside a commercial space, without compensation to be paid, thanks to the adoption of copyleft licensing schemes (like CC, Art Libre, Copyzero x, Clausola Copyleft) or in the public domain. Inside the ice cream shop Fiordiluna, in the heart of the Trastevere district in Rome, there is a multimedia space (32″ lcd monitor and Bose speaker system) managed by a Linux pc with free software on it, through which audio, video and literary works with copyleft-like licenses or in the public domain are publicly played. This major historical achievement has been made possible by the work of Ermanno Pandoli (Giapster and Quindicino) who is a member of the Liberius digital window of the FrontiereDigitali network and who has represented the Fiordiluna ice-creamery to Siae. Those interested in exposing their works inside the ice-creamery may inform the relevant groups inside the FrontiereDigitali network. To obtain more information on the legal and logitical procedures to follow it is also possible to contact the Liberius digital window.

Le perversioni dei brevetti (1)

Tanto per allargare un po’ il discorso del post precedente, pubblico qui parte di un mio testo di qualche anno fa riguardante i brevetti, finora non pubblicato.
Potrebbe anche chiamarsi “Le perversioni del libero mercato 1 (aka L’Etica Aziendale)”, ma mettendola su questo piano, la serie non finirebbe mai…
È lungo, ma spero interessante. Comunque, per non annoiare, ho messo un link di continuazione a metà.

In tutte le legislazioni esiste il brevetto ed è visto come un incentivo alla ricerca. Il ragionamento è: assicurando una ventina di anni di sfruttamento esclusivo dell’invenzione o di introiti derivanti dai diritti, l’investimento degli ingenti capitali necessari alla ricerca diventa conveniente.
In teoria è giusto, ma il problema è che la realtà non è quasi mai così. Spesso la presenza del brevetto è un ostacolo alla diffusione di una invenzione. A volte ne provoca anche la scomparsa.
Andate a vedere, per esempio, a quando risale il brevetto dell’air-bag, che pure è un oggetto salvavita (secondo le stime del governo statunitense, 15.000 vite salvate contro le 242 perdute perché il passeggero non aveva la cintura al momento dell’impatto) e scoprirete che è del 1952 e appartiene a tale John Hetrick.
Il brevetto arrivò a scadenza nel 1972, guarda caso proprio un anno prima che General Motors decidesse di piazzare i primi air-bag della storia dell’automobile su alcune versioni della Chevrolet Impala. Inoltre, le industrie automobilistiche erano molto reticenti all’installazione di questo sistema, anche quando tutti i test ne provavano l’efficacia, perché aumentava costi e prezzi, tanto che il governo statunitense dovette renderlo obbligatorio con una legge nel 1984.
Tutto ciò dimostra che:

  • le aziende hanno consapevolmente ritardato per almeno 20 anni l’adozione di un sistema salvavita;
  • anche a brevetto scaduto, le aziende non lo avrebbero introdotto senza una disposizione governativa, a riprova che il cosiddetto libero mercato necessita di un controllo continuo e feroce;
  • pur avendola brevettata, Hetrick non guadagnò un solo penny dalla sua invenzione;
  • si tratta di una ulteriore prova che l’esistenza dei brevetti non porta benefici ai consumatori e non incrementa la ricerca, anzi, spesso la blocca;
  • dov’è l’etica aziendale?

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The copyright degenerations (2)

London, September 23, 2002.
British composer Mike Batt found himself the subject of a plagiarism action for including the song, “A One Minute Silence,” on an album for his classical rock band The Planets.
He was accused of copying it from a work by the late American composer John Cage, whose 1952 composition “4’33″” was totally silent.
On Monday, Batt settled the matter out of court by paying an undisclosed six-figure sum (in UK pounds) to the John Cage Trust (note: John Cage is dead in 1992). Batt gave the cheque to Nicholas Riddle, managing director of Cage’s publishers Peters Edition and credited “A One Minute Silence” to “Batt/Cage.”
Riddle said: “We feel that honour has been settled. We had been prepared to make our point more strongly on behalf of Mr Cage’s estate, because we do feel that the concept of a silent piece — particularly as it was credited by Mr Batt as being co-written by “Cage” — is a valuable artistic concept in which there is a copyright.”
[from CNN]

Very interesting. There is a precedent in art: the white painting drawn on a blank canvas by Rauschenberg is copyrighted.
As the white paintings, the silent piece is a concept, but if a composer could patent musical concepts, there would be no music at all.
Cowell could have patented piano clusters, Schoenberg the 12-tone system, Debussy the 6-tone scale and so on. And what about the sonata and other forms?
Not to speak about pop music. I can imagine a never ending lawsuit between Deep Purple and Led Zeppelin about hard rock invention.

