Too late, too far

sam salemSam Salem (n. 1982) è un compositore di Manchester che lavora principalmente in area acusmatica e audio/video.

È principalmente interessato ai suoni degli ambienti urbani. Molte delle sue composizioni si focalizzano sui suoni di luoghi specifici, ciò nonostante la sua musica non ha niente a che fare con l’ambient. Invece Salem esplora l’ambiente sonoro cercando di rivelare la musicalità nascosta nei suoni ambientali. In questo senso i suoi lavori vanno al di là del semplice paesaggio sonoro.

Quello che ascoltiamo qui, Too late, too far è del 2014. Note dell’autore:

Too late, too far is part of a larger work entitled The Fall, composed between 2012 and 2014. The compositional process began during a residency at STEIM in December 2011: Amsterdam was the source from which I collected the materials for this piece.

I think now of the unwitting owners of actions contained herein: the cyclists and joggers of Vondelpark, the man on a bridge who offered a bike for a cigarette, the swans calling across the Red Light District, the choir of Sint-Nicolassbasiliek, and the countless others, long since dispersed but not forgotten: shouting, singing, laughing, swearing, clapping. I think also of the creaks and rhythms of rocking boats, of passing trams, the ubiquitous bells and horns, the rain, wind and lapping water, and the 5am fireworks on New Year’s Day. I consider these materials as fragments of sound, but also, now, as fragments of time. Sometimes their shimmering light is obscured, sometimes it is revealed.

This work, “peopled by bad dreams” (and the occasional good one), balances somewhere between loss and hope: after more than two years of work, this is its final character.

The Making of 2001

Come addendum al post precedente, qui c’è il Making of 2001 A Space Odyssey in quattro parti:

2001: A Space Odyssey

2001 Odissea nello Spazio, di Stanley Kubrick e Arthur Clarke, ritornerà nei cinema in edizione restaurata. L’uscita in Gran Bretagna è prevista per il 28 Novembre.

È una bella notizia soprattutto per quelli che non hanno potuto vederlo al cinema (il film è del 1968), ma anche per gli amanti del genere. Io, per esempio, credo proprio che andrò a vederlo quando uscirà in Italia (almeno, spero che esca anche qui).

Non ricordo se l’edizione originale qui da noi uscì proprio del 1968 o l’anno dopo. Ricordo solo che ero al liceo, ma ricordo molto bene l’effetto che mi fece. Avevo 14 o 15 anni e alla fine del film rimasi nel cinema per vederlo una seconda volta spostandomi in prima fila, nelle poltrone più vicine allo schermo (e da allora ho sempre avuto la mania di vedere certi film da sotto lo schermo).

Per pubblicizzare l’evento, il British Film Institute (BFI) ha messo in circolazione un nuovo trailer che potete vedere qui sotto e un sito.

Il trailer è notevole. Alcune di queste scene sono entrate a buon diritto nella storia del cinema. Non mi viene in mente un altro film di fantascienza così profondo, bello da vedere e da sentire (grande colonna sonora, da Strauss a Ligeti (anche se quest’ultimo è un po’ manipolato)). E pensate che all’epoca non avevano la computer graphic attuale.

Oltretutto credo sia uno dei pochi film del genere a rispettare la realtà fisica. Non si devono sentire le esplosioni nello spazio o nel vuoto, maledizione!

Sonification Handbook

Sonification HandbookIl Sonification Handbook (AA.VV., a cura di Thomas Hermann, Andy Hunt, John G. Neuhoff) è scaricabile gratuitamente (e legalmente) in versione PDF da questa pagina (guardate nella colonna di destra “download the book”) da cui è anche acquistabile in versione stampata. È possibile anche scaricare i singoli capitoli.

Questo libro è una presentazione introduttiva, ma completa delle aree chiave della ricerca nei campi interdisciplinari di sonificazione e visualizzazione uditiva (auditory display). I capitoli sono scritti da esperti e coprono una vasta gamma di temi centrali. Possono essere letti dall’inizio alla fine, o indipendentemente l’uno dall’altro secondo necessità (come il menu di un ricco buffet).

