Wild Horses

Nel dormiveglia del mattino che tira verso mezzogiorno sento la radiosveglia annunciare che oggi è il compleanno di Mick Jagger.
L’anno di nascita non lo dicono, ma io mi ricordo che era poco prima della fine della guerra. No, io ancora non c’ero, ma quando avevo 12/13 anni sapevo tutto del Rolling Stones e quasi tutto me lo ricordo ancora.
Il passato remoto è chiaro, fisso, immutabile ed eterno; il passato prossimo è nebuloso. Il che può essere un sintomo di alzheimer incipiente oppure un segno che il primo è ormai diventato storia.
Un rapido controllo conferma che Jagger è nato nel ’43, quindi anche lui oggi raggiunge la fatidica soglia celebrata dai Beatles in when I’m 64 (a proposito, certe volte mi chiedo se la canzone sfiga per eccellenza non sia questa, piuttosto che “lunga e diritta correva la strada…”. Molte volte ho avuto la sensazione di aver dribblato la morte, mentre solo una volta ho creduto di poter dribblare il tempo e l’ho pagata cara…).
Comunque Mick Jagger ha 64 anni e ancora corre sul palco. Per celebrare vi metto due video con la stessa canzone: il primo è il tempo che passa; il secondo è un live del 1976 in cui il nostro tira fuori tutto il suo accento downtown. Mi piacciono i selvaggi quando fanno ballate. Cliccate qui per vederli. Continue reading

Ruby Tuesday

AnteScriptum per te: niente paura, non sono triste; me la sto solo tirando un po’ :mrgreen:

Ho sempre amato le canzoni lente dei Rolling Stones perché chi ha davvero dentro il rock ha dentro anche una buona dose di malinconia…
E fra tutte ho sempre amato Ruby Tuesday, dal testo all’apparenza sciocchino, ma con quel bel verso “While the sun is bright Or in the darkest night No-one knows She comes and goes” e il finale dell’inciso “Still I’m gonna miss you”.
Adesso su absonderpop trovo questo post in cui sono raccolte molte (tutte?) le versioni di questo brano: dall’originale degli Stones fino a questa bella interpretazione di Melanie Safka (ascoltatela!), passando anche per una versione jazzata by Sex Mob.
Ascoltandole, forse noterete che, a parte l’originale, questa canzone viene meglio alle donne che agli uomini (my opinion), a parte Julian Lennon che a tratti riesce quasi ad assomigliare a suo padre e dell’originale mantiene sia la rullata che la parte di flauto dolce che fu di Brian Jones.
So che, dati i miei gusti musicali, dovrebbe piacermi quella di Battiato, ma non ci riesco: se la tira troppo. È solo una canzone, maledizione!

I always loved the not so commons slow songs by the Rolling Stones and I always loved Ruby Tuesday whose text seems to be a little stupid, but with a strong line that says “While the sun is bright Or in the darkest night No-one knows She comes and goes” and the final words of the chorus “Still I’m gonna miss you”.
Now I found this post from absonderpop with many versions (maybe all) of this beautiful song,