viral symphOny

Post-conceptual digital artist and theoretician Joseph Nechvatal pushes his experimental investigations into the blending of computational virtual spaces and the corporeal world into the sonic register.

Realtime “field recordings” of the audio manifestations of his custom created computer viruses have been reworked and reprocessed by Andrew Deutsch and Matthew Underwood, resulting in the sonic landscape of the ‘viral symph0ny’.

With resonances of Yasunao Tone, Fluxus, Oval, and Merzbow, this 28-minute composition is supplemented by a further 50 minutes of audio, comprising the original raw data field recordings.

Listen to: viral symphOny – 1st mvt

Joseph Nechvatal : original concept viral structures
Mathew Underwood : nano, micro, meso and macro structures
Andrew Deutsch : meso and macro structures
Stephane Sikora : C++ programming

Joseph Nechvatal site and blog

Download viral symphOny from Internet Archive

MunArt

Per il centenario di Bruno Munari, un sito a lui dedicato.

Ci ho trovato questa poetica citazione di Buzzati sulle macchine inutili:

…ciascuna ha una sua speciale personalità; alcune hanno persino i loro estri bizzarri, un giorno sono vivaci e agitatissime, e il giorno dopo cadono in un incomprensibile letargo… Una volta lasciate a se stesse, le macchine inutili si sottraggono al controllo umano acquistando una esistenza autonoma e lo stesso Munari che le ha create, candido negromante, non riesce più a signoreggiarle. Ancora al buio più nero esse continuano a girare.
Noi dormiamo e loro no. Ci svegliamo e sono ancora là che ruotano, accompagnando con dolcezza l’irreparabile fuga del tempo
[Dino Buzzati, 1948]

Arte Informativa

trace
Le rappresentazioni della scienza spesso sfiorano l’arte.
Questa immagine tratta dal Washington Post, che potete vedere ingrandita qui, è stata realizzata dal Professor Barbara Block della Stanford’s Hopkins Marine Station per tracciare gli spostamenti di varie creature marine e alcune specie di uccelli attraverso il pacifico.
Trovo che sia un bellissimo esempio, per quanto artisticamente ingenuo, di arte informativa. Una categoria che forse non esiste, ma che dovrebbe esistere. Un’arte che, pur producendo anche qualcosa di bello da vedere, ci dia delle informazioni su quanto accade sul pianeta.
È così difficile piazzare nelle grandi città degli schermi che si aggiornano in tenpo reale e rappresentano, con forme e colori, una serie di dati che impattano sulla nostra realtà quotidiana o futura?
Cosa ne dite di una mappa delle temperature rilevate in tutti gli aeroporti del mondo (i dati sono già su internet, aggiornati ogni 6 ore circa) con la possibilità di veder scorrere gli ultimi 10 o più anni in un minuto? Forse così il riscaldamento globale sarebbe percepito da tutti.
E una immagine dell’andamento della borsa un po’ meno squallida di quella serie di numeri che scorre a Wall Street? E il procedere delle spese governative suddiviso per comparti per cui tutti, passando di lì, possano vedere in che proporzioni il governo distribuisce le nostre tasse?
Ma anche cose meno drammatiche, come la migrazione delle balene nel pacifico o il fiorire dei ciliegi in giappone…

Christo!

christo

From the National Geographic site, an interesting interview with the wrapper artists Christo and Jeanne-Claude.

Il distinto signore che vedete in questa immagine è Christo Javacheff, noto più semplimente come Christo.
Dal 1958 fino agli anni ’90 lui e la sua partner Jeanne-Claude (i due sono nati nello stesso anno e stesso giorno; loro dicono anche stessa ora…) hanno imballato qualsiasi cosa capitasse sottomano, senza spaventarsi per le dimensioni. Nulla sfuggiva al loro furore imballatorio.
Iniziando da piccoli oggetti, sono passati poi alle grandi architetture fra cui Pont Neuf a Parigi (1985, 40000 m² di tessuto sintetico), la costa della baia di Sidney (1969, 9300 m² di sintetico e 56 km di corde), undici piccole isole della Baia Biscayne (Miami, 1983, 603850 m² di polipropilene) e infine il Reichstag a Berlino (1995).reichstag
Oggi i due si dedicano a forme di land-art non meno colossali. Da notare che il tutto è finanziato in gran parte con la vendita dei disegni preparatori, eseguiti dallo stesso artista, che ormai raggiungono quotazioni a 5/6 zeri.
Il National Geographic (versione italiana) di questo mese pubblica una bella intervista che potete anche leggere, in inglese, qui.

Ricordo una divertente storiella su un mio conoscente che, negli anni ’70, possedeva un’opera di Christo che già allora valeva qualche migliaio di dollari. Si trattava di una bottiglia incartata e sigillata con carta e spago piombato che è andata poi distrutta ad opera della nuova collaboratrice domestica, la quale, trovando l’oggetto su un mobile in salotto, ha pensato bene di dar prova del proprio zelo scartandola e rimettendola esattamente nello stesso punto.

Unabomber can be art?

Bible bomb

Il lavoro di Green, quindi, suggerisce dei metodi per compromettere lo status quo e favorire un cambiamento sociale. Chi dice che l’arte deve essere innocua?

Since the mid-1980’s Gregory Green has created performances and artworks exploring the evolution of empowerment, which consider the use of violence, alternatives to violence and the accessibility to information and technology as vehicles for social or political change.

Many of Green’s artistic investigations have focused on terrorism and the possibilities for sabotage of the physical infrastructure, and the ease in which individuals, armed with readily available information, can endanger the status quo. Green thoroughly researched and produced a series of pipe, book, suitcase and nuclear bomb sculptures. He also created several guided missiles that could be armed with conventional, bio-chemical or nuclear devices. These artworks, although containing no explosives, are otherwise carefully designed to be mechanically complete and potentially functional-including a 10-Kiloton nuclear device, minus only the needed plutonium.
Nuclear device
One work suggesting how to manufacture large quantities of LSD as a form of civil disruption was seized by the police in 1995 after raiding a gallery, briefly jailing its director, and issuing a warrant for Green’s arrest.

Green’s ongoing body of work emphasizes the power of non-violent means for effecting change in existing political and economic structures. Appropriate to the current technological, information and communications revolution, Green’s recent works examine the possibilities for individual or independent control of information and communication systems. Accordingly, he has created computer virus multiples, as well as installation tableaus of operable pirate broadcast units and satellite prototypes.

WTC Outline Project

WCT Outline

This is a work by Fynnegan Sloyan, artist based in Brooklyn. The void has its poetica. The perception of an absence.
An alien tourist ignoring what has happened would notice nothing strange looking at the Manhattan’s skyline. Here an erased skyline can be downloaded in pdf to be brought back on an acetate and communicate the absence and (part of) the connected feelings.
I do not know what do you think about. IMHO this is an idea that only an artist can have. It’s why we exist (at least, one of the reasons).