Percezione delle altezze

Una ricerca di cui è stata data notizia su Nature #451 del 10 Gennaio (abstract qui; per l’intero testo è necessaria la registrazione) rivela che gli umani e i pipistrelli sono gli unici mammiferi a distinguere mediamente differenze di altezza così sottili (più di 10 per ottava; lo so che i musicisti ne sentono ben di più: qui si dice che anche un umanoide qualsiasi è in grado di distinguere un Do da un Re).

I gatti percepiscono solo differenze pari a circa una ottava (circa), i topi arrivano a 1/3 di ottava, i macachi arrivano al massimo a mezza ottava. In un comunicato stampa, uno degli autori, Itzhak Fried, afferma

It is indeed a mystery why such [frequency] in humans came to be. Why did we do this? Such selectivity is not needed for speech comprehension, but it may have a role in musical skill.

Che possa avere un ruolo nella abilità musicale mi sembra lapalissiano. La vera questione è perché abbiamo sviluppato questa capacità. Deriva forse dallo sviluppo del linguaggio oppure si è formata per qualche altra ragione e tutto ciò ha favorito lo sviluppo di un linguaggio complesso?

A chi è interessato a queste problematiche e legge bene l’inglese segnalo l’interessantissimo blog Babel’s Dawn.

4 thoughts on “Percezione delle altezze

  1. interessantissimo.
    ma la cosa che mi incuriosisce di piu’ e’ il setting sperimentale.
    con gli umani e’ facile: “e’ piu’ alta questa nota (piiiiii!)…o questa NOTA (peeeee!)?” ma..con gatti e topi come cavolo hanno fatto?

  2. cavolo, non ne avevo idea!
    questo vuol dire che le mie idee riguardo al fatto che un gatto possa apprezzare della musica sono troppo romantiche..

    )o:

  3. @vinz
    mi chiedo anch’io come hanno fatto. spero non li abbiano sezionati

    @l’Anto
    mi sono sempre chiesto cosa sentiva il mio serpente…
    fra i gatti che avevo ce ne era uno che si metteva a 50 cm dalla cassa e poi muoveva una zampa come se volesse graffiare qualcuno…

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