La sonificazione trasmette informazioni utilizzando suoni non vocali. Ascoltare i dati sotto forma di suono o rumore può essere un’esperienza sorprendentemente nuova con diverse applicazioni che vanno da nuove interfacce per i non vedenti all’analisi dei dati in molti campi scientifici.

Questo testo fornisce una solida introduzione al campo della visualizzazione uditiva (auditory display), delle tecniche per sonificazione, delle tecnologie adeguate a sviluppare algoritmi di sonificazione, e delle aree di applicazione più promettenti. Il libro è accompagnato daun’archivio online di esempi sonori.

Hooke

hookeHooke è una start-up che ha avuto l’idea di inserire due piccoli microfoni nei padiglioni di una cuffia wireless. In questo modo si possono fare delle registrazioni che si avvicinano alla tecnica binaurale.

Doco “si avvicinano” perché, nelle registrazioni binaurali, i microfoni devono essere piazzati all’interno del padiglione auricolare, in pratica all’inizio del canale uditivo. Infatti viene costruita una testa artificiale che ha la forma stilizzata di una testa umana, con i padiglioni auricolari accuratamente riprodotti e i microfoni vengono inseriti all’interno dei padiglioni. La presenza della testa serve a mascherare le onde sonore nello stesso modo in cui lo fa una testa umana e tutto il sistema arriva a costare parecchio.  Il KU 100 di Neumann, per esempio, costa circa € 7000.

Esistono anche sistemi più economici che, invece di riprodurre l’intera testa, si limitano ai padiglioni auricolari, con prezzi decisamente inferiori, ma il solo padiglione non basta perché si perde l’effetto schermante della testa che crea le differenze interaurali di ampiezza e tempo tipiche del sistema percettivo umano (vedi Il suono nello spazio dal mio corso di acustica).

L’idea di Hooke è molto buona perché in questo modo non c’è bisogno di costruire una testa artificiale, ma si usa la testa umana di chi indossa le cuffie. Di contro c’è il fatto che, il microfono, essendo sul padiglione della cuffia, per quanto piccolo sia, difficilmente può captare il suono esattamente come quando entra nel canale uditivo che inizia all’interno del padiglione. Ciò non toglie che questo oggetto permette di avvicinarsi alla registrazione binaurale con costi risibili rispetto a quelli dei sistemi professionali. Il prezzo annunciato, infatti, è inferiore a $ 120. Aspettiamo e vedremo.

Questo è il sito ufficiale e qui abbiamo un demo su vimeo.

Hooke: Wireless 3D Audio Headphones from Hooke Audio on Vimeo.

UPGRADE

Grazie per avermi segnalato un prodotto praticamente identico che esiste già: le cuffie Roland CS-10EM. Si trovano in vendita a circa € 100. L’unica differenza con Hooke è che non sono wireless, ma hanno il cavo (il che, per la qualità della registrazione, è meglio). A questo punto sembra proprio che non sia stato Hooke ad avere l’idea.

Registrazioni degli intonarumori

Registrazioni degli intonarumori di Russolo disponibili in MP3 su UbuWeb

L’Arte dei Rumori in pdf è scaricabile da qui.

intonarumori

VPT 7

VPT (VideoProjectionTool) is a free multipurpose realtime projection software tool for Mac and Windows created by HC Gilje.

Among other things it can be used for projecting video on complex forms, adapt a projection to a particular space/surface, combine recorded and live footage, for multiscreen HD playback, for interactive installations using arduino sensors or camera tracking ++

VPT has become a popular tool for theatre and installation use, but is also used by VJs.
The previous version,VPT 6, was downloaded over 20000 times.

The last version is VPT 8. Download from here.

Veer

Veer

Veer (2012), an installation by Adam Fure and Ashley Fure

Ashley Fure, Sound and Interaction Design
Adam Fure, Architectural Design

Batting, Custom Steel Branching System, Pressure Sensors, LEDs, Speakers, Computer, and Control Software

In Veer, created with architect Adam Fure, swaths of cotton batting wrap a branching steel structure to create a soft, interior sleeve for a room. Participants navigate tunnels and alcoves, activating speakers and LEDs embedded in the material walls as they move. Sensors disaggregate the musical form into gestural components, linked to locations, that elide into dramatic phrases through movement. Sonic, visual, and proprioceptive cues align into fused, synesthetic emphases. Gradations in color and ceiling height are mapped to acoustic shifts in register, spectral density, and gestural shape. High blanched walls project soft white noise while cramped regions thick with color screech out multiphonics. In Veer, space and matter are charged with an expressive force let loose through movement.