People are strange

Get a P2P software (I tried eMule), select file type = audio and search for John Cage. Then sort the results by sources (i.e. the number of users sharing that file). You’ll find that the John Cage’s most shared composition is 4’33”, piano version.
Yes! The silent piece is the Cage’s most shared mp3 over the net.
People are strange…

Rapporto 2005 Economia della musica italiana

I dati seguenti sono tratti dal Rapporto 2005 Economia della musica italiana del Centro Ask (Art & science for knowledge) dell’Università Bocconi, realizzato con la collaborazione di Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), Fem (Federazione editori musicali) e Scf (Società consortile fonografici). Sito di riferimento. Rapporto in pdf.
Il sistema musicale italiano ha fatturato, lo scorso anno, 2,284 miliardi di euro, con una crescita del 4,35% rispetto al 2003. Il sistema nel suo complesso non è perciò in crisi, anche se il saldo finale è il risultato di movimenti disomogenei dei diversi settori, con il più esposto, la discografia, in controtendenza. I dati di sell-in evidenziano vendite di musica su supporto fisico per 527,1 milioni di euro, con un calo del 5,57%.
La distribuzione digitale, con la progressiva sostituzione dei siti peer-to-peer con servizi gestiti o approvati dalle case discografiche, passando dagli 89,6 milioni del 2003 ai 141 del 2005 (+57,3%), controbilancia in parte il calo di vendita dei supporti fisici e, sommato alla buona salute degli eventi dal vivo, contribuisce alla crescita del consumo finale di musica a 1,046 miliardi di euro (+13,7%).
Una comparazione internazionale, focalizzata sul settore discografico, conferma la relativa marginalità del mercato italiano, ottavo al mondo ma con valori quasi sei volte inferiori a quello britannico (primo in Europa), otto volte più piccolo di quello giapponese e 1/20 di quello americano. L’Italia registra un consumo medio di soli 0,7 album per abitante, contro i 4,3 del Regno Unito, i 2,7 degli Stati Uniti o l’1.7 della Spagna.

A questo mercato la musica classica contribuisce solo per il 4% nel nostro paese. D’altra parte la classica è ovunque un genere residuale che va da un minimo inferiore all’1% (Svizzera, Svezia, Giappone), fino a un massimo dell’11% (Austria, unico paese che supera il 10%). Notare che la Spagna è al 7%, più di UK, Canada, Germania, Belgio (6%), Olanda e Francia (5%). I dati non comprendono Russia, Cina e Asia (a parte il Giappone).

Da notare che, mentre il fatturato delle scuole di musica private aumenta del 7.4%, quello dei conservatori (scuola pubblica) cresce solo del 4.8%.

A disaster for musicians

Tha cabin baggage ban after the stopped plot to blow up planes in London is a disaster for musicians.
Performers are used to carry the instruments as cabin baggage or even to buy a separate seat for big ones, like cello or tuba, because insurance do not cover damage if instruments are carried in the hold.
The problem is not only the way instruments are treated by luggage operators. The real problem is the cold. Plane holds have no heating plant and temperatures can go well below minus 10C in the hold of a short flight and below minus 30C during a long high-flying journey. This experience could seriously damage the wood of a 200 years old violin, cello or oboe whose value easily go over € 20.000.
BBC News report that Russian musicians returning from London after the Bolshoi Theatre’s season face an overland journey because of the new UK cabin baggage ban on planes. They are under contract to keep their instruments with them and cannot check them in as hold baggage. Bolshoi musicians borrow their instruments from Russia’s state collection and do not have the right to part with them under any circumstances.
Air travel is an everyday part of the job for many musicians and the cabin baggage ban is a real nightmare for them.

The copyright degenerations (1)

The copyright degenerations are many. IMHO the following is really absurd.
I am an electronic music teacher in the Conservatorio (high level school of music) here in Verona, Italy. As such, my duty is also suggesting books to students. In Italy we have a main book about history and development of electronic music. The book is called “La Musica Elettronica” and is a collection of papers selected by the composer Henry Pousseur, printed by Feltrinelli in 1976. This book is very important because is the only one on which you can find papers about early electronic music written by main composers and translated in italian.
But now this book is no more for sale. The publisher has withdraw from the market because the revenues are not satisfactory. Easy to guess: it’s a technical book for musicologist and composers only (and italian market is no so big as the USA market). So my students can’t buy it. OK, they could make copies, but they can’t because in Italy to copy a book is a crime.
So look at this absurd situation:

  • The book is no more available because of the publisher choice
  • It follows that neither the publisher nor the authors gain royalties from the book
  • So the only way to obtain the book is copying
  • Copying is not piracy because the book is no more available
  • But copying is a crime