Veer is a multimedia installation that transforms space, sound, and light into variable dimensions of an experiential field. A base of polyester batting wraps a branching steel structure creating a soft, interior sleeve comprised of tunnel-like folds. Participants bend and push through saturated matter, pulling sound and light from sensors embedded in the material walls. In Veer, space provokes movement, movement provokes sound, and engaged participants instigate an emergent perceptual form.

Veer was funded and exhibited by Akademie Schloss Solitude in Stuttgart, Germany.

Veer, an installation by Adam Fure and Ashley Fure from SIFT on Vimeo.

Il canto della cometa

Ok. Dimenticate il titolo aulico. Quello di cui parliamo è un fenomeno scientifico che comunque ha anche dei risvolti audio e ci offre  l’occasione di parlare di una delle più affascinanti missioni spaziali degli ultimi anni.

Rosetta è una missione spaziale sviluppata dall’Agenzia Spaziale Europea e lanciata nel 2004. L’obiettivo ultimo della missione è lo studio della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, una cometa periodica che ritorna ogni 6.45 anni terrestri.

La missione è formata da due elementi: la sonda vera e propria Rosetta e il lander Philae. Quest’ultimo è destinato a staccarsi dalla sonda e atterrare sul nucleo della cometa, di cui la sonda ha già inviato splendide foto. Il distacco è avvenuto proprio oggi 12/11 e il lander sta scendendo verso il nucleo (incrociamo le dita).

La parte audio della faccenda è questa. Ovviamente la sonda trasporta molti strumenti per studiare da vicino la cometa. Cinque di questi costituiscono il cosiddetto Rosetta’s Plasma Consortium (RPC) e servono a studiare l’ambiente di plasma che circonda la cometa (il plasma è uno stato della materia che appare come un gas elettricamente conduttivo che circonda i campi magnetici e le correnti elettriche).

Già in Agosto, l’RPC ha scoperto che il campo magnetico della cometa ha una oscillazione con frequenza intorno ai 40-50 millihertz. Ora, qualsiasi oscillazione più o meno periodica può essere trasformata in suono. In questo caso il problema è che la frequenza è troppo bassa per essere udibile. Le frequenze più basse che siamo in grado di percepire stanno intorno a 20 Hz, mentre qui abbiamo a che fare con 0.05 Hz.

Il problema si può risolvere trasponendo (ovvero accelerando) il tutto di circa 10000 volte. Così 0.05 Hz diventano 500 Hz che sono perfettamente ascoltabili e il suono che ne esce è questo:

Ecco un’immagine del nucleo della cometa (il piccolo 747 che vedete al centro non è alieno; è lì per confronto; clicca per ingrandire)

nucleo cometaUna nota finale. Prima di delirare con toni mistici intorno al canto della cometa, rendetevi conto che qualsiasi fenomeno periodico può essere convertito in suono. Per esempio, la rotazione terrestre è periodica. Il giorno solare medio dura circa 24 ore, cioè 86400 secondi. Di conseguenza. dato che la frequenza è l’inverso del periodo, esso ha una frequenza di 0.000011574 Hz, troppo bassa per sentirla, ma basta trasporla di 24 ottave per avere circa 194.18 Hz, che corrispondono a una nota perfettamente udibile: un Sol appena calante (con La = 440 Hz).

Mappa dei generi

Forse finalmente capirò qualcosa di tutti quei maledetti nomi di generi musicali che mi sembrano venuti fuori dalla mente depravata di qualche kritiko allucinato in preda a frenesia classificatoria.

Andando su questa enorme pagina (Every Noise at Once) e cliccando un nome, parte un esempio audio. Tutto questo è possibile grazie alle API di Echo Nest che forniscono ogni sorta di informazioni su generi, artisti rappresentativi, generi simili e collegamenti a risorse sul web.

Le istruzioni a fine pagina permettono di passare ad altre mappe, per data, luogo, artista e altro.

mappa